Verso il bandwidth crunch: Tutti i numeri della rete italiana

Cià, oggi faccio un regalo…

Un po' di dati originali: 16 grafici sull'andamento degli ultimi 4 anni del traffico voce/dati sulle reti fissa e wireless; relativi prezzi, ricavi e investimenti.

Scarica 2010.03.13 verso il bandwidth crunch (pdf)

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31 thoughts on “Verso il bandwidth crunch: Tutti i numeri della rete italiana”

  1. Non mi è chiara l’ultima slide:
    gli operatori hanno iniziano a smettere di investire nel wireless? perché troppo costoso?
    sono tutti in attesa di interventi esterni a vantaggio della NGN?

  2. sono MEuro per PB. se moltiplichi per la crescita in PB, si vede che sono in lieve riduzione. il problema e’ che i ricavi non crescono con la stessa velocita’. per cui gli operatori dovranno trivare nuovi punti di equilibrio.

  3. ma non è che tutti questi articoli sul “bandwidth crunch” faranno la stessa fine di tutti gli articolo del 1995-1999 sul millennium bug??
    che certezze abbiamo che il bandwidth crunch non sia solo uno spauracchio?

  4. guarda le stats.
    very simple. il trend di crescita del traffico e’ superiore al trend di calo dei costi (investimenti) per l’upgrade dell’infrastruttura; i prezzi sono in calo e quindi non ci saranno i soldi per fare gli investimenti necessari.
    non facendo upgrade, la banda disponibile per utente, degrada.
    ci saranno delle toppe; hanno iniziato con il site sharing, la probabilita’ che ci si orienti alla One Network wireless, aumenterà significativamente nei prossimi due-tre anni.
    naturalmente mi posso sbagliare, ma sono disponibile a scommetterci forte.
    (entrano anche considerazioni demagogico-sociali, tipo l’esperto che dice oggi che la Risonanza magnetica mostra che le onde penetrano maggiornemnte il cervello dei bambini. il fatto che una notizia del genere finisca acriticamente sui media, mostra che ci sara’ una resistenza all’ugrade delle BTS (purtroppo…))

  5. A parte il fatto che non mi pare di avere mai dato credito alle pretese di anni fa, io porto dati e non speculazioni filosofiche.
    (poi, Michael non e’ certo un oracolo attendibile; sta alle tecnologie come i quotidiani alle notizie (un fondo di verita, ma molto speculato))
    le previsioni estreme apocalittiche sono del tutto fuori luogo (e cosi’ anche le critiche estreme alle previsioni estreme).
    http://blog.quintarelli.it/blog/2010/02/bandwith-crunch.html
    La proliferazione dei device portatili con HSPA e delle chiavette, la limitazione delle frequenze (pur con tutte le toppe di riorganizzazione del caso), la limitazione del numero di BTS, il tasso di crescita dei dati, l’insufficienza del backhauling in rame (*), l’indisponibilita’ di fondi significativi per ammodernamento della rete, mi fanno ritenere che sia probabile che, in un vasto numero di luoghi, la quantità media di banda per utente in molti momenti del giorno, sara’ in futuro assai inferiore a quella che abbiamo sperimentato fin’ora. (Early adopters dell’iphone 3GS, i tempi migliori sono passati)
    C’e’ qualche dubbio che il throughput wireless, mediamente, nei centri urbani, si sia ridotto ? non mi pare. Siamo in pieno inizio di bandwidth crunch.

  6. sto preparando un post (per domani) sul “bandwidth crunch” in cui dico la mia: il BC (seocndo me) è una bufala che circola almeno dal 1998. Anche 10 anni fa, per dire, aumentavano moltissimo gli accessi a internet e non c’è stato nessun BC. Però nel 1998 si navigava col modem 56K (o Isdn) e oggi molti hanno una buona ADSL: quindi più si parla di BC, più aumentano le velocità 🙂
    Puoi indicare una data (più o meno) precisa per il BC? Così si potrà dire se la previsione è stata corretta o no (le previsioni senza data sono troppo facili 🙂 )
    ciao!

