No sceriffi della rete

24/10/2008 TLC, GLI OPERATORI AIIP RICORRONO CONTRO LE MODALITA¹ DI SEQUESTRO DEI SITI ALL’ESTERO

TLC, GLI OPERATORI AIIP RICORRONO CONTRO LE MODALITA¹ DI SEQUESTRO DEI SITI ALL¹ESTERO

[Roma] ­ 24 ottobre 2008 ­ Numerosi operatori di accesso associati ad AIIP hanno depositato oggi, presso il tribunale del riesame di Milano, la richiesta di annullamento del sequestro preventivo tramite “oscuramento” di due siti internet localizzati all’estero disposto dal Giudice delle indagini preliminari del capoluogo lombardo. L’accusa rivolta ai gestori dei siti è quella di vendere sigarette online illegalmente anche in Italia, in violazione della normativa sui monopoli. In questo ambito, il giudice per le indagini preliminari di Milano, invece di rivolgersi agli indagati, ha ordinato agli operatori di accesso italiani di sequestrare i siti in questione tramite il loro “oscuramento”. Il che si traduce, in pratica, in una vera e propria interruzione delle comunicazioni via internet attraverso una ispezione preventiva della navigazione di tutti i cittadini italiani.

AIIP è da sempre schierata per il più assoluto rispetto della legge e coopera attivamente con la magistratura e le forze di polizia, ma giudica inaccettabile e contrario alla normativa comunitaria e italiana che gli operatori di accesso italiani siano destinatari di provvedimenti relativi a fatti che non li riguardano, poiche’ interamente posti in essere da soggetti esteri.

Come già affermato dal tribunale del Riesame di Bergamo poche settimane fa, le norme sul “sequestro” non possono essere utilizzate per attuare quello che in realtà è un “filtraggio” sia in termini tecnici, sia – soprattutto – in termini di impatto sui diritti di cittadini e imprese.

AIIP denuncia la pericolosa deriva culturale che porta a trasformare gli operatori di accesso in “sceriffi della rete” e sottolinea ancora una volta che il problema del controllo dei contenuti troverá una soluzione solamente il giorno in cui si comprenderá che le uniche azioni efficaci sono quelle mirate direttamente agli estremi: chi immette i contenuti, e chi ne fruisce.

AIIP ribadisce la sua piena disponibilità a fare la propria parte nel contrasto ai fenomeni illeciti online, ma nello stesso tempo chiede il rispetto dei ruoli e delle prerogative di ciascuno.

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3 thoughts on “No sceriffi della rete”

  1. Personalmente non sono tra quelli che “sparano” (verbalmente …) contro i magistrati, anzi, devo pero’ riconoscere che i piu’, dal lato tecnico e tecnologico, non valgono granche’, tanto e’ vero che nei giudizi spesso e volentieri vengono assistiti dalla figura del consulente tecnico d’ufficio, che dovrebbe spiegar loro quanto non capiscono in ordine tecnologico.
    Mi chiedo se non sia ora che, come negli S.U., venga promossa la formazione di magistrati tecnicamente e tecnologicamente competenti anche con tanto di laurea tecnologica, padroni non solo degli autoerotismi mentali del diritto (parafrasando il Sen. Oscar Luigi Scalfaro …), ma anche di qualche certa cognizione di matematica, fisica, informatica, chimica, ingegneria, etc. etc.
    Tenuto conto che l’architettura di Internet e’ ben nota (?), che senso ha “oscurare” l’accesso ad uno o piu’ siti (server) fornitori di informazione? Magari con un “proxy foresto” ci arrivo comunque …
    Tale azione, magari svolta maldestramente, come qualche anno fa da parte dei monopoli per proibire l’accesso ai casino online, non costituisce forse violazione degli artt. 7 (Rispetto della vita privata e della vita familiare) e 11 (Libertà di espressione e d’informazione) della Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea?
    Abbiamo pagato e profumatamente ‘sta Europa, vediamo di usarla anche contro certi “soloni” di casa nostra, visto che la normativa comunitaria ha la precedenza su quella nazionale, come Costituzione e piu’ sentenze della Corte Costituzionale hanno ribadito.

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