Buzz e il cambiamento della privacy

Premessa: io ho cancellato il mio profilo Google, non uso gmail e nemmeno buzz, per cui magari prendo una cantonata.

Ho trovato molto interessanti questi due post.
Lawyers (or journalists) with Gmail accounts: Careful with the Google Buzz.
Gmail’s
“turn off buzz” (still) does not turn off Buzz; here’s how to really do
it
.

update: anche massimo ha scritto al riguardo.

Da quanto ho capito, il concetto di base è che Buzz usa l'elenco dei tuoi destinatari di mail per costruire il social network.

Tecnicamente, nulla da eccepire.

Ma il fatto è che, se un utente ha pubblicato il suo profilo, anche il suo social network, desunto dalla mail, viene pubblicato!

E se il mio contatto mail piu' frequente fosse il mio psicanalista o la mia amante o il mio medico specialista curante una patologia strana ?

Se Telecom pubblicasse un social network basandosi sulle telefonate che facciamo ?

Il problema e' proprio questo: quando uno usa uno strumento di comunicazione, sa cosa sta usando (telefono e so che l'elenco dei miei interlocutori non e' pubblico!); l'operatore non puo' riutilizzare quelle informazioni che ha acquisito per un uso diverso da quello dello strumento originale.

Ora, se non ho capito male, Google avrebbe commesso una grave leggerezza, segno di una motivazione commerciale e tecnica superiore all'attenzione alla privacy degli utenti.

usare dati raccolti per una cosa, per farne un'altra: non e' un bel messaggio e rischia di incrinare non poco la fiducia. Fatto una volta, perche' non dovrebbero farlo di nuovo ?

Immagino che i vari garanti della privacy stiano guardandoci dentro attentamente.

Anche se, come detto, spero di sbagliarmi, dato che non sono un utente.

Mi piacerebbe leggere qualche parere al riguardo..

Update2: Google ha prima dato la possibilita' di disabilitare Buzz (opt-out) e adesso pare che avrebbe fatto diventare la costruzione del social network un opt-in.

IMHO cio' nulla toglie al fatto che hanno usato dati raccolti per una finalità, per fare una cosa diversa. Successo una volta, perche' non dovrebbe ripetersi ? E' molto grave che sia successo; una leggerezza a mio avviso inammissibile per chi si propone di organizzare tutta l'informazione del mondo…

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14 thoughts on “Buzz e il cambiamento della privacy”

  1. Si sembra che stiano portando Buzz fuori da Gmail evidentemente si sono accorti (o forse l’hanno fatto apposta) di aver esagerato volendo usare la posta elettronica. Il problema è proprio il Google Profile, non si sa bene cosa ne vogliano fare. D’altronde già il fatto che ci sia ad contestuale su Gmail (e quindi Buzz!) la dice tutta sull’usare le informazioni..
    PS. Non usi nemmeno Gapps sul dominio?

  2. I problemi sottostanti al caso “Buzz” sono due:
    1) il rispetto meramente “formale” degli obblighi di informativa e di consenso (e gli esperti di diritto sanno quanto la doppia firma nelle clausole vessatorie sia uno strumento a vantaggio di chi predispone dette clausole nel contratto; non è diverso nel campo della privacy…);
    2) la volontà “concreta” degli organismi nazionali e sovranazionali di tutela della privacy di contrastare forme c.d. “indirette” di estorsione del consenso (quante persone hanno il coraggio di cambiare Banca quando unilateralmente gli Istituti di credito modificano le condizioni contrattuali? Non è diverso nel campo della privacy…).

  3. Completamente daccordo con Dario. “…per chi si propone di organizzare tutta l’informazione del mondo…”: beh, Google e’ una corporation americana e si propone prima di tutto di fare soldi; che si proponga di organizzare alcunche’ non e’ il fine imprescindibile 🙂 e facebook mi spaventa molto di piu’. Ad ogni modo il forzare la mano con Buzz e’ una mossa azzardata e pericolosa ma evidentemente necessaria per mantenere rilevanza e cercare di intercettare il maggio numero di persone possibile nel salto (inevitabile?) nel social. Ammesso l’obbligo, ancora tutto teorico, di fare parte del network giusto per avere rilevanza (ancora non si punta la pistola alla tempia di nessuno) i paradigmi di privacy e riservatezza sono da rivedere. Tutti. Adesso e’ un po’ come discutere dei body scanner troppo intrusivi (privacy) in un resort nudista (social networks). Rimangono i numeri del successo della cosa e i tempi sono troppo stretti e veloci per i governi in giro per il mondo: che si fa? Si spegne tutto e si ritorna alla snail mail?

