Calabro’: bisogna stimolare la domanda, occorre fare la nuova rete, potrebbe essere una One Network. Un piccolo, grande successo.

Link: «Telecomunicazioni, senza nuove reti a rischio successi ottenuti finora» – Corriere della Sera.

Calabrò: ..«Gli indiscutibili successi derivanti dalla liberalizzazione del settore delle telecomunicazioni rischiano di venire progressivamente meno se non si imbocca rapidamente un nuovo percorso a due facce: quella degli investimenti nelle reti di nuova generazione e quella del sostegno alla domanda. Altrimenti vi è il rischio concreto di entrare in una fase di stallo, in un circuito vizioso involutivo».

…«Sul piano dei modelli astratti si potrebbe ipotizzare la costituzione di una società dedicata alla realizzazione ed alla posa della rete in fibra ottica

e’ inutile che vi dica che avere il Presidente che sposa i concetti che, con il vostro aiuto, spingiamo da anni, mi fa molto piacere.

e’ la prima volta che il Presidente parla di One Network e la cosa arriva in parlamento.

Fibracheride2

possiamo dire che, senza clamore mediatico, il messaggio e’ definitivamente passato e il concetto sdoganato.

voglio evidenziare il non banale contributo che tutti avete dato rilanciando dovunque online "la fibra che ride" (secondo Google, ad oggi circa 57000 riferimenti online).

Una campagna below the line, senza testimonial famosi, che ha prodotto qualcosa di buono.

Era il maggio 2007 e NESSUNO  parlava di rete in fibra. Tanto che abbiamo iniziato a rilanciare il messaggio  "LA FIBRA CHE RIDE.
Discutiamo della NGN come per la TAV e per la Variante di Valico!
". (che vi riporto qui nei passaggi essenziali per facilita’)

Le grandi opere infrastrutturali ci accompagneranno per il resto della vita, nostra e dei nostri figli.

Il ponte sullo stretto di Messina, la TAV in val di Susa, la
Variante di Valico della A1, sono stati tutti argomenti di discussione
ampia, con trasmissioni dedicate in prima serata
, dato il rilevante impatto che avranno sulla vita sociale ed economica del Paese.

Di un’altra grande opera infrastrutturale, che è
fondamentale per il futuro della società e dell’economia, che ci
accompagnerà per i prossimi 60 anni, invece, non si è parlato assolutamente. (si è parlato del suo proprietario, ma non dell’opera).  E’ la cosidetta "rete di nuova generazione".

Sappiamo ormai tutto sulle diverse alternative di trasportare le
merci in Francia, di tracciati appenninici, di potenziale di utilizzo
del ponte rispetto ad alternative o alla situazione attuale.

Delle alternative per la nuova rete, cosa sappiamo ?

Sappiamo chi c’e’ nella società Stretto di Messina e come sarebbe
finanziata l’opera, si è dibattuto sui costi della Variante di Valico e
la sua utilità e del ruolo che la Società Autostrade deve avere.

E del finanziamento della nuova rete, cosa sappiamo ? 

In economia, il valore si sta progressivamente spostando
nell’informazione, il ruolo della rete è probabilmente addirittura più
importante della variante di valico, del ponte sullo stretto e della
TAV in val di susa.

Vogliamo iniziare a discuterne ? o lasciamo che tutte le
scelte (secondo me subottimali) vengano decise da una azienda che
(legittimamente) può (e deve) pensare solo al propio rendimento nei
confronti dei propri azionisti (e quindi con orizzonte 3-12 mesi)
trascurando l’interesse generale di lungo termine ?

Ancora grazie e complimenti a tutti!

BTW, mi fa anche piacere che il Presidente riprenda anche il concetto sotto. Penso che forse la ragione potrebbe capirsi più avanti.

…il fatturato delle aziende di telecomunicazioni, in Italia, è di circa
45 miliardi di euro (laddove il mercato televisivo ammonta
complessivamente a poco più di 8 miliardi)»

IMHO farebbe bene a parlare di mercato indirizzabile. negli 8 miliardi ci sono 1,5 miliardi di canone che va alla RAI. Il punto forte e’ che le TLC sono 7 volte la TV, ovvero che in meno di 8 settimane le TLC fanno quello che la TV fa in un anno. Giusto per avere un riscontro dimensionale…

P.S. ho scritto un editoriale per Affari Italiani.

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1 thought on “Calabro’: bisogna stimolare la domanda, occorre fare la nuova rete, potrebbe essere una One Network. Un piccolo, grande successo.”

  1. Buon giorno Stefano la mia stima nei tuoi confronti cresce quotidianamente, così come il mio interesse nel settore ovvero l’evoluzione delle TLC nel mondo e sopratutto in Itali ed ora con piacere vedo che da più fronti Istituzionali si proferisce il Tuo verbo.
    Grazie alle Tue spiegazioni ho capito come è attualmente la situazione dell’Accesso a Internet e l’importanza di dover sdoganare , rompere quel collo di bottiglia, l’ingorgo che attualmente esiste nel famoso ultimo miglio “stradine telematiche dei giardinetti” che collegano la strada principale(dorsale hub backbone, centraline ) alle residenze domestiche (il doppino adsl in casa). Ora rileviamo che abbiamo grosse difficoltà nell’implementazione del Wimax sarebbe l’ennesima battaglia persa che ritarda la liberazione dell’accesso ad internet che sta muovendo sempre più verso i collegamenti a banda larga in mobilità ma verso i soliti oligopolisti operatori mobili ( TIM Voda Wind 3). L’unica speranza o forse un ulteriore ostacolo sono i capitali esteri pioventi in Italia nel settore Wimax, i libici con Retelit e quelli Americani di Goldman Sachs con Aria, che abbiano finalità competitive e di conquiste o piuttosto un Coprifuoco Amico?
    C’è una realtà che non trovo la chiave di lettura. per cui ogni Tua libera opinione contribuirebbe alle miei analisi su …. EUTELIA.
    Sintetizzando il quadro su Eutelia, anche se credo che ne saprai più di me, è un operatore di TLC fisso tutto italiano proprietà e manager con 2700 addetti che detiene 13.000km di fibra in tutta Italia e collegamenti internazionali, oltre ad avere competenze e soluzioni di ITC, attualmente ha messo in cassa integrazione di solidarietà sociale per un anno tutto il personale , ovvero hanno il 37% in meno di ore lavorate e qndi di stipendio, il management è stato sottoposto a vicende giudiziarie e intercettazioni del managers Telecom che conosciamo ed oggi in borsa ha una capitalizzazione da fallimento ovvero di solo 33mlneuro!!!!!!!!!
    La domanda è qsta: perche in Italia si fanno proclami per investire sulle infrastrutture di rete per costituire crociate e cordate di investitori e poi si lascia fallire il terzo operatore di rete fissa per estensione con i suoi quasi 3.000 dipendenti italiani?
    La risposta che in Italia siamo utenti anziani di televisione generalista capitanata dal Presidentissimo il quale non vuole intrecciare i suoi interessi con il mondo fagocitante mondo pubblicitario di internet che non sia l’italianissima matrigna Telecom, vale anche per tutti gli altri eppure con difficoltà ma sopravvivono, la situazione non può continuare a star in piedi anzi continuerà ad essere un peso, con effetti sugli interessi del Paese dove le TLC pesano per 1,5%-3% del Pil .
    Non si chiede di Socializzare le perdite e privatizzare i profitti anche su Eutelia come attualmente l’attuale Governo Repubblicano sta attuando con gli Amichetti sui caso (Alitalia) ma almeno di non sterminare quel poco di humus imprenditoriale .
    Con Stima
    Boatrade

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