Firmo o non firmo ?

una decina di giorni fa mi e’ stato chiesto se sottoscrivessi questa lettera contro la legge Pisanu.

[ricordo che la Pisanu e’ composta da due parti: 1) la autorizzazione del questore (come un internet bar) 2) l’autenticazione dell’utente]

dice la lettera:

Tra gli effetti di questa norma, ce n’è uno in particolare: il freno alla diffusione di Internet via Wi-Fi, cioè senza fili.
 

fino a un po’ di tempo fa pensavo che un problema fosse l’incertezza. nel senso che, non essendo certo se veniva prorogata o meno, nessuno ci ha investito per offrire un servizio gratuito (ad esempio sponsorizzato da pubblicita’ via SMS per autenticazione, pubblicita sulla landing page, sovvenzione dal locale, ecc.)
 
sul sole avevo dichiarato che

“Potrebbe essere l’operatore a farlo: offrendo a negozi e bar l’Adsl con un servizio di autenticazione centralizzato per i loro utenti, nel rispetto della Pisanu Che io sappia ora lo fa solo un piccolo provider Panservice a Latina. Gli operatori non hanno lanciato  queste offerte perché credevano che la Pisanu sarebbe cambiata presto…». «è un’ottima idea, ci lavoreremo. Non so perché non ci  abbiamo pensato prima », conferma Marco Fiorentino, presidente di Aiip, l’associazione dei principali provider italiani.

poi ho cominciato a parlarne in giro e ho cambiato idea.
 
invito a leggere questo con tutti i commenti; con Carlo M ci ho parlato un po’. semplicemente non interessa…
 
in francia, nello specifico, la hadopi forza alla chiusura di tutti gli access point. [non so da dove emergano i 4806 access point, spero non dalle statistiche del ministero… ]
 
un mio amico provider ha un sacco di wifi e ha dei dati di accesso nulli
 
anche Fon, in italia e’ stato largamente inferiore alle attese
 
ho letto su Punto che in america una municipalità  è stata costretta a spegnere il wi-fi cittadino a seguito di una segnalazione di Sony.

E se la rete da cui è stato effettuata l’azione illegale fosse stata una Fonera, per esempio? Che guai avrebbe passato il proprietario?

ricordiamo che in tutti i contratti con i fornitori di accesso, e’ l’abbonato, non l’utente, il primo responsabile di cio’ che avviene con quel servizio di TIc.

a Londra non c’e’ la Pisanu e c’e’ pieno di wifi ma sono tutti chiusi
perche’, se attraverso un wifi aperto qualcuno fa qualcosa di male, chi
lo ha lasciato aperto e’ corresponsabile. (da persona che si e’
occupata di protezione delle infrastrutture critiche, mi piace
l’approccio britannico.)

con questo non sto dicendo che togliere la Pisanu sia negativo; togliere l’obbligo di autorizzazione dal questore mi pare una cosa buona e giusta.

Per quanto riguardala possibilita’ di identificazione dell’utente, non mi pare ne’ un problema tecnico ne’ economico. Identificare un utente consente di attribuire le reponsabilità in modo specifico, e da’ il diritto a chi non e’ responsabile di esserne lasciato indenne.

Forse il problema maggiore e’ spiegare che non e’ vero che Internet e’ una landa deregolamentata e senza norme, che ci sono delle reponsabilita’ per cio’ che si fa anche online e spiegare alle persone che, per dirla come il mio amico Guido, “mr. nobody non ha diritti”.

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30 thoughts on “Firmo o non firmo ?”