  7. e’ come l’inquinamento. Mi stai chiedendo “puoi indicare una data piu’ o meno precisa per quando ci sara’ l’inquinamento” ?
    e’ come il credit crunch. non c’e’ una data a partire dalla quale c’e’ scarsita’ di capitali per le aziende. anzi, per alcune aziende non c’e’ mai.
    pero’, a casa mia, in lunghi momenti della giornata, per molti giorni alla settimana, non c’e banda wireless decente: poche decine di kilobit/s. qui c’e’ già bandwidth crunch.
    rileggi quanto ho scritto facendo un parallelo con l’inquinamento..
    La proliferazione dei device portatili con HSPA e delle chiavette, la limitazione delle frequenze (pur con tutte le toppe di riorganizzazione del caso), la limitazione del numero di BTS, il tasso di crescita dei dati, l’insufficienza del backhauling in rame (*), l’indisponibilita’ di fondi significativi per ammodernamento della rete, mi fanno ritenere che sia probabile che, in un vasto numero di luoghi, la quantità media di banda per utente in molti momenti del giorno, sara’ in futuro assai inferiore a quella che abbiamo sperimentato fin’ora. (Early adopters dell’iphone 3GS, i tempi migliori sono passati)
    se poi parliamo della rete fissa, anche li’ c’e’ gia’ in vaste zone.
    La’ dove c’e’ prossimita’ alla soglia di diafonia e/o limitatezza del backhauling dovuto all’assenza di fibre tra centrale e backbone, nuovi abbonati non ne faremo e aumentera’ il caso di aree non in digital divide, dove pero’ non possono essere attivati nuovi utenti. Situaizoni tipo una zona con potenzialmente 1000 abbonati, con ufficialmente 1000 abbonati coperti, di cui in realta’ se ne possono attivare solo 500.

  8. @Stefano il paragone con il fisso regge fino ad un certo punto. Sul fisso si può moltiplicare la banda installando nuove line e/o apparecchiature (pur costose). Nel wireless a meno di mettere altre BTS (mooolto piu costose) non si può fare molto.

  9. ” rileggi quanto ho scritto facendo un parallelo con l’inquinamento..”
    ok, ma l’inquinamento si può misurare
    io nel 2000 navigavo col modem a 56K con tiscali.
    Dopo 10 anni, ho alice 7 mega di telecom Italia. Morale della favola: spendo di meno e vado molto più veloce (su speedtest.net mi da sempre download a 6 mega; l’upload è lento però a me sinceramente un upload molto veloce non serve)
    Immagina se l’inquinamento a Roma (dal 2000 al 2010) fosse aumentato da un valore 56 mila a 6 milioni!!! :-))) Per fortuna non è successo! 🙂
    Tutto (anche il credit crunch) si può misurare. Allora, la tua previsione è “a marzo 2011, la maggioranza degli italiani, avrà una velocità di scaricamento inferiore a quella che ha nel marzo 2010”, ok? Vedremo se è così. E poi bisogna dire se tu parli di un BC su tutti i mezzi o solo di un BC su wireless (visto che sono 2 discorsi molto diversi). Sono pronto a scommettere dei soldi che sul fisso non ci sarà nessun BC, anzi la banda aumenterà, come è sempre aumentata negli ultimi 15 anni.

  10. @Hamlet: Umm, ci vedo un po’ di prospettiva da ‘consumatore’ e non da ‘costruttore’. Partiamo dal 2k bug. Se non fossero stati spesi grossi soldi per modificare un sacco di programmi gli effetti ci sarebbero stati eccome, dato che quei programmi erano effettivamente ed ampiamente bacati. Il 2k bug sarebbe stato una sciocchezzuola solo se, esaminati i sorgenti, nessuno avesse avuto niente da fare. Beh, non è stato così.
    Allo stesso modo si può pensare che se oggi uso l’ADSL è segno che non c’è mai stato nessun problema sul fisso. Poi prova ad investire per passare al 56k al 20 Mbps. O, meglio, prova a progettare uno dei DSP neccessari, e vediamo se è tutto gratuito e banale.
    Già oggi si vede che il mercato per l’IP wireless c’è, gli investimenti non bastano e le tecnologie non permettono la crescita illimitata del traffico. Sono problemi risolubili, per ora affrontati solo evitando una impossibile flat a banda garantita, ma non si potrà dire che il problema non esisteva. E’ solo che, qualche volta, ci sono anche problemi risolubili investendo o progettando ma non dormendoci sopra.

  11. @Hamlet: vediamo la cosa dal punto di vista di chi sta in un posto dove il vicino ha l’ADSL ma lui non puo’ averla perche’ “le risorse sono terminate”, ovvero perche’ lo stadio di linea e’ rilegato in rame/ponte radio o perche’ il suo cavo cento coppie, sfortunatamente e’ appena sotto soglia di diafonia.
    Magari prova a comprarsi una chiavetta e scopre che non c’e’ grande differenza rispetto al suo modem a 57kbps.
    Dal punto di vista strettamente tecnico le due cose sono diverse, ma dal punto di vista dell’utente, il badwidth crunch c’e’ eccome. Il suo vicino, con il suo 6mbps di throughput la pensa diversamente. (*)
    Quando sara’ il momento in cui la maggioranza degli italiani sperimenteranno un raggiungimento di una saturazione tale da pregiudicargli la fruizione “qualitativa” di servizi di rete ?
    per la rete fissa, mai. perche’ la maggioranza (*) sta bene, il problema e’ per gli esclusi.
    per la rete wireless, in alcuni momenti della giornata, forse gia’ ora.

