Leonardo superstar – Eolo gonfia le vele

L’altro ieri sera sono tornato in I.NET per una cena di Equiliber. Erano molti mesi che non passavo, non saprei nemmeno dire quanti.

Ospite della serata era Leonardo Chiariglione che ha raccontato la storia di MPEG, la sua storia, iniziando dai primi eventi che poi sarebbero risultati chiave per diventare il fondatore-padre-gestore di uno dei piu’ grandi eventi tecnologici collaborativi della storia.

A domanda "quanto vale l’industria che MPEG-tu hai generato ?" riposta: "non saprei, non ho mai fatto i conti. a livello di elettronica direi – fammi fare due conti – circa 1.000 miliardi di dollari". (poi c’e’ il sofwtare, i contenuti, i servizi…)

Una persona cosi’ non solo non e’ il consulente per l’innovazione tecnologia  della classe dirigente italiana ma invece deve andare a lavorare all’estero. Parte da Torino e va avanti e indietro dall’asia (prevalentemente) e dal nordamerica. Soprattutto, in Italia nemmeno sanno chi è. Luca diceva "non è dolo, è ignoranza, che è peggio".

L’altro Luca ha dato un breve aggiornamento sulla sua NGI e in particolare su Eolo.

2500 comuni coperti in Hiperlan (larga banda wireless); buona parte di questi in digitlal divide. Senza alcun contributo, senza una lira dal pubblico. Credo sia la rete wireless più estesa d’Italia (escluso ovviamente gli operatori cellulari). E chi guarda le tlc, chi decide finanziamenti e sussidi nemmeno sa che esiste (come fanno ? non va a chiedere danaro…) Anche in questo caso, non è dolo.

Copertura_eolo
non credo che la mappa sia aggiornata, comunque a me pare impressionante

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13 thoughts on “Leonardo superstar – Eolo gonfia le vele”

  1. Caro Stefano,
    se trovi impressionante la copertura di Eolo (un solo ISP) dovresti trovare ancora più impressionante la copertura Hiperlan realizzata dalla somma di tutti gli ISP italiani, già a dicembre 2007 con i soli dati delle coperture di alcuni associati Assoprovider avevo fatto una verifica di copertura (http://www.assoprovider.it/index.php?option=com_docman&task=doc_download&gid=109&&Itemid=50) che vedeva il 15% dei comuni italiani coperti, ed oggi, sono pronto a scommettere che quasi il 100% dei comuni Italiani sia coperto da almeno un segnale Hiperlan (il problema è che i cittadini non lo sanno) un esempio? l’altro giorno apro uno dei giornali di Padova e trovo un articolo dove il presidente dell’UPA (Unione Provinciale Artigiani) lamenta che nel suo comune a causa della saturazione della centrale di Telecom le aziende non possono avere la banda larga … faccio una piccola verifica (abito proprio lì) ed in aria vi sono almeno 10 SSID diversi …
    Una piccola modifica legislativa fortemente voluta da Assoprovider ha permesso a centinaia di ISP di tornare a fare anche connettività (infrastrutturare il paese) senza pesare per un solo euro sulla collettività, e la ragione di tale vivacità è diretta conseguenza della libertà (quella praticata e non quella solo predicata) che hanno di agire senza dover soggiacere ai vincoli artificiosi posti a protezione di interessi non certo collettivi.
    Ora questi ISP hanno la necessità di crescere e creare raccordi tra le varie aree di raccolta e come Assoprovider ci stiamo battendo per ottenere un’altra piccola modifica legislativa che consenta a tutti di fare infrastrutture di qualsiasi natura (quindi non solo con frequenze radio condivise leggi Hiperlan) eliminando un altro di quei vincoli che sembrano fatti ad arte per limitare la libertà d’impresa (non certo per stimolarla), e sto parlando dei contributi amministrativi previsti dalla legge Gasparri del 2003 all’allegato 10 dove si prevede che un soggetto per poter tirare una fibra di pochi metri tra due aziende debba pagare 27500 Euro/anno, faccio molta fatica a conciliare i principi del liberismo con la struttura di tale contributo che per contro suona molto affine a pratiche protezionistiche.
    Abbiamo fatto presentare in modo bipartisan e con il pieno supporto di Confcommercio degli emendamenti al decreto 112 affinché questo tributo, per entità e modalità unico in Europa, senza alcun aggravio per le finanze pubbliche, venga rimodulato in modo progressivo e consenta, come nel caso dell’Hiperlan, la liberalizzazione reale dell’accesso alle risorse trasmissive per centinaia di ISP.
    In queste ultime settimane si parla pubblicamente ed insistentemente di NGN e sempre con la medesima angolatura visuale che prevede che essa sia realizzabile SOLO E SOLTANTO con un impegno economico sulle spalle della COLLETTIVITA’ ed ovviamente CENTRALIZZATO nelle mani delle solite elefantiache entità che finora hanno solo dimostrato di essere abili nel collettivizzare le perdite/costi e privatizzare gli utili, la storia dell’Hiperlan e’ un esempio reale, recente, lampante di come esista una strada DIVERSA ma soprattutto DISTRIBUITA.
    Internet per sua natura è un meccanismo che rende INTEROPERABILE QUALSIASI struttura trasmissiva fisica e quindi ciascuno, senza dover domandare niente a nessuno può decidere di mettere a fattor comune la propria struttura trasmissiva,
    Quindi a rigor di logica il modo più economico, più veloce, più aderente alle necessità di ogni territorio, per infrastrutturare il paese è costituito da una moltitudine di attori e non da un unico soggetto, in Internet TUTTO (fatti salvi i meccanismi di assegnazione degli indirizzi) è distribuito e NON NECESSITA di alcuna regia centralizzata, e come dice Barabasi “Internet e’ una ragnatela SENZA ragno”.