  1. Mi sembra insensato che ogni volta che voglio utilizzarre un access point in un bar devo consegnare una fotocopia con la mia carta d’identità!
    E’ vero adesso il sistema si sta evolvendo e la chiave di accesso ti arriva tramite sms ma che senso ha? Chi vuole commettere un illecito adesso può collegarsi con una identità falsa senza problemi, prima almeno ti guardavano in faccia e verificavano che fossi tu quello sulla carta (a meno che non ci sia un mtaching di dati tra quelli in possesso della compagnia che eroga il servizio con quelli statali, ma ho seri dubbi). Anche il numero di cellulare, per un delinquente, non rappresenta certo una barriera efficace.
    Le cabine telefoniche pubbliche (ora sono decisamente meno rispetto una volta) avevano lo stesso “problema”; potevi telefonare senza comunicare a nessuno la tua identità utilizzando gettoni o carte prepagate rigorosamente anonime. (Nessun decreto d’urgenza antiterrorismo allora)
    In università ho amici che spesso si lamentano per le difficoltà incontrate nell’accedere alle varie reti free di cui sia l’università sia la città è provvista in quanto vengono richieste registrazioni complicate e in alcuni casi è necessario che sia il tecnico dell’università a mettere le mani sul tuo pc.
    Nel frattempo, garzie agli intralci burocratici per poter accedere alla rete, le compagnie telefoniche vendono chiavi usb per collegarsi ad internet che vengono usate spesso in zone irradiate da wifi gratuito! (univeristà, bar, piazze, parchi…)
    Ultimo punto, non sono l’unico a sostenere che le proposte di legge sempre più strngenti su wifi e connessione ad internet spingano gli utenti ad informarsi e ad utilizzare sempre più software per cifrare la connessione alla rete con il risultato di avere una rete protetta a norma di legge della quale non sappiamo, però, cosa sta trasmettendo 🙂
    Io, personalmente, Le consiglierei di firmare. Non trovo giusto complicare la vita di 56 milioni di Italiani in questo modo illudendoli di aumentare la sicurezza nazionale…

  2. Bah… “fare online”… cosa si fa online? Si spara ad una vecchietta? Si stupra una figliola? Il massimo del male che si possa “fare online” e’ andare offline per tirare il terminale in testa a qualcuno. Affermato con decisione questo (e un modo puo’ essere quello di firmare l’ennesima petizione), allora possiamo ragionare. Right to speak anonimously e’ garanzia prima e ultima contro i totalitarismi tutti.
    Economicamente parlando l’AAA ha un costo significativo. Per il bar, il pub, etc ha un costo significativo. Non solo il lavoro di fotocopiare carte d’identita’ (o inviare sms, come se le telco mobili fossero authority affidabili!), ma anche quello di tenere i log. Senza la Pisanu posso proporre un apparato da 50 euro; con la Pisanu non ne bastano 200 e/o 50 ed un servizio esterno su server terzo (ie: dipendenza da terzi, rischi sicurezza, rischi privacy, etc). Con la Pisanu livello di complessita’ cresce talmente tanto che… il wifi e’ antieconomico, non si diffonde. La Pisanu e’ un WiFi Tax Act… legge di proibizione camuffata da legge di tassazione a scopo terrorismo (finto; cfr. Brigate Rosse su Il Giornale). Quanto al tuo amico Guido, ricordagli che nobody ha diritti al naturale, perfino la Costituzione italiana si limita a “riconoscere” diritti perche’ non puo’ fare altro. Esistono ex-ante.

  3. Bravo Stefano, condivido.
    Forse non tutti sanno che si puo’ commettere accesso abusivo ad un sistema informatico anche se questo non e’ protetto da password.
    E’ sufficiente che non ci sia un invito espresso ad entrare.
    La logica e’ che se io trovo un cellulare per terra, non e’ che mi metto a telefonare a tutti, solo per il fatto che non c’e’ la protezione del PIN: semplicemente non e’ un telefono pubblico.
    I wi-fi non protetti restano comunque utenze residenziali e non si puo’ avere certezza che il titolare voglia altri utenti nella propria rete o che la protezione sia stata semplicemente omessa per distrazione.
    Questo non toglie che il sistema di identificazione tramite documento cartaceo sia anacronistico e si debba rivedere.
    Ma i problemi devono essere distinti.