  12. Urgh, che brutto riconoscersi esattamente nel tuo ultimo commento…
    Ho passato gli ultimi 2 mesi con la connessione H3G che non superava i 150Kbit/s e non e’ un bel vivere. Tutt’ora nelle ore serali non si va oltre i 300, mentre dopo una certa ora si superano allegramente i 1500 (che sarebbero gia’ sufficienti per un uso “normale”). Forse le cose cambieranno dopo la fine dei lavori di aggiornamento, forse no.

  13. Esatto. Mi identifico con l’ultimo post di Stefano. Linee congestionate e limiti di traffico a 10gb al mese mi portano sempre ad avere un net cap sulla mia internet key.

  14. scusate, ma un conto sono i problemi del singolo provider (e il fatto che i provider promettono una cosa e vendono una cosa inferiore), un altro discorso è un vero e propio bandwidth crunch. Tagliamo la testa al toro: se fossimo in una situazione di bandwidth crunch, vorrebbe dire che al MIX ci sarebbe una riduzione del traffico. Bene, chiedete al MIX e vi diranno che negli ultimi anni non c’è stata riduzione, anzi c’è stato un aumento del traffico. Dobbiamo arrenderci all’evidenza dei fatti: se il MIX aumenta il traffico non possiamo dire che la banda si riduce perchè un utente (su 15 milioni) va più lento, no?

  15. @Hamlet se però il traffico aumenta del due per cento (dato sparato totalmente a caso) e gli utenti aumentano del 10 (come sopra), la banda per utente può ridursi nonostante l’aumento in valore assoluto.

  16. Hamlet, semplicemente se prima 10 utenti navigavano a 7Mb e ora 100 utenti navigano a 1Mbit il traffico e’ aumentato ma la banda no. Il punto e’ che di banda *totale* magari ce ne e’ abbastanza per i prossimi 30 anni, ma quello che conta e’ la quantita’ di bit che si muovono verso il singolo utente. Se si arriva al punto in cui la banda reale e’ talmente ristretta da essere sostanzialmente inutile (se non per scaricare – lentamente – la posta, ma senza allegati mi raccomando), per me si tratta di bandwidth crunch, anche se il traffico aumenta. Inoltre, se la banda abbonda (eheh) ma e’ mal distribuita, per cui i miei colleghi milanesi viaggiano a 20Mbit e non sanno che farsene, mentre io sfigato provinciale mi devo arrangiare con l’hspa e ho i bit contati, siamo nella solita situazione “tu hai un pollo, io no, ma mediamente ne abbiamo mezzo a testa”. Sai che consolazione 🙂

  17. ” Hamlet, semplicemente se prima 10 utenti navigavano a 7Mb e ora 100 utenti navigano a 1Mbit il traffico e’ aumentato ma la banda no. ”
    giustissimo ma avete dimenticato una cosa. Se un provider ha 10 utenti a 20 euro l’uno, guadagna 200 euro al mese. Se poi il provider ha 100 utenti, non guadagna 200 euro ma 2000 euro al mese e DEVE investire per offrire un servizio decente. Se 100 utenti navigano a 1 Mbit e lo ritengono troppo lento, allora devono cambiare ISP. Se non cambiano ISP, significa che ritengono il servizio sufficiente.
    Per chi abita in zone poco popolate, non è un problema di bandwidth crunch ma è un discorso economico, tutto qui. Prova ad abitare in un posto sperduto e a chiedere l’allaccio del gas e dimmi la risposta! Nelle zone poco popolate non è solo un problema di internet, ma un problema generale: portare adsl o un allaccio del gas o la linea del telefono non conviene (la linea poi la portano perchè lo stato paga il servizio universale).

  18. mi pare che il punto fosse proprio che il bandwith crunch è un problema di carattere economico. Se, non un ISP, ma tutti gli ISP ritengono troppo costoso l’investimento per migliorare l’infrastruttura, in un contesto di traffico crescente, l’unico risultato possibile è che la banda disponibile per utente si riduca.

