La massa degli utenti italiani spiata dalla FAPAV (Federazione anti pirateria audiovisiva)

non si tratti solo i indirizzi IP e quindi di violazione della privacy, come già comparso su vari giornali, ma anche di vero e proprio accesso abusivo ai computer degli utenti, intercettando le loro sessioni di navigazione

questo quanto si capisce leggendo scrive "Il Sole 24 ore" di ieri:

Fapav scrive nel ricorso di aver scoperto due cose, infatti. Primo: che
da settembre 2008 a marzo 2009 ci sono stati 2,2 milioni di «accessi
illeciti» (download) di nove film e che in «oltre un milione di casi»
sono stati fatti da utenti di Telecom Italia.

E fin qui c'e' il tema del trattamento abusivo di dati personali e della "spiata da fuori", come uno che dalla strada ti monitorizza per guardare se fai certe cose

Secondo: «In un numero
estremamente elevato di casi, gli abbonati Telecom» hanno fatto
«illecita riproduzione delle opere » accedendo ad alcuni siti; ne segue
un elenco (tra cui ThePirateBay.org, Italiashare.it, Vedogratis. it,
Italiansubs.net).

È possibile scoprire gli
indirizzi web, del resto, «solo se ci si introduce nel pc o nella rete
dell'utente, con trojan o uno spyware», dice Raoul Chiesa, consulente
unico di cyber crime per l'agenzia Onu Unicri. Il che andrebbe oltre la
violazione della privacy: sarebbe pirateria informatica (se
confermato). È la prima volta che l'industria del copyright scrive a un
giudice di aver scoperto una cosa del genere. Fapav dice a Nova24 di
non essere in grado, al momento, di commentare.

E questo, invece, assai piu' grave, sarebbe come qualcuno che entra in casa tua e mette sotto controllo le tue comunicazioni.

Qualcuno in possesso del ricorso puo' confermare ?

Perchè se FAPAV ha denunciato che gli utenti hanno visitato dei siti, allora accusa se stessa per violazione di domicilio informatico (accesso abusivo a sistema informatico, con investigazione privata senza permesso, reato perseguibile d'ufficio)

Resta sempre la possibilita' che FAPAV abbia fatto una denuncia dichiarando il falso…

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16 thoughts on “La massa degli utenti italiani spiata dalla FAPAV (Federazione anti pirateria audiovisiva)”

  1. Ho provato freenet. L’avevo già provata qualche anno fa ma era un casino da configurare, ora invece è moooolto più semplice.
    Sarà il futuro del p2p? E’ ancora un po’ lenta, ma garantisce un anonimato pressochè assoluto e come network è estremamente resiliente…

  2. Non è più semplice immaginare che FAPAV possa avere avuto accesso a qualche tracker, utilizzato propri tracker o più semplicemente ricevuto/acquistato l’informazione da qualcuno che ne era in possesso?

  3. Tra l’altro il fatto di andare su italiansubs.net e scaricare un sottotitolo in formato .srt non comporta alcun tipo di violazione o di illecita riproduzione delle opere…

  4. Forse dicendo che gli utenti accedono alla baia, intendono dire solo che alla baia sono arrivate tot connessioni dall’Italia e non che tizio si è collegato a quel sito.
    Fosse valida la seconda ipotesi, in qualsiasi modo abbiano ottenuto i dati devono spiegare come li hanno ottenuti.

  5. Molto più probabilmente ha approntato un client BitTorrent che si collega ad un tracker fingendo di voler scaricare un dato torrent, ottiene la lista dei peer (necessaria per il download), e poi confronta gli IP con le sottoreti note dei provider italiani. A me pare tutto legale (e tra l’altro eseguibile da chiunque abbia un minimo di acume tecnico).
    Non c’è neanche il conflitto di interessi di star scaricando l’opera; basta programmare il client perché una volta ottenuta la lista iniziale di peer non si colleghi ad essi per iniziare il dl…

  6. Emanuele, questo viene fatto negli USA e infatti c’è chi è riuscito a fare inviare una DMCA notice alla propria stampante di rete… Non significa che gli IP ricevuti stiano effettivamente condividendo alcunché. (Ma concordo che probabilmente è quello che hanno fatto.)

  7. log dei dns telecom? non e’ per niente scontato che ‘accessi illeciti’ debba per forza tradursi in downloads (e hanno comparato il milione di titoli con le relative licenze?). Siamo ad un livello di discussione ancora troppo primitivo

  8. Si stefano: per questo penso che l’articolo ha basi tecniche nulle che non permette nessun approfondimento. Tutti i provider italiani che conosco fanno dns redirect del traffico (non ancora cosi’ diffuso in USA (mi e’ capitato solo su RoadRunner/TimeWarner). Facile abbiano preso solo le statistiche di accesso con ‘watchmen’ nell’url e spacciati come dati significativi

  9. Mi incuriosisce molto invece il dettaglio che sappiano essere utenti Telecom. Voglio dire, esistono tanti operatori in italia, sia su linea telefonica che su linee ADSL o altri sistemi… e loro affermano di sapere che sono utenti Telecom Italia, strano!

  10. la mia teoria infatti si basava sul fatto che qualcuno avesse messo mano ai log dei database Telecom (non mi sembra improbabile che non ci sia nessuna policy particolare e che siano trattati come semplici ‘dati tecnici’. E’ come con gli sms (e tutto il traffico gsm): i non tecnici semplicemente non riescono ad afferrarne il concetto quando il livello si avvicina troppo all’hardware (figurarsi i legislatori). Tenderei escludere trojan. Nel mio immaginario c’e’ un datacenter Telecom a Milano (periferia nebbiosa?) con tutto l’esistente dei web server del nordItalia con omini annoiati che ogni 5 minuti ricevono una telefonata da qualcuno per rebootare armadio X

  11. Non ho ragioni di dubitare se hai esperienza diretta. E’ solo che faccio fatica a pensare in termini ‘assoluti’. Qui tutto e’ possibile (anche che si siano inventati tutto). Sono sicuro ci saranno centinaia di ‘buchi’ procedurali nelle infrastrutture telecom: mi piacerebbe essere piu’ ottimista. Magari salvano i log in pdf con le pecette modello Calipari. Il solo fatto che non cci saranno conseguenze per l’operato di fapav mi e’ sufficiente per dubitare della perfezione dell’ingranaggio. Buona Domenica: vado a fare colazione

  12. Stefano,
    che FAPAV nel ricorso faccia nome e cognome dei siti di destinazione dei presunti pirati è circostanza certa anche perché chiede al giudice di ordinare a telecom di inibire l’accesso a tutta una serie di domini puntualmente elencati.
    Se abbia “aggredito” le macchine degli utenti o quelle dei siti presunti-pirata non lo so ma che ne abbia aggredita una delle due a me sembra sicuro.
    Fapav dice di sapere da dove la comunicazione è partita (salvol il fatto che conoscerebbe solo i primi 3 gruppi di numeri dei domini) e dove è arrivata.
    Se ne sta occupando il Garante, vediamo cosa ne viene fuori. G.

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