11 thoughts on “Il Washington Post durissimoncontro wikileaks”

  1. Che tristezza… voglia di censura ovunque. Comunque questa reazione contro wikileaks di varie sfere USA mi pare solo un segno di gran incompetenza e debolezza.

  2. siamo proprio sicuri che, per ogni x,U
    non esiste x appartenente a U tale che censurasegreto(x)
    e
    per ogni x appartenente a U, libertà=pubblicato(x) ?
    perchè se una delle due espressioni sopra è falsa per almeno una coppia x,U si pone il problema di chi decide le regole, chi decide nel merito, come si cambiano i due decisori e come si cambiano le regole (le democrazie parlamentari fanno ciò nei parlamenti)

  3. Eh, sicuramente ci sono situazioni in cui i segreti servono e hanno senso, ma IMHO in un mondo evoluto una comunita’ dovrebbe averne il meno bisogno possibile, e si dovrebbe (con gli strumenti di decisione democratici che tu citi) spingere in tal senso. Per la cronaca, intervista ad Assange: [ http://is.gd/e0mJp ] “Esistono segreti legittimi ed esiste anche una legittimità a renderli pubblici. Sfortunatamente, coloro che commettono abusi contro l’umanità o contro la legge approfittano con grande facilità del legittimo segreto per nascondere i loro abusi.”. Se poi un giornalista del WP reagisce… in modo discutibile ( arriva quasi a proporre extraordinary rendition), un po’ di fastidio e dubbio ci sta. Poi i dubbi ci sono anche su Assange.

  4. A che pro rendere pubblici dei documenti senza censurare i nomi degli afgani che hanno collaborato con la CIA? Questa gente verrà ora giustiziata dai talebani, e questo come ha a che fare con la libertà di informazione?
    Assange è uno stronzo, non un paladino della libertà: il paladino si sarebbe spulciato i documenti e avrebbe censurato le informazioni non critiche (al formarsi dell’opinione pubblica occidentale su come male vada la guerra) lasciando intatto il resto. Così ha fatto la spia per i talebani, lasciamo perdere il concetto di libertà che non c’entra proprio niente.

  5. @stefano: verissima la cosa implicita che fai notare; Assange E’ un personaggio che lascia perplessi.
    Il problema di come gestire la segretezza in una moderna democrazia ai giorni nostri si porrebbe anche senza wikileaks, la facilita’ di reperimento e circolazione dell’informazione e’ aumentata di ordini di grandezza, ed e’ un fatto. Vedo wikileaks come un proof-of-concept, e vedo anche gli americani impreparati di fronte a cio’ (parliamo dei militari usa che sparano ai giornalisti reuters?)
    Pubblicare il nome ed indirizzo di qualche poveraccio che per questo verra’ impiccato dai talebani e’ comunque criminale; anche io mi chiedo: a che pro. Non difendo affatto Assange come individuo, ma spero solo che la parte buona della trasparenza, anche spinta, serva a chi si organizza in modo democratico per essere costretto a migliorare.

  6. Forse al Washington Post rode ancora dalla storia dei “Washington Papers”…anche allora fu il NYT a portare tutto alla luce, Top Secret o no. Stesso percorso, interferenze di apparati dello Stato, ma alla fine il NYT, e Ellensberg se la cavarono grazie al diritto all’informazione garantito dal First Amendment.

  7. Probabilmente non e’ lo stesso Washington Post del Watergate o forse stanno rosicando per non avere avuto loro lo scoop. Comunque di solito il Post e’ molto allineato con la Casa Bianca.

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