  19. proseguendo il parallelo con il gas, se non ti arriva per rete fissa (i tubi), ti arriva per rete mobile (le bombole).
    pero’ le bombole a disposizione sono sempre piu’ piccole perche’ c’e’ piu’ gente che vuole il gas e non ce n’e’ abbastanza.
    questo e’ il bw crunch
    tu dici “investano”. corretto.
    e’ *esattamente* il punto che faccio.
    definito
    Cash_per_investimento = f(prezzo_unitario*qtà_domanda)
    qtà_tot_disponibile(t1) = qtà_tot_disponibile(t0)+ (Cash_per_investimento/investimento_unitario)
    qtà_disponibile_utente = qtà_tot_disponibile/qtà_domanda
    se
    investimento_unitario * qta_domanda(0) > Cash_per_investimento
    ne consegue che
    qtà_disponibile_utente(0 )> qtà_disponibile_utente(1)

  20. Io il BC l’ho sperimentato subito: sia in ditta che a casa, due zone diverse, la 7 mega è moooolto teorica, non superando in download 170 kB. Che si siano portati avanti con il lavoro? zona PU

  21. Stefano, la mia impressione è che agli operatori il bandwidth crunch (reale o paventato) faccia comodo perché possono giustificare l’introduzione di QoS, tariffe differenziate per utente, etc., etc.
    e anche gli stessi produttori di apparati sono incentivati a proporre soluzioni per fare QoS e prioritizzare sia utenti che traffico.
    forse, allo stato attuale, è inevitabile, ma a lungo termine la neutralità della rete (che nel wireless non mi sembra se ne parli poi così tanto) va a farsi friggere, finché e un giorno ce la troveremo anche nel fisso.

  22. @Alessandro: nel wireless il problema della contesa nell’accesso alla risorsa limitata e condivisa, c’e’. Nel fisso, il problema sostanzialmente non si pone. nel senso che c’e’ un problema diafonia, un problema di remunerativita’ degliinvestimenti necesari del backhauling (di impatto limitato sulla popolazione), ma non un problema di contesa sulla linea di accesso che, per definizione, tende sempre a saturarsi.
    Per quegli stadi di linea con backhauling in fibra (e gli utenti ivi attestati, la stragrande maggioranza) il livello di investimento necessario e’ assolutamente di ordini di grandezza inferiore al margine sugli utenti, ergo… si upgradino i DSLAM (piu’ di quello non serve).
    per quegli stadi di linea senza backhauling in fibra, temo sia necessario un intervento di qualche genere del governo (da regolamentare a economico a entrambi).
    per il wireless, la gestione della priorità e’ inevitabile.
    Per assicurare la neutralita’ della rete sono necessari investimenti che pero’ un operatore con ricavi sotto pressione e’ poco incline a fare. … Cio’ potrebbe richiedere una ristrutturazione dell’industria nella direzione di una sola rete a livello di infrastruttura condivisa da tutti gli operatori di accesso; una riforma del mercato alquanto complicata, il cosiddetto “One Network”.
    l’importante, IMHO e’
    http://www.nnsquad.it/i5principi.php
    Questo insieme di principi consentirebbe comunque ad un operatore, qualora l’utente lo richieda, di discriminare tipologie di traffico tra loro, senza entrare nel merito del loro contenuto, salvaguardando il funzionamento del mercato, il pluralismo dell’informazione e i diritti alla riservatezza delle comunicazioni.

  23. “questo e’ il bw crunch
    tu dici “investano”. corretto.
    e’ *esattamente* il punto che faccio.”
    Ho capito ma la mia obiezione è: se c’è 1 isp che non investe, i clienti passeranno agli altri isp che investono
    ora, tu ipotizzi che gli isp di tutto il mondo si mettano d’accordo per non investire? 🙂
    P.S. come ti ho detto, sto preparando un post sul bandwitdh crunch (chiedendo a chi si occupa di queste cose), quando è pronto ti farò sapere!

  24. no, non e’ assolutamente una situazione mondiale. la situaizone e’ diversa paese per paese.
    in italia abbiamo due problemi che sono quelli che dicevo, diversi, sulla rete fissa e wireless. sul fsso chi non puo’ investire e’ solo TI (che pero’ ha il 99% della rete fissa); sul wireless chi ha limiti di investimento e’ TI, Wind e H3G.

  25. secondo me il problema del crunch c’è – prospetticamente- anke sul fisso. I volumi crescono circa del 30%/anno, i prezzi del BB sono fissi/decrescenti, i savings sul costo delle infrastrutture di backhauling consentono al massimo di “recuperare” un 10% di efficienza –> ergo prima o poi andiamo incontro ad un fenomeno di scarsità di banda.
    Soluzioni:
    1. introduzione di un premium economico per applicazioni bandwith Hungry o real time o…. in altre parole Premium price per QoS
    2. aiuti di stato…. ma chi ha i soldi?
    3. Si gestisce la congestione a investimenti costanti…(stile traffico a Roma)
    Secondo voi?

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