Telefonarsi con Gmail

Dario mi stuzzica sollecitandomi un commento al fatto che oggi si può telefonare con gmail.

So che qualcuno può pensare “ecco, il solito critico di google”, ma io non lo userò.
(vedi sotto, il settimo argomento è quello un filino più interessante dal punto di vista tecnico)

Il primo motivo è che non voglio dare a un servizi più informazioni di quante abbia già.

Il secondo perchè non uso gmail perchè non voglio che tutta la mia mail venga letta da estranei (persone o sistemi poco conta, anzi…) So bene che tanta mia mail finisce, anche a mia insaputa su gmail (per chi la riceve e usa gmail), ((cosa sulla quale peraltro c’è un grosso dubbio di costituzionalità, grande come una casa)), ma non vedo perchè abbondare.

Il terzo perchè ho standardizzato tutta la famiglia su account Voip con protocollo SIP, quindi con port adapter, cosa che mi consente di usare i miei telefoni DECT o la tradizionale segreteria telefonica con tradizionali telefoni analogici e quindi non con handset particolari (come skype) o con un computer.

Il quarto perchè quando sono al PC uso già skype, ma non quando devo fare una telefonata, cosa che ha poco valore e ma per fare sessioni di lavoro in cui uso voce, raramente video, spesso file transfer, spessissimo scambio di url in chat, molto spesso desktop sharing.

Il quinto perchè non trovo una significativa convenienza economica, ho già più minuti al mese di quanti ne usi e sul cellulare ho già la rubrica e mando E RICEVO sms (con Skebby, ovvismente (e li mando anche da mac con l’integrazione con l’address book)).

Il sesto perchè se proprio volessi telefonare usando un voip da pc, sceglierei tra uno sui mille++ esistenti tra cui free world dialup e magari anche progetti tipo enum e breakout nei vari paesi dove chiamo

Il settimo perchè una convenienza ci potrbbe esser sul wireless (mobile) ma questo è tutto un altro cinema… per farlo devi avere un client da installare sullo smartphone, che usi anche i numeri telefonici locali (per retrocompatibilità), che mascheri il traffico per occultarsi al blocco della voip fatto dagli operatori. (il client fa finta di usare http invece di rtp, spacciandosi quindi per una sessione web, ma la Deep Packet Inspection (DPI) degli operatori analizza il contenuto e lo blocca, allora il client cifra il traffico, allora la DPI controlla la direzionalità della comunicazione (va sostenuta per secondi in una direzione e poi si zittisce e passa all’altra direzione, come se fosse.. voce) e allora introduce un po’ di jitter (variqzione della latenza) e un po’ di perdita di pacchetti; allora il client trasmette dati finti solo per non farsi beccare). Ecco, se volessi usare la voip su palmare, userei un client specifico con un servizio siffatto che funziona.. (e ce ne sono)

Ma, se ci sono già N servizi, se non c’è un reale vantaggio economico, se non c’è un vantaggio funzionale, se non è ottimizzato per l’unica cosa un vero vantaggio ci potrebbe essere, allora, perchè “telefonare con Gmail”?

Quale sia l’obiettivo per google mi sembra chiaro: controllare tutta l’informazione del mondo, tra cui i numeri di telefono dei nostri interlocutori (e la frequenza delle chiamate?).

So che il mio telefono lo hanno perchè qualcuno glielo avra’ già dato, ma io, i numeri dei miei amici, non glieli regalo.

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23 thoughts on “Telefonarsi con Gmail”

  1. Le tariffe tra l’altro mi sembrano “normali”. A me “preoccupa” di più l’integrazione con Google Voice ma comunque unire mail e voce (facebook lo farà forse più presto di quanto pensiamo) è sempre stato un sogno di molti.
    Ora ti aggiungo su skype 😉

  2. Mi sfugge perchè la mail su gmail debba essere “meno uguale” di quella di tanti altri servizi. Il protocollo sempre quello è: che cosa ci rende più sicuri ad usare alice, tin, yahoo o hotmail o qualsiasi altra cosa ?

  3. Interessante, anche io non sono attratto piu’ di tanto dall’integrazione tra gmail e telefonate (mentre un servizio alla google voice potrebbe essere interessante…) ma sono rimasto ‘intrigato’ dalla tua frase:
    So bene che tanta mia mail finisce, anche a mia insaputa su gmail (per chi la riceve e usa gmail), ((cosa sulla quale peraltro c’è un grosso dubbio di costituzionalità, grande come una casa))
    potresti elaborare?
    P.S. io uso gmail anche per il mio dominio personale

  4. Stefano, alla tua domanda: perchè “telefonare con Gmail?” calza a pennello una risposta che possono dare tutti gli utenti (e sai che non sono pochi) che non sono capaci (ne’ si vogliono impegnare, per quanto poco richieda) a standardizzarsi la famiglia su account VoIP con protocollo SIP, ad analizzare la convenienza delle tariffe di mercato (e quindi utilizzano soluzioni convenzionali), a capire che uso fa Google dei dati che passano da Gmail…
    E la risposta sarebbe: ho l’account, Google Voice integra mail e voce, è già pronto e non devo fare nulla, lo uso per quello.
    Convengo con te che possa non essere la posizione più razionale da tenere, ma se Gmail ha 200 milioni di utenti penso che una significativa parte di questi non si ponga il problema. E Google nemmeno, ovviamente. Oltretutto spera che chi ha uno smartphone ne faccia largo uso (e qui sarebbe interessante capire che prospettiva ha questo obiettivo nella visione di Internet che condivide con Verizon)

  5. E peraltro: come i tuoi numeri li può vedere Google, li può vedere la società dietro Skype/$altroservizio… comunque devi fidarti di un server da qualche parte.

  6. Francesco Pasqualini

    Un grosso problema di gmail e’ che visualizza al destinatario dei messaggi pubblicitari sui contenuti del mittente senza il suo consenso e soprattutto a sua insaputa.
    Quando un imprenditore invia una mail ad un suo cliente che ha l’email con gmail for domain (ossia usa gmail con il suo dominio e non @gmail) a proposito di una trattativa commerciale, a sua insaputa google in base al contenuto del messaggio visualizza al destinatario dei messaggi pubblicitari proponendo dei fornitori alternativi rispetto al mittente.
    Non credo che questo sia un comportamento accettabile da parte del mittente e soprattutto viene fatto a sua totale insaputa.
    Il mittente non ha sottoscritto nessun agreement con google e non sapendo se il destinatario usa gmail non ha possibilità di evitare che le sue comunicazioni siano oggetto di interferenze pubblicitarie (che potrebbero danneggiarlo).

  7. @Mauro: gmail mette pubblicità contestuale sulla base del contenuto del messaggio, non si limita a fare il servizio tecnico di mail, senza trattare il contenuto della busta
    @Marco: quando vuoi vieni e ti spiego e faccio spiegare tutto degli rfid da chi FA, non da chi pensa per sentito dir. e cm non c’entra nulla. rfid per definizione attacca l’informazione ai soggetti, non costruisce archivi centralizzati, casomai l’opposto
    @Luca: se scrivo una mail a te, che usi gmail per il tuo dominio (ed io, utente normale, non lo posso sapere) con dentro il numero di telefono del ministro x, io non lo ho detto a google, ma tu si… a mia insaputa e senza mia autorizzazione. mentrer la costituzione dice che la segrertezza della corrispondenza è inviolabile (e tu inconsapevolmente la violi) e gmail è un servizio che, a mio parere, è intrinsecamente incostituzionale, proprio perchè tratta il payload della mail (il contenuto) e non si limita a svolgerr il servizio tecnico non andando oltre il trattamento dell’header.
    Immagina che io ti spedisca una lettera dove ti dico che bella è la svezia e le poste, quando ti consegnano la lettera, tindessero anche dei volantini sulla svezia e su stoccolma e una promozione di un biglietto aero… non so se mi spiego.
    @db, in quel caso il confronto dovrebbe essere con skype, che è la cosa funzionalmente più vicina e richiexe un pc per usarlo.
    @Alessandro: si certo, ma non è la stessa società che mi profila, che ambisce a organizzare tutta l’informazione del mondo, ecc. a me va benissimo dare tutti i miei dati finanziarina una società che minda una carta di credito. tutte le mie ricerche ad una che mi fa quello, tutti i miei archivi ad una che fa solo storage a pagamento, e cosi’ via. dare tutto a uno solo, che peraltro non vuole essere regolamentato (vedi caso google-verizon che vorrebbe stoppare la roclassificazione di internet in modo che la fcc posa regolamentarla), beh, io preverisco non farlo (per non parlare delle società di telecomunicazioni che sono fortemente rgolamentate e controllate e non un ab-uso, ma solo la raccolta e conservazione di tali dati è un casino tale che ha fatto cambiare i proprietari di telecom, per dire…)
    @Francesco, oh yes!

  8. sono d’accordo sulle perplessita’ legate all’inserimento delle pubblicita’ contestuali, cosi come quando dici che il problema vero e’ l’enorme capacita’ di aggregazione dei dati.
    Sono meno sicuro dell’opposizione riguardante l’inviolabilita’ della corrispondenza, perche’ (al netto del trattamento per la pubblicita’) qualunque servizio di web mail deve comunque andare oltre il semplice trattamento della busta (dovendo replicare le funzioni di un programma client)…

  9. Qualcuno sa se la pubb contestuale su gmail e’ fatta solo al momento della generazione della pagina web oppure semplicemente nei messaggi memorizzati? Se uno accede solo con pop3/smtp gli algoritmi di context sono applicati ?

  10. Concordo con Stefano: standard aperti, interoperabilità, SIP + ENUM!
    Stiamo lavorando con diverse università italiane su progetti di integrazione fra telefonia legacy e VoIP (su protocollo SIP ed utilizzando ENUM e la rete del GARR): tutti questi enti si stanno creando l’infrastruttura e i relativi server in casa, anche per non avere dati sensibili sparsi nelle nuvole chissà dove.

  11. da http://mail.google.com/mail/help/intl/en/privacy.html
    « Google’s computers process the information in your messages for various purposes, including formatting and displaying the information to you, delivering advertisements and related links, preventing unsolicited bulk email (spam), backing up your messages, and other purposes relating to offering you Gmail. »
    capisco il concetto di segretezza della corrispondenza, ma metti il caso che io assuma una segretaria per controllare e leggere la mia corrispondenza: è di fatto una delega autorizzata, non viene violata la segretezza
    nei termini del servizio gmail autorizzi di fatto google – il fatto che la maggior parte degli utenti non legga le condizioni prima di sottoscrivere è un altro paio di maniche – a leggere la tua posta per farci quello che dicono

  12. non è la stessa cosa perchè la segretaria è una tua dipendente ed esistono contratti e delle norme e relativi vincoli di segretezza e ad agire nell’inteesse della tua azienda. inoltre il trattamento fatto dalla segretaria non è per fini diversi da quelli della gestione della corrispondenza (non dice ad easyjet quante lette riguardanti la svezia hanno letto i dirigenti che lei segue)

  13. il contratto c’è tra l’utente gmail e google c’è, ed è chiaro
    e lì dentro c’è scritto che cosa google intede fare, se non mi sta bene, non accetto il contratto e scelgo un altro fornitore di servizio di posta
    se voglio assumere una segretaria che mi legge la posta e mi cerca sul web (indovina con che motore di ricerca… :-)) tutte le offerte attinenti (e “concorrenti”) alla materia della corrispondenza ricevuta, non penso ci sia niente di illegale (al massimo le faccio fare un lavoro assurdo io 😉 )
    ciao
    m.

  14. Sbarrax imho ha ragione sulla questione dell’incostituzionalitá. Il problema descritto con chiarezza da francesco é che utilizzando gmail si viola il diritto dei propri interlocutori alla riservatezza delle informazioni autorizzando una corporation, la cui hybris cresce di giorno in giorno (purtroppo, e lo dico da ammiratore dell’eccellenza tecnica di google) , a trattare quelle informazioni in modi ce lui stesso non puó sapere o controllare (al contrario della segretaria).

  15. @sbarrax: “datemi una parola e ci impiccherò un uomo”.
    non puoi confutare una frase prendendo solo il pezzetto che ti aggrada…
    la segretaria ha un contratto che riferisce a delle norme (tra datore di lavoro ed impiegato) ed ha dei vincoli di segretezza.
    questo, un servizio web, non lo ha.
    Per carità, magari mi sbaglio. Ma mi dica un avvocato costituzionalista perchè certamente gmail non è anticostituzionale (e quindi certamente non illegale) perchè io, che non sono un avvocato e tantomeno un costituzionalista, qualche dubbio me lo pongo.

  16. Ciao a tutti,
    Premetto che lavoro per un Google Apps reseller, quindi il mio commento potra’ risultare biased.
    Credo che al momento Google sia vittima dello hype gira attorno ad ogni prodotto marchiato google. Riguardo al fatto che informazioni riservate possano finire in data centre non gestisti dal destinatario della mail il problema esiste anche per altri servizi, basta pensare che lo stesso vale per hosted exchange or per qualunque altro servizio di mail in hosting. La differenza fra Google a differenza di altri servizi di posta, utilizza data sharding per cui almeno a livello fisico l’accesso ai dati non e’ possibile.
    Per quanto riguarda la pubblicita’ contestuale, Google Apps Enterprise edition non aggiunge messaggi pubblicitari, e il processing del body content avviene soltanto per fini di ricerca e rendering.
    Sempre riguardo Google Apps sia negli Stati Uniti che in Europa, google e’ compliant a diversi standard di data security (mi sfuggono i nomi, sorry) forse qualcosa a riguardo puo’ essere trovata in questo pdf: http://static.googleusercontent.com/external_content/untrusted_dlcp/www.google.com/en//files/a/help/intl/en/admins/pdf/ds_gsa_apps_whitepaper_0207.pdf
    Saluti
    Nicola

  17. Infatti, il problema non e la mail in datacentre ma il processing del contenuto.
    Rassicurante sapere che la versione enterprise non lo faccia. Ora so che se non voglio che venga letta dalle macchine di G, basta non mandare @gmail.com.
    Quanti lo sapranno ? Imho il problema continua a porsi. Il problema e per chi invia, non essendo utente, che non e informato .
    ….. Original Message …….

  18. A mio avviso l’anomalia non sta tanto nel trattare in automatico i payloads quanto “nell’intelligenza” che vi si applica ovvero nella correlazione tra il contenuto originale e quello “decorato” e dal fatto che ogni payload resta “attivo” nei server di BigG e non semplicemente memorizzato per la sola conservazione.
    Un antivirus non ha questa intelligenza, non correla il contenuto con altri contenuti “umani” e alla fine ti dice solo se la mail è stata controllata ed è infetta.
    Non ti aggiunge la pubblicità di un sexy-shop se hai mandato una mail un po’ più passionale alla tua fidanzata.

  19. discussione interessante … benche lo strawman sia sempre in agguato (ed a mio rischio) elaboro su quello che dicevo nel mio commento sui servizi di webmail (e che forse intendeva anche Marco):
    i servizi di webmail fanno processing del contenuto per scopi connaturati alla fornitura del servizio stesso. Il trattamento serve a gestire la funzione antispam (analisi del contenuto), presentazione dell’interfaccia o di sicurezza dell’utente (ad esempio viene eliminato il javascript contenuto nelle email, quindi modifica del contenuto), storage e backup (sharding/replica dei messaggi), etc etc
    Ma questi non sono (credo) trattamenti problematici rispetto alla gestione della corrispondenza che diceva Stefano, neanche se fatti da un fornitore di servizi, il caso si pone invece per il trattamento che riguarda “delivering advertisements and related links”. O no?
    Ti posso confermare che il servizio gmail a pagamento (la versione ‘enterprise’) che utilizzo per spazidigitali.com *non* contiene alcuna pubblicita’ (anche se immagino sia letta e trattata dalle medesime macchine che gestiscono gmail, essendo hosted pure quella).

  20. @Marco: una cosa è trattare un flusso di bit per una funzione tecnica connaturata all’espleta,ento del servizio, altra fare azioni sulla base del significato del testo.
    E’ questo passaggio che cambia la natura dell’azione, imho.
    Sennò, uno potrebbe anche dire “ma il riordino dei pacchetti tcp e l’estrazione e ricombinazione del payload..” eccc.
    i trattamenti devono essere proporzionali, non eccedere con attività non essenziali rispetto alla funzione da espletare. ciò che va oltre è non proporzionale e, secondo me, il tema si pone.

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