  4. ma oltre alle considerazioni sostanziali, ci sarebbero quelle di opportunità relative ad una iniziativa che si chiama “la carta dei 100” (elitaria no ? perchè non 101 o 300 giovani e forti) che viene lanciata (promossa?) dalle pagine dell’espresso che, ancora una volta tralasciando considerazioni sostanziali, si trova nelle relazioni in cui si trova con il governo.
    Una inziativa elitaria di un giornale politicizzato ? Meglio un banner su tanti siti internet, magari con router wifi che ride 🙂 Le cose si possono fare diversamente, meglio? boh, solo più internet.

  5. bruce schneier dice che tiene aperto il wifi e che cosi’ non puo’ essere ritenuto responsabile di cio’ che avviene con la sua connessione. bruce schneier.

  6. Qui da me funziona così e non mi pare tutto sto casino dato che è gratis:
    “Per ottenere l’accesso ad internet occorre inviare un sms al seguente numero 3663327682 indicando la parola “wifi” e nome, cognome e codice fiscale del richiedente (per gli stranieri il codice fiscale non serve).”
    Non vedo dove sia il problema!
    Se non vogliono che la gente usi in maniera sconveniente internet basta bloccare alcune porte e il gioco è fatto! o no?!?

  7. Caro Stefano io invece ho deciso di firmare e la motivazione e’ molto semplice e mi permetto di aggiungere POLITICAMENTE NEUTRA e cioe’ ne di destra ne di sinistra:
    “io voglio fare l’imprenditore e basta” e pertanto auspico uno stato che faccia lo stato senza cercare scorciatoie a mio carico … la criminalita’ di qualsiasi stampo ed origine si combatte solo e soltanto con un adeguato apparato investigativo e non mettendo i bastoni tra le ruote a tutti gli altri cittadini onesti.
    In ultima istanza ne faccio solo una questione di costi/benefici
    Dino Bortolotto

  8. Quoto in toto il commento di Dino e aggiungo una chiosa più sociologica: siamo certi che tutte quelle attività che potremmo riunire sotto il concetto di “compressione della libertà” hanno una reale e tangibile contropartita in positivo? abbiamo mai avuto un riscontro in tal senso?

  9. Il problema come al solito è l’attuazione. La questura di Firenze INSISTE che vogliono ASSOLUTAMENTE la fotocopia del documento d’identità, e non va bene l’sms o il numero di cellulare. La Pisanu fa schifo perché non c’è un decreto attuativo SENSATO per applicarla, e ognuno fa a modo suo.
    Ovviamente, il comune di Firenze invece ha messo su un wifi gratuito (ma limitato nel tempo) con autenticazione addirittura tramite squillino col cellulare (senza pagare la telefonata o l’sms: il sistema guarda il caller id e ti autorizza in tempo reale). Ma se chiedi alla questura, per loro questo sistema è illegale…

  10. @Matteo: il telefono, a differenza di internet, consente solo di far passare voce. con internet puoi anche controllare dispositivi.
    @Mfp: rubare danaro, alterare profili di credito di persone, cambiare le temperature di apertura delle valvole delle ciminierere, alterare le mescole di preparati alimentari, provocare disruption in alcuni sistemi di regolazione di certi tipi di traffico, ecc. ecc. ecc.
    @Daniele: mi piacerebbe vedere la citazione, ricordo molto bene le policies di BT. presumo che non abbia parlato con un avvocato.
    @Alberto: “qui da me”, dove ? Poi, da una porta passa tutto.. (se volete dilettarvi, provate a fare tunnelling su porta 53…)
    @Dino: L’iniziativa economica privata è libera. Non puo’ svolgersi in contrasto con l’utilita’ sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla liberta’, alla dignita’ umana. Art. 41 Costituzione italiana
    @Antonio: si.
    @Giovanni: forse perche’ il caller_id chiamante puo’ essere spoofato, meglio mandare al destinatario una one-time password.