  2. In effetti, anche se nnon capisco bene il significato elle “X” nel tuo foglio, sono convinto che il digital divide sia piu’ ridotto di quello che potrebbe sembrare dai dati “ufficiali”.
    Bisognerebbe proprio fare qualcosa… mumble mumble…

  3. io però non capisco una cosa…
    dalle mappe che trovo sul sito ngi vedo che una singola antenna in pianura ( parlo di mantova) copre un’area molto vasta.
    Invece un operatore locale (teanet) che utlizza gli stessi identici apparati (alvarion) ha messo antenne in ogni singolo comune.. o addirittura paesino.
    perchè cosi tanta differenza?

  4. La differenza è in grande parte legata a dove vengono installate le antenne di diffusione e dalla loro qualità. Le frequenze usate da queste tecnologie (5ghz) richiedono la linea di vista per funzionare bene ed è quindi sufficiente un albero o altro nella “linea di vista” per rendere un collegamento irrealizzabile. Soprattutto in zone pianeggianti avere le antenne installate a 20mt di altezza rispetto al suolo o 40mt fa già una grande differenza. In queso esempio, la BTS di Mantova di NGI è installata sul più alto traliccio della città (100mt !) che consente di vedere le antenne anche a diversi km di distanza. Se le stesse antenne fossero installate su un campanile o altro edificio non più alto di 20-25mt il range di azione diminuirebbe radicalmente.

  5. Tanto di cappello ad NGI. Le mappe, per quel che riguarda la zona in cui risiedo non sono però veritiere, infatti dopo un sopralluogo il segnale è risultato troppo debole per poter dare avvio ad una connessione. Quindi, con ogni probabilità, nonostante il grande lavoro fatto, le zone della presunta copertura devono essere aggiornate 😉 .
    Ad ogni modo è encomiabile lo sforzo fatto in totale autonomia con il rischio imprenditoriale annesso invece della speculazione che viene attuata da chi sceglie la strada legata ad introiti o agevolazioni pubbliche non ben precisate che alla fine nascondono, nei territori locali, dei nuovi monopoli. Un palese esempio sono le società pubbliche nate sfruttando l’appoggio degli Enti Pubblici sia per la stesura dei cavi in fibra che fanno da dorsale, sia per i contratti proposti ai comuni che, con trattative prive di gare d’appalto, vanno contro ogni trasparenza amministrativa e propongono dei modelli di lucro che non dovrebbero esistere per un’ente pubblico aggirati attraverso la fondazione delle società pubbliche.

  6. L’ho sempre saputo che alcuni dei “miei” POP erano dei fuoriclasse e Luca era il Maradona dei POP 😉
    bravo Luca continua così!

  7. Sono cliente NGI ormai da molti anni, da quando accedevo ad F3 con un modem analogico… un secolo fa.
    Mi fa piacere che Eolo abbia raccolto questo consenso e copertura e in particolare il fatto che sia un’iniziativa completamente privata ed italiana.
    L’unica pecca che riesco a trovare nel servizio Eolo è il fatto che non sia disponibile in tutta Italia, ma ahimé capisco che non sarebbe possibile.
    Puntate sempre più in alto, anzi… al Sud ;).

  8. Teuss, posso dirti che NGI è sempre molto scrupolosa nel redigere le mappe. Le segnalazioni degli utenti sono comunque molto preziose ed hanno portato ad aggiustare gli eventuali errori.
    Il KO è avvenuto in zona verde o gialla? Eri al limite di tale zona o nel bel mezzo?
    Di quale comune stiamo parlando?

  9. @ Cristiano, sono in zona gialla rispetto alla copertura sia dell’antenna posta sulla Maresana sia su quella di Gandosso. Mentre nella seconda mi trovo proprio al limite, nella seconda sono un po’ più su del limite visto che la zona off limits va oltre il territorio del mio comune di domicilio ( calvenzano – bg ) arrivando fino ai comuni limitrofi a sud e ad est.

  10. Pensavo fossi nella zona Berlingo, Rovato (BS) (dove ci sono stati recentemente “problemi di mappa”) così avrei potuto avere risposte e tempi chiari ma così non riesco ad aiutarti se non con il tuo indirizzo preciso che, evidentemente, sarebbe OT.
    Posso dirti, comunque, che ci sono in pentola novità sulle antenne che Luca sta studiando per portare a casa più facilmente i clienti al limite.
    Noi ne abbiamo provate un paio ed effettivamente il miglioramento è sensibile.
    Cristiano
    PS: per chi non sapesse la differenza tra verde e giallo…
    Nelle mappe di copertura di NGI il verde indica la disponibilità di tutti i tagli di banda, mentre la copertura gialla indica la disponibilità del servizio EOLO con l’associazione di un antenna SU54 (antenna “ad alto guadagno”).

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