Ancora severa Repubblica

La Repubblica di oggi: Gli scenari di uno scandalo tra ricatti, corruzione e logge deviate ..

In occasione della conclusione delle indagini, l´imputazione di una responsabilità oggettiva di Pirelli e Telecom in capo al suo presidente (Tronchetti) e amministratore delegato (Buora) è apparsa diventare, a leggere alcuni commenti e bizzarre dichiarazioni, un´assoluzione piena: un esito da esibire come un fiore all´occhiello. Per farlo, bisognava lavorare a una cosmesi dei fatti. Un annuncio di fine indagine è stato presentato come un proscioglimento definitivo come se si trattasse di una sentenza assolutoria e conclusiva, prima di leggere la richiesta di rinvio a giudizio che ancora non c´è e la decisione del giudice dell´udienza preliminare che un giorno verrà.
Si è scritto che Tronchetti è stato «scagionato». Il primo a crederci è stato il presidente di Pirelli. Si è detto «contento e molto soddisfatto perché è emersa con chiarezza la verità». La verità provvisoria è che due società Pirelli e Telecom (con Tronchetti legale rappresentante) non hanno impedito ai propri dipendenti di commettere reati nell´interesse delle società. Tronchetti non avverte la responsabilità di quella omissione. Non crede di dover chiedere almeno scusa, con umiltà, agli spiati o almeno agli azionisti Telecom: già provati dalla sua gestione, dovranno presto mettere mano al portafoglio per pagare centinaia di miliardi di risarcimento alle vittime dello spionaggio fiorito per la trascuratezza di un presidente e di un amministratore delegato…

In due occasioni, il giudice per le indagini preliminari Giuseppe
Gennari ne indica esplicitamente il beneficiario. Ordinanza 18 gennaio
2006, pag. 188: «… che Tavaroli gestisse pratiche di questo genere
nel suo singolare interesse è altamente improbabile. Ci troviamo di
fronte a una gravissima intromissione nella vita privata delle persone
e a un tentativo di captazione occulta di dati e notizie riservate,
mossa da logiche puramente partigiane, nella contrapposizione tra
blocchi di potere economico e finanziario. Logiche che tendono a
beneficiare non già l´azienda come tale, ma colui che, in un dato
momento storico, ne è il proprietario di controllo». Ordinanza 20 marzo
2007, pag. 168: «Osserviamo anche il riemergere di una tipologia di
investigazioni che, in modo difficilmente revocabile in dubbio,
rispondevano a esigenze dei vertici e della proprietà aziendale»….

Ma oggi abbiamo sotto gli occhi, con i nomi, i cognomi, qualche
circostanza e dettaglio, quella «contrapposizione tra blocchi di
potere» già intuita dal giudice nel gennaio del 2006. Vi affiorano
figure che decidono della cosa pubblica senza alcuna responsabilità
istituzionale; una filiera di immarcescibili massoni che lo scandalo
della P2 non ha eliminato dalla scena; comportamenti obliqui di
governanti; ricatti; corruzione piccola e grande; debolezze della
magistratura, dell´informazione, delle amministrazioni dello Stato e,
al centro, una sorda lotta per il potere che non si fa mai trasparente.
Non ci appare la verità. Ci appare uno scenario più vicino alla realtà
dello scandalo Telecom.

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