BT offre vacanze lunghe…
Qualcuno aveva detto che BT è un hedge fund malgestito con una società telefonica come contorno.
Io non vedo molto bene questo provvedimento, una idea di questo genere sarebbe giustificata se si potesse pensare ad una inversione di tendenza nel business che faciliti il rientro del personale, ma non e’ cosi’. La tendenza è strutturale e lo sanno tutti.
Questo e’ un provvedimento che potrebbe piacere ad analisti e direttori finanziari (vedere “o la borsa o la vita” per un esempio di taglio per ragioni non industriali, premiato dalla finanza).
Un amico mi ha raccontato che in una filiale di BT gli si vorrebbe impedire di usare un cavo omologato che, da una spina, collega un doppio alimentatore di una macchina. (alimentatori ridondati; finche’ uno va, l’altro non consuma).
Perche’ avverrebbe cio’ ? non per il consumo elettrico incrementale (chesarebbe ampiamente nei limiti previsti), ma perche’ cosi’ facendo gli si vorrebbe far pagare una ciabatta aggiuntiva.
Se questo fosse il genere di risposte al momento di difficoltà, sarebbe facile prevedere che tale momento non sarebbe breve….
beh, se è vero come ho letto che: “British Telecom, che conta più di 100.000 dipendenti, ha subito perdite per circa 1,3 miliardi di sterline solo nei primi tre mesi di quest’anno” qualcosa bisogna “inventarsi”, ma sono d’accordo con te che la soluzione dovrebbe essere “strutturale”.
Curioso: è la stessa politica di IBM: la chiamano anno sabbatico.
Segno dei tempi….
Ferlinghetti (Fistel-Cisl): in Italia a rischio 320 posti di lavoro
Un anno di “vacanza” con il 25% dello stipendio in British Telecom, questo è quanto appreso dalle Agenzie stampa ieri. «Due pesi, due paesi, due misure» è quanto dichiara Tomasino Ferlinghetti, Segretario Nazionale delle Fistel CISL, e continua: «In Inghilterra una “cassa integrazione” volontaria che il management inglese di BT definisce innovativa e progressista e in Italia 320 licenziamenti su 1.300 dipendenti».
«L’idea lanciata dalla multinazionale, che ha sempre dichiarato di essere un’azienda all’insegna della pari opportunità rileva invece una discriminante forte, cui saranno particolarmente le fasce deboli ad aderire alla proposta. Mentre in Italia tutto tace, si attende la riapertura del tavolo negoziale per valutare alternative che garantiscono tutela e livelli occupazionali attraverso una riorganizzazione che non svuoti gli organici. Se entro questa settimana non otterremo risposte torneremo dalle lavoratrici e dai lavoratori di BT Italia per condividere ogni iniziativa possibile per dire no a licenziamenti diretti».