  4. Evidentemente hanno sbagliato e ora cercano di metterci una toppa. Ma io mi chiedo, una delle aziende più ricche e floride del mondo non ha degli esperti di sicurezza? e se li ha, perchè non li ha ancora mandati a casa?

  5. Per google siamo solo delle “unità carbonio” da assimilare nella struttura collettiva chiamata alveare … ma forse le unità carbonio stanno iniziando a prendere la pillola rossa scoprendo quanto inizia ad essere profonda la tana del bianconiglio 🙂

  6. Quinta, leggi il commento di Morozov (che certo non è un aperto progressista, una sorta di kissinger contemporaneo) sulla arroganza computazionale di Google: http://www.nytimes.com/2010/01/16/opinion/16iht-edmorozov.html.
    passaggio chiave: in retrospect, it’s easy to see where Google’s purely utilitarian calculations went wrong. In addition to their “do no evil” motto, Googlers have always been guided by another, much less explicit philosophy: “computational arrogance.”
    Forse tutto questo è la radice del caso Buzz.

  7. sinceramente, mi ha deluso, perché mi aspettavo una specie di social network più “intimistico”, che coinvolgesse, cioè, solo i miei contatti, non il resto del mondo. Per quello, se voglio, c’è Twitter, Facebook, etc, etc.
    con Buzz, la “porta d’accesso” è la tua mail, cioè la tua area privata, non il tuo profilo pubblico, com’è per Twitter, il blog o, al limite, in Facebook. sì, in quanto utente di buzz, il profilo pubblico c’è, ma dov’è? come si raggiunge? in pratica, fra qualche giorno te ne dimenticherai. Lo stesso dicasi per i tuoi post, che sono pubblici, ma non sai dove andarli a pescare se non nella tua “mail privata”, e rischi di arrivare alla conclusione che “in pratica li leggono solo i miei contatti”.
    l’ho usato un pochino e quello che mi lascia più perplesso è questo raccogliere nello stesso strumento conversazione pubblica e privata. Rispetto a Facebook, è molto peggio: lì stiamo interagendo in uno spazio pubblico che, all’occorrenza, può diventare privato. Buzz ha rovesciato il paradigma: ha creato una finestra pubblica in un ambiente privato. il rischio è dimenticare di averla o sottovalutarne l’effetto.

  8. gli avvocati di yale (o solo il loro IT dep? o il loro CFO) apparentemente non si preoccupano!!
    https://news.slashdot.org/story/10/02/13/0556252/Yale-Switching-To-Gmail-Not-Without-Opposi
    “While it makes sense for small (and large) corporations
    to move to Gmail, something seems amiss when a top private university
    decides to [0]hand everything over to Google. Although most in that
    community seem to welcome the change, several organizations on campus
    have joined forces to [1]call for a transparent process and get students
    and faculty thinking about the downsides of the switch.
    http://www.yaledailynews.com/news/university-news/2010/02/09/google-run-yale-e-mail/

  9. Che dire? Deluso!
    Non lo uso e basta.
    La posta me la scarico con Outlook e la cancello dal server di Google che rimane sempre pulito.
    Era comodo avere tutta la mia posta e contatti anche se mi collegavo da un pc diverso da mio.
    Pazienza. Meglio del mio hard disck non c’e’ nulla.
    greg

  10. Come mai, Stefano, non usi GMail, che indubbiamente ha un’interfaccia estremamente utile? Non condividi il mio giudizio di merito sulla sua bontà tecnica o ti preoccupano questioni relative alla riservatezza dei tuoi dati personali?
    Mi piacerebbe conoscere il tuo giudizio in merito.

  11. Da incallito utilizzatore di gmail, calendar, docs, maps, latitude, reader, picasaweb, apps, etc non posso proprio permettermi di criticare nulla di ciò che fa Google :)))
    A Stefano dico soltanto di stare tranquillo perché ogni settaggio per la privacy è sempre ben evidenziato e facilmente selezionabile dall’utente

  12. Bah, e’ un segno.
    Probabilmente conviene attrezzarsi a traslocare verso altri lidi.
    Chi sa chi fornisce un set di servizi paragonabili a Gmail &rest?

  13. a parte il fatto che mi trovo comodo con un client che mi consenta di lavorare offline, ho letto i terms of service e ho pensato bene che non ci metto alcuna informazione su.
    tecnicamente ineccepibile, ma non fa per me.
    uso alcuni servizi per cui DEVO avere una ccount e per quello ce l’ho.
    e’ vero che ogni settaggio e’ visibile, ma il fatto che PRIMA pubblicano info personali e DOPO puoi tornare indietro (caso buzz), mi suggerisce di andare su lidi meno affollati, su cui l’attenzione e’ inferiore e conseguentemente la garanzia per i miei dati.
    suggerisco di leggere “la finestra rotta” di Jeffrey Deaver

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