La frattura sociale italiana

Con un amico e collega inglese ieri commentavamo l'andamento demografico dell'Italia:

It

Ha osservato quindi: "le elezioni si vincono con gli anziani, che poi faranno politiche a loro vantaggio ed i giovani se ne andranno".

in 20 parole ha sintetizzato il nostro problema.

poi ho letto il post in cui il Presidente dell'INPS ha detto "Se dovessimo dare la simulazione della pensione ai parasubordinati rischieremmo un sommovimento sociale"

Bisognerebbe auspicare la smentita, anche se temo non ci sara'.

Secondo l'US Census Bureau oggi, nella fascia 20-65 (lavorativa) ci sono 36,6 milioni di persone che sostengono il welfare di 22,4 M di anzioni e bambini (1:1,6)

tra 25 anni, 29M di persone dovranno sostenere il welfare di 25M di persone (1:1,15)

L'aumento del carico per ciascuno sarà del 39,1% (se regge)

La frattura sociale italiana non è piu' tanto di classe quanto generazionale. Su questo andrebbero costruite, IMHO, piattaforme politiche.

Gaber cantava "cos'è la destra ? cos'è la sinistra" e mi pare che le differenze siano sempre piu sfumate, di sicuro meno marcate della frattura generazionale.

Altro che quote rosa, quote verdi! : Politiche per il futuro e per i giovani

Sennò c'e' sempre Ryanair.

p.s. questa la situazione in UK, si notino gli ultimi 5 anni

Uk

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25 thoughts on “La frattura sociale italiana”

  1. Saggio appunto, e non è “IMHO”. E’ qui di fronte, plain and simple, evidente come il disco solare che sorge ogni giorno. Ho sentito anch’io l’intervista al presidente dell’INPS e ho tratto le stesse, drammatiche e sconsolate, conclusioni.
    E di piattaforme politiche che abbiano e propongano una visione coerente, condivisa e coraggiosa del Futuro, nè a sinistra nè a destra, se ne vede embrione.

  2. Mah, sembrerebbe che tutto sommato i trend macroscopici abbiano tutti un asintoto orizzontale. In teoria integrando gli extracomunitari e tollerando/aiutando i caduti in disgrazia, le proiezioni dovrebbero migliorare nel giro di 3-10 anni.
    Per quanto riguarda me più che non riprodurmi, fare la guerra ai miei, discutere tutto e il contrario di tutto su qualunque media, pubblicare il mio D.R.A.M.A., e infine emigrare; il tutto in 31 anni sonati; non so che fare.
    Sto senza 2 denti, la schiena a pezzi, due occhiaie da Doctor Jackyll tali che me guardano storto sia i poliziotti che i malandrini, completamente senza soldi, e isolato a forza di scassare la minchia a chiunque avessi intorno: la mia rivoluzione l’ho fatta tutta fino ad un pelino dalla galera e dalla morte. Ora in bocca al lupo a chi resta a pagare le smerdate di questi vecchi bavosi che prima se ne fregano di fare discorsi comunitari, e poi piagnucolano che avranno bisogno di tanti soldi in cure mediche per rimanere giovani; prendo i miei 4 pezzi di carta (passaporto, profilo sanitario, profilo edulavorativo, profilo penale), le mie 3 carabattole (mutande, computer, cellulare), e me ne vado a mettere su una qualche tettoia dove poter ospitare chi in futuro si ritrovera’ con le alucce spezzate… almeno prima me ripijo e poi contribuisco a far ripijare i futuri incerottati italioti. Buon 1.15 a tutti. Vi saluto spezzando la… tastiera[1].
    [1] Così me re-imparo a scrive… che la gente intorno a me non accetta ne’ certificati x509 (autofirmati; perchè mamma, babbo, sindaco e maresciallo di zona, non sanno neanche de che sto a parla’, figurati firmarmi la chiave) ne’ una bella X fatta con la penna. Mi chiedono sempre una cazzo di firma leggibile, allora gli porgo l’otp di BancoPosta e mi guardano come un aborigeno guarda un preservativo di gomma (loro li fanno di ventre di canguro), allora mi tocca fare uno sforzo sovrumano per ricordare le paginette di A, di B, di C, che scrissi alle elementari… sto impazzendo… solo per rifare il passaporto per poco non m’arrestano: (col mio passaporto ancora valido già in mano) “mi dia un documento per favore”… credo di aver fatto una smorfia da psicopatico perchè la tizia per un attimo m’ha guardato storto…

  3. Aggiungerei a tutto questo anche stock di debito pubblico stratosferico (insostenibile), dipendenza dalle fonti energetiche estere, PeakOil e aumento di produttività (= meno posti di lavoro).
    Non so voi, ma non vedo alcun futuro con questo sistema economico e non mi pare sia un problema esclusivamente italiano (cfr. Giappone, Germania e Federazione russa dal punto di vista demografico, USA e tutto il cucuzzaro OECD per il debito).
    Forse abbiamo coniato la definizione di “tