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gli rode ..perchè lo scoop l’ha avuto il NYTimes 🙂
link corretto: http://www.washingtonpost.com/wp-dyn/content/article/2010/08/02/AR2010080202627.html
Che tristezza… voglia di censura ovunque. Comunque questa reazione contro wikileaks di varie sfere USA mi pare solo un segno di gran incompetenza e debolezza.
siamo proprio sicuri che, per ogni x,U
non esiste x appartenente a U tale che censurasegreto(x)
e
per ogni x appartenente a U, libertà=pubblicato(x) ?
perchè se una delle due espressioni sopra è falsa per almeno una coppia x,U si pone il problema di chi decide le regole, chi decide nel merito, come si cambiano i due decisori e come si cambiano le regole (le democrazie parlamentari fanno ciò nei parlamenti)
Eh, sicuramente ci sono situazioni in cui i segreti servono e hanno senso, ma IMHO in un mondo evoluto una comunita’ dovrebbe averne il meno bisogno possibile, e si dovrebbe (con gli strumenti di decisione democratici che tu citi) spingere in tal senso. Per la cronaca, intervista ad Assange: [ http://is.gd/e0mJp ] “Esistono segreti legittimi ed esiste anche una legittimità a renderli pubblici. Sfortunatamente, coloro che commettono abusi contro l’umanità o contro la legge approfittano con grande facilità del legittimo segreto per nascondere i loro abusi.”. Se poi un giornalista del WP reagisce… in modo discutibile ( arriva quasi a proporre extraordinary rendition), un po’ di fastidio e dubbio ci sta. Poi i dubbi ci sono anche su Assange.
implicito “e fortunatamente che ci sono io che rivelo, decidendo cosa rivelare e cosa no”…
A che pro rendere pubblici dei documenti senza censurare i nomi degli afgani che hanno collaborato con la CIA? Questa gente verrà ora giustiziata dai talebani, e questo come ha a che fare con la libertà di informazione?
Assange è uno stronzo, non un paladino della libertà: il paladino si sarebbe spulciato i documenti e avrebbe censurato le informazioni non critiche (al formarsi dell’opinione pubblica occidentale su come male vada la guerra) lasciando intatto il resto. Così ha fatto la spia per i talebani, lasciamo perdere il concetto di libertà che non c’entra proprio niente.
E’ dura insegnare qualcosa, sia pure ai torturatori di Abu Graib, quando i documenti della strage di Bologna sono ancora coperti dal segreto di stato…
@stefano: verissima la cosa implicita che fai notare; Assange E’ un personaggio che lascia perplessi.
Il problema di come gestire la segretezza in una moderna democrazia ai giorni nostri si porrebbe anche senza wikileaks, la facilita’ di reperimento e circolazione dell’informazione e’ aumentata di ordini di grandezza, ed e’ un fatto. Vedo wikileaks come un proof-of-concept, e vedo anche gli americani impreparati di fronte a cio’ (parliamo dei militari usa che sparano ai giornalisti reuters?)
Pubblicare il nome ed indirizzo di qualche poveraccio che per questo verra’ impiccato dai talebani e’ comunque criminale; anche io mi chiedo: a che pro. Non difendo affatto Assange come individuo, ma spero solo che la parte buona della trasparenza, anche spinta, serva a chi si organizza in modo democratico per essere costretto a migliorare.
Forse al Washington Post rode ancora dalla storia dei “Washington Papers”…anche allora fu il NYT a portare tutto alla luce, Top Secret o no. Stesso percorso, interferenze di apparati dello Stato, ma alla fine il NYT, e Ellensberg se la cavarono grazie al diritto all’informazione garantito dal First Amendment.
Probabilmente non e’ lo stesso Washington Post del Watergate o forse stanno rosicando per non avere avuto loro lo scoop. Comunque di solito il Post e’ molto allineato con la Casa Bianca.