  11. Stefano, hai citato solo falsi problemi. Alle volte per implementare sicurezza perfetta basta staccare un cavo, mettere un computer in cassaforte, e una guardia giurata all’ingresso della stanza. E sul piano fisico ci sono tutte le leggi da decenni… secoli… millenni?
    Poi un giorno mi spiegherai che ci fanno collegati in rete i mescolatori per preparati alimentari… o le valvole di una ciminiera…

  12. @mfp: certamente, solo che non avviene.
    ho elencato solo situazioni di cui sono venuto a conoscenza negli anni passati. le macchine che governano questi impianti sono controllate da PC che sono collegati in rete.
    In qualche caso, accessi non autorizzati o DOS, ce ne sono stati.
    la ciminiera in questione era di una piccola societa’ farmaceutica, ovviamente nei pressi di una citta. Il rischio e’ lo stesso di un inceneritore, ovvero l’emissione di diossina.
    Nell’industria alimentare in questione, tutto il controllo dei preparati dei vari stabilimenti e’ controllato da un sistema centrale che raggiunge i vari stabilimenti via internet.

  13. E perche’ non m’hai chiamato!? Io mi travestivo da esperto di sicurezza, staccavo un cavo, e mi facevo pagare profumatamente! Situazione risolta. In ogni caso, che centra questo con l’idea, per altro impraticabile (btw, vuoi una sim intestata ad uno dei 1.300.000.000 cinesi esistenti al mondo? 100 euro e te la cedo), che facendo un perimetro sull’accesso ad Internet non si svalvolano le industrie farmaceutiche? E’ una falsa idea di sicurezza. Stai propagandando una falsa idea di sicurezza.

  14. @ Anche un mio cliente controlla via rete l’operatività del pastorizzatore di birra di una notissima azienda internazionale…. pensa al danno economico o per la salute…..
    Per non parlare dell’altro che supevisiona la sicurezza di agenzie bancarie….
    Sarei per la totale liberta, ma “individuata”. Ognuno deve essere responsabile di quello che fa.

  15. vincenzo vicedomini

    @mfp : sarò tonto io ma il messaggio di stefano mi pare orientato più alla creazione di una tracciabilità dei soggetti che di una chiusura talebana .
    il problema infrastrutturale esiste e mi stupisco che proprio tu che con la rete ci mangi, faccia certe osservazioni. l’esempio che citi delle sim cinesi è calzante fino ad un certo punto perchè,
    giusto per restare nell’esempio, in un’indagine (post illecito/reato) stai tranquillo che gli inquirenti risalgono fino a te dopo aver beccato stefano (o arrivano a stefano dopo aver beccato te in un’indagine parallela sulla rivendita di sim intestate a terzi)
    Il problema è che se vuoi delinquere non esistono deterrenti normativi e/o tecnici che tengano per cui inutile rendere l’accesso a una rete WI-FI più complicato e costoso del necessario.
    Questo è IMHO il senso che traspare dal parlare di stefano.

  16. @Stefano:
    ti invito a considerare le conseguenze indotte dalla interpretazione dell’art 41 che implicitamente suggerisci.
    Con la medesima interpretazione mi domando perchè allora non obbligare tutti gli esercizi pubblici ad individuare tutti gli avventori (tracciando identita’ e permanenza)?? o meglio ancora perche’ non limitare il numero di ore in cui possiamo liberamente circolare (coprifuoco)
    ma forse e’ la definizione di cosa si intenda per “… Non puo’ svolgersi in contrasto con l’utilita’ sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla liberta’, alla dignita’ ” che fa la differenza e forse per i padri fondatori questa frase si riferiva ai reati realmente commettibili dall’imprenditore a danno della sicurezza degli altri cittadini…. e non ad un reato surrettiziamente introdotto mediante l’emanazione di una legge che mette a carico dell’imprenditore (in tutto od in parte) l’attivita’ investigativa
    Considerando prioritario il rapporto costi/benefici, ovviamente dei cittadini, trovo che spacciare ai medesimi, alcune misure, come se queste aumentassero la loro sicurezza quando esse in realta’ NON la incrementano di un “epsilon” piccolo a piacere, mi pare solo una mistificazione demagogica … che nasce nel migliore dei casi dall’ignoranza e nel peggiore dalla necessita di tutelare alcune strutture economiche (oligarchiche) creando un VERO danno ai cittadini per mezzo del tradimento del vero LIBERISMO e delle vere LIBERTA.

