Giornata di silenzio ? Salvo sorprese, non dovrebbe servire

Guido e Alessandro (errata corrige, anche Enzo di Frenna) stanno proponendo la nota giornata di silenzio dei blog per contestare la previsione dell'obbligo di rettifica previsto per i siti informatici nel decreto Alfano.

Un'alternativa/integrativa alla movimentazione penso sia tentare di trovare un interlocutore che si dimostri sensibile e si dia da fare attivamente.

Con Marco abbiamo avuto fitti scambi con l'On.Antonio Palmieri, che si era già dimostrato ricettivo ed attivo in occasione dell'emendamento D'Alia per sondare la sua disponibilita' a recepire e riproporre l'emendamento prodotto collettivamente sul wiki; alla fine abbiamo fatto una riunione in cui è stato coinvolto anche l'On. Malan.

Visto che e' probabile che il testo possa non essere cambiato (tantopiu' su una questione che ad alcuni potrebbe apparire secondaria), la cosa migliore abbiamo convenuto essere la presentazione di un ordine del giorno che chiarira' che per "siti informatici" si intendono "i giornali e periodici diffusi per via telematica e soggetti all'obbligo di registrazione di cui all'articolo 5", come proposto nel wiki.

La movimentazione ha l'indubbio il merito di portare l'argomento (sicuramente importante) all'attenzione delle persone e rendere visibile il fatto che un vasto numero di persone e' interessato.

Non bisogna diminuire l'attenzione perche' l'ordine del giorno deve essere presentato ed approvato. Ma se tutto prosegue secondo il percorso avviato, auspicabilmente la mina dovrebbe essere disinnescata.

Per concludere, sento l'obbligo di ringraziare l'On. Malan e l'On. Palmieri che si sono dimostrati disponibili a presentare l'ordine del giorno e a seguire personalmente la vicenda.

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5 thoughts on “Giornata di silenzio ? Salvo sorprese, non dovrebbe servire”

  1. Mi permetto di sottoporti anche questo: Li firmiamo?
    http://scialdone.blogspot.com/2009/06/li-firmiamo.html
    E’ un’opinione ovvio, discutibile ovvio, ma in tutto questo tripudio di “famigerati ammazzainternet” diventa davvero difficile per chiunque esprimere opionioni “altre” o potere in qualche modo interloquire, visto che il “nuovo pensiero unico” diventa di volta in volta a cascata l’unico e il solo che viene massicciamente veicolato in modo assolutamente inconsapevole dai tantissimi altri.
    La coda incredibile e difficilmente bloccabile dell’emendamento D’alia docet.
    http://scialdone.blogspot.com/2009/06/emendamento-dalia-facciamo-un-po.html
    Condivido che tenere alta l’attenzione, nel dubbio, è sicuramente la strada da percorrere, ma da sempre ho ritenuto molto più utile farlo attraverso interlocuzione e il “condizionamento” e penso anch’io, nella fattispecie, che sia molto più costruttivo e produttivo tentare di trovare un interlocutore che si dimostri sensibile e si dia da fare attivamente.
    Dovremmo essere così forti da imporre noi l’agenda legislativa in questo settore, piuttosto che subirla
    dice qua Maistrello
    http://www.sergiomaistrello.it/2009/07/04/io-il-14-luglio/
    che sull’argomento esprime concetti assolutamente chiari e condivisibili.
    Io non penso dovremmo protestare col silenzio. Al contrario, credo dovremmo parlare molto di più, spiegare molto di più, documentarci molto di più, facendoci forti dei fatti e guadagnando credibilità grazie alla laicità intellettuale dei nostri ragionamenti e alla rigorosa rinuncia all’emotività. Saranno i fatti a renderci liberi, non l’indulgere in proteste improvvisate, spesso isteriche e talvolta del tutto inconsapevoli. Nel caso delle leggi che in questo periodo lambiscono internet, in particolare, io credo che l’argomento “giù le mani dalla libertà d’espressione” abbia fatto un po’ il suo corso, tanto che spesso finisce per fare il gioco di chi un bavaglio alla rete magari vorrebbe metterlo davvero.
    Siamo autoreferenziali, reagiamo con argomenti che convincono chi è già dalla nostra parte e confondono o peggio irritano chi già ci vede con distanza e sospetto.
    […] La casualità, l’improvvisazione, l’ignoranza su temi così strategici per il paese sono il vero scandalo. Su questo dobbiamo e possiamo lavorare molto di più. Abbiamo margini enormi di lavoro, se riusciamo a essere più forti, più coesi, più precisi e più saldi di nervi.
    Aggiungo (io) che così si corre il rischio (anche) che le cose davvero importanti, poi passino tra il silenzio e l’ignoranza (nel senso di sconoscenza) generali.

  2. ” e abbiamo convenuto essere la presentazione di un ordine del giorno ”
    Purtroppo il “valore” reale di un ordine del giorno è pari ad una promessa elettorale.
    Comunque ormai dobbiamo solo sperare in benevole concessioni dall’alto e non abbassare la guardia

  3. Non e’ affatto vero. Viene fornita l’interpretazione autentica.
    Che poi qualche giudice possa non attenervisi come paventa Guido, e’ ovviamente vero. Ci sono alcuni giudici che non si attengon oa norme molto piu’ limpide e inequivoche, non a caso abbiamo 3 gradi di giudizio. Se non fosse cosi’, perche’ vi sarebbero ?

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