Io le credo. Aka “digital shengen”

Sara’ perche’ sono un padre e certi problemi li vivo e mi adopero per risolverli (la mia storia professionale, come molti di voi sanno e’ li’ a dimostrarlo), io credo all’On. Carlucci, nel senso che credo che sia stata in buona fede.

Penso che pero’ si sia fidata un po’ troppo delle intuizioni di Davide Rossi.

Internet e’ una Digital Shengen. non ci sono piu’ i valichi dove fare i controlli. L’elettronica ha messo nella possibilita’ delle persone (e lo fara’ sempre di piu’) strumenti banali per aggirare filtri e controlli. Basta vedere il rapporto dell’Universita’ di Harvard su come aggirare i filtri in Cina.

Bisogna portare in capo a chi commette reati e illeciti le proprie responsabilita’. (e le norme che lo consentono, in una grande maggioranza dei casi, entrano in vigore tra 20 giorni) (anche su questo, qualcuno ha commesso una leggerezza, evidentemente non informando l’On. di cio’)

Gabriella Carlucci e Davide Rossi: è andata così | Diritto online | Webnews.

i miei collaboratori hanno seguito l’intervento dell’avv Davide Rossi (che tra le altre cose è anche e non solo Presidente di Univideo) nel convegno organizzato da Assodigitale il 15 gennaio us e ho avuto modo di condividere alcune idee con lui, chiedendogli di mandarmi una nota con alcuni spunti normativi. Per esempio quello della responsabilità dei propri atti, anche se compiuti via internet, ovvero non si può lanciare il sasso e nascondere la mano.

Su questo, come noto, sono assolutamente d’accordo.
Il problema di impostazione e’ che non puo’ essere tutto vietato tranne cio’ che e’ consentito. L’anonimato va protetto, solo la magistratura puo’ fare giustizia.

Sarà sicuramente d’accordo con me inoltre sul fatto che la direttiva del 2000 è stata concepita e approvata quando internet non era web 2.0 ma vi erano semplicemente siti più facilmente identificabili in caso di violazione. Oggi invece è molto facile lanciare un forum di discussione con un titolo ben preciso e lasciare che sia il polo della rete, in maniera anonima a compiere reati quale la diffamazione, l’ingiuria, la calunnia.

Anche su questo, On. Carlucci, non so chi le stia dando queste informazioni, ma non e’ affatto cosi’.

 La vera e reale finalità della mia iniziativa, al contrario di quanto maliziosamente riportato, si evidenzia dal fatto che i due documenti recano titoli inequivocabili: pedo_relazione e pedo_proposta.

Io questi non li ho visti nei file, e si che li ho guardati byte per byte. ma questo non importa.

Il 18 tengo il seminario “il futuro non e’ piu’ quello di una volta” (sulla falsariga di quello che ho fatto a informatica a milano settimana scorsa) presso la sala conferenze di Piazza Monte Citorio. Spererei tanto di vedere anche l’On. Carlucci e, perche’ no, poterle dare qualche parere, da tecnico.

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4 thoughts on “Io le credo. Aka “digital shengen””

  1. Non si improvvisa un nuovo mestiere.
    Gli antichi veneziani passavano una vita a navigare e a commerciare. L’esperienza acquisita nelle trattative con i vari popoli mediterranei (e anche più lontani), consentiva ai migliori (che sopravvivevano alla selezione dei mari e del turco) di entrare nel Maggior Consiglio (attorno alla quarantina) per legiferare. Ma l’esperienza (imprenditoriale e di relazione) era in linea con le competenze richieste dalla politica (management di uno stato).
    Non vedo invece nessuna relazione tra chi ha lavorato come soubrette in televisione e poi si improvvisa manager di una nazione.
    Mi verrebbe da pensare al famoso detto milanese “al filer fa’ ol to’ mester” o alla versione in bergamasco “Chi ‘l fa ol mester che no ‘l sa fa, al se troa negot in mà”…
    O meglio, si trova in mano qualche cosa fatto da altri… e non fa di certo bella figura.

  2. Anch’io vorrei dare un parere all’On., solo che sono contro la violenza fisica e verbale e così mi pare meglio lasciar stare.
    Inoltre mi chiedo sempre se è utile parlare con gli avatar. Sarò poco virtual-reality, ma mi chiedo se non è meglio rivolgersi all’ominio che li fa muovere.

  3. Per me, quando si scrive una frase come questa :
    “in ogni caso io vado avanti per la mia strada, sicura e conscia della bontà e la necessità della mia iniziativa. Cordiali saluti».
    Firmato: Gabriella Carlucci. ”
    risulta davvero difficile pensare alla buona fede, altrimenti, chi scrive, dopo la valanga di commenti contrari, dei quali, alcuni, tecnicamente opportuni nonchè esaurienti ed appropriati ( vedi Avv. Scorza ), non potrebbe non tenere conto dei suggerimenti e quindi non cambiare la proprie idee…

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