  17. perche’ bevendo una birra non c’e modo di fare un furto in banca o creare un incidente in un impianto industriale.
    perche’ se circolando per strada qulcuno importuna mia figlia, un vigile lo branca (o almeno lo vede in faccia).
    perche’ questo accanimento nei confronti di una autenticazione per internet quando ogni volt ache facciamo una telefonata siamo altrettanto autenticati ?
    perche’ non ti agiti anche per l’eliminazione delle SIM ? le SIM sono un VERO danno ai cittadini per mezzo del tradimento del vero LIBERISMO e delle vere LIBERTA ?

  18. Stefano se non ricordo male per circa 100 anni abbiamo vissuto con le cabine telefoniche pubbliche dalle quali i sequestratori potevano fare in tranquillita’ le loro richieste ma non abbiamo sconfitto i sequestri pensando di eliminare le cabine … vuoi forse dirmi che con il progresso tecnologico la tutela dei cittadini onesti si ottiene aumentandogli le rotture … caspita che bel progresso!

  19. non e’ dialettica se nemmeno consideri i miei argomenti.
    ri-ri-badisco che con la rete non si puo’ solamente comunicare ma anche compiere atti, alcuni dei quali pericolosi.
    ri-ri-badisco che cio’ avviene anche con i cellulari e non mi pare che consideri le SIM una rottura per gli utenti.
    ti prego di non scadere nei giochi di parole… la telefonia cellulare e’ un bel progresso (per usare le tue parole), che non e’ certo nella SIM che gli aumenta le rotture…

  20. Stefano, la SIM non e’ una rottura perche’ esibisco la mia carta di identita UNA SOLA VOLTA e poi posso girare UNA VITA per l’intero mondo e fare tutte le telefonate che voglio
    il famoso (costi/benefici) … una rottura “una tantum” “gratuita” e’ sopportabile perchè mette in carico al cittadino onesto il MINIMO indispensabile … ma non mi pare essere questo lo spirito con cui in questo paese si scrivono le leggi … tanto per rinfrescare la memoria ricordo che come Assoprovider abbiamo dovuto lottare NON POCO per ottenere l’autenticazione a mezzo SMS come sostitutiva della carta d’identita’.
    E visto che il costo degli SMS e’ tema attuale ricordo a tutti, che nonostante il mirabolante intervento di AGCOM, pagheremo comunque gli SMS 600 volte di piu di quanto paghiamo la fonia cellulare … altra magia del liberismo taroccato, per cui per fare una autenticazione via SMS “regaleremo” agli operatori mobili italiani 11 centesimi (al posto di 0,0005 Euro) e tutto cio non risolve comunque il problema dei turisti perche, udite udite, le SIM utilizzabili sono solo quelle degli operatori italiani …. vorrei capire come sia possibile far parte della Comunita Europea e poi discriminare impunemente le SIM degli operatori mobili francesi o tedeschi (solo per fare qualche esempio) … sicuramente il legislatore deve aver vagliato che le SIM nostrane differiscono da quelle di tutti gli altri operatori del mondo per qualcosa di essenziale …

  21. non interpretare a senso unico…
    io non ho mai detto che ad ogni accesso si debba presentare documenti o richiesta in carta bollata.
    e se non ci fosse nemmeno la rottura una tantum ? (oltre a quella che gia’ c’e’ quando firmi qualunque contratto)
    FYI, in alcuni paesi ci sono sim in vendita anonimamente e questa e’ la ragione della limitazione. C’e’ un documento del COnsiglio d’Europa che invita ad eliminare le sim anonime, per cui accadra’ anche li..

  22. continui a ragionare a senso unico.
    io non ho detto che la Pisanu va bene cosi’ come e’ ma che l’identificazione e’ bene.
    non ho detto che la identificazione debba avvenire ad ogni volta o che si debba presentare carta bollata.
    posso immaginarme vari modi tecnici per assicurarmi che, senza overhead alcuno al momento della connessione e senza costi variabili, comunque si assicuri ad un magistrato che sia possibile risalire, nella grande maggioranza dei casi, all’identita’ della persona.
    e questo, non necessariamente deve essere fatto per incriminare qualcuno, magari, invece, per scagionarlo!.
    e poi, si, c’e’ una differenza tra le sim italiane e quelle di alcuni altri paesi. in alcuni altri paesi ci sono sim rilasciate anonimamente e no, la cosa non va bene e non sara’ cosi’ per sempre; c’e’ un documento del Consiglio d’Europa che invita gli stati membri a identificare gli utenti dei servizi di telecomunicazioni. (a partire dalle sim)

  23. @Stefano:
    anche tu continui a ragionare a senso unico … parli come se non conoscessi questo paese e cioe’ come se esso fosse popolato da legislatori dotati di buon senso che hanno ad unico interesse quello dei cittadini.
    se permetti dopo 10 anni di svariate lotte su diversi fronti (e per intenderci con diverse maggioranze politiche) mi permetto di essere molto diffidente e piuttosto che correre il rischio dell’ennesima legge che parte con buone intenzioni (e di buoni intenzioni sono lastricate le vie per l’inferno) ma poi se ne “strafrega” di tutte le “nostre osservazioni” perche’ gli interessi da servire non sono proprio i nostri (e potrebbe pure starci) ma nemmeno quelli di TUTTI i cittadini, preferisco essere MOLTO cauto sulle misure di indentificazione massive e preventive.
    Se esistono paesi del mondo dove si possono ottenere SIM senza farsi identificare … e quelle SIM sono utilizzabili in italia in fonia convieni che da quelle SIM ci si puo SEMPRE connettere ad INTERNET in modalita’ DIALUP?? … e ti sei domandato di quanto STATISTICAMENTE diminuisce la probabilita’ di individuare chi commette un reato serio (perche voglio sperare che il problema non sia riscontrare con certezza chi ha dato del buffone ad un altro) l’avere un WIFI con obbligo di indentificazione ed uno privo di tale obbligo?? … perche’ se la differenza statistica e’ zero posso sperare che convieni che la misura non viene certo introdotta per innalzare il livello di sicurezza dei cittadini??
    e da ultimo … giusto per dimostrare che vi possono essere soluzioni che innalzano l’identificabilita senza pero’ “rompere troppo” sbaglio o tutti i dispositivi di rete hanno quello che viene chiamato “mac address” e che da questo si risale facilmente al produttore e via via scendendo al venditore?
    … devo continuare??
    ovviamente il problema VERO e’ sempre il solito:
    –piu’ rotture al cittadino UGUALE meno impegno investigativo
    –meno rotture al cittadino UGUALE piu’ impegno investigativo

  24. Dino, di nuovo non entri nel merito dei miei argomenti.
    Chi ha detto che lo schema di identificazione non possa essere basato sul mac address ?
    avendoti risposto nel merito, crossposto quanto ho scritto in altro commento ad altro post.
    chi si sofferma sul dire “no autenticazione” quando le indicazioni del Consiglio d’Europa sono di andare verso l’identificazione, non si lamenti poi se l’autenticazione fatta da terze parti non fosse possibile.
    [Aggiungo qui poi un altro argomento: in assenza di identificazione, che abilita operare sul responsabile della fonte, non si lamenti poi se il controllo viene richiesto sul canale.]
    immagina l’accesso wireless ad un ISP con autenticazione fatta da una terza parte (chiamiamo AUT) per accedere a contenuti erogati dal Content Provider CP
    ISP non sa chi e’ l’utente, ma sa dove va e da dove viene
    AUT non sa dove va l’utente ne’ da dove viene, ma sa chi e’
    CP non sa chi e’ l’utente, ne’ da dove viene, ma sa dove va.
    nessuna persona tecnica di uno dei soggetti puo’ ricostruire
    ma combinando i tre un magistrato puo’ ricostruire tutto.
    penso che questo schema sia persino meglio (dal punto di vista della garanzia della tutela dei diritti) della situazione attuale in cui ISP sa chi sei, da dove vieni e dove vai.
    a questo punto, il nocciolo e’ prevedere un sistema di anonimato protetto che consenta che l’autenticazione sia svolta da uno o piu’ soggetti terzi al fornitore di accesso e di contenuti.

  25. Sono d’accordo con Stefano…la necessità di fare richiesta alla questura è
    eccessiva, l’identificazione no, più che altro per tutelare il
    proprietario della rete.
    Passatemi la metafora: una rete Wi-Fi aperta è come prestare
    (liberamente) la macchina a qualcuno che non si conosce, anzi a
    qualcuno che non si è mai nemmeno visto in faccia. Se questo sig.
    Nessuno usa la macchina per fare una rapina in banca, per il
    proprietario risulterà difficile dimostrarsi innocente dato che non sa
    indicare [il sig.] Nessuno.
    Ciò detto, in università (Milano Bicocca) mi scarico il mio certificato e ci si connette al Wi-Fi dell’ateneo senza problemi il tutto rispettando pienamente il
    decreto Pisanu (e, inoltre, sono ormai 2 anni che c’è il wireless… non da ieri).
    Ovvio, i tuoi dati e documenti ce li hanno già perchè
    sei iscritto/dipendente o simili e quindi tutto il resto si può fare
    via internet (serve però un altro computer per scaricare il
    certificato, ma in università ci sono i laboratori [dove ognuno ha la
    propria login :)] o lo si fa da casa).
    Altrettanto ovvio che per un bar la cosa si presenta molto più
    complicata, ci vorrebbe un sistema di identificazione univoco
    usabile in rete (associare la firma digitale alla persona? Usare una
    tessera identificativa? In Lombardia abbiamo la “carta dei servizi”
    che dovrebbe essere predisposta a farlo ma per ora è solo un pezzo di
    plastica… hanno pure distribuito il lettore di smartcard coi
    quotidiani!), allora si digitalizzerebbero i documenti identificativi
    e tutto sarebbe facile… (almeno idealmente)
    Ma questo non dipende dal (solo) decreto Pisanu (ed io sto andado OT).
    Per riassumere, la domanda finale è “senza identificazione chi tutela il proprietario delle Wi-Fi lasciate aperte?”, anche perchè come diceva Stefano nel post se manca la tutela anche senza legge Pisanu tutti si terrebbero la propria Wi-Fi chiusa.
    Cristian

  26. Volevo precisare un punto, firmerei la lettera se proponesse l’adozione di altri sistemi di identificazione e non la semplice abrogazione del decreto.
    Si può fare, no?

  27. @Cristiano, non so.
    BTW, cio’ che dici e’ interessante.
    immagni che il framework normativo consenta di fare autorizzazione da terza parte (come il mio esempio preceeddnte), io, vedendo il tuo certificato, potrei andare a chiedere al server che lo ha emesso la tua autorizzazione.
    in questo modo tu saresti autenticato dalla tua universita’, io potrei farti usare il mio access point gratis, e, su richiesta della magistratura dire che l’utente con ip address x e’ stato autorizzato dal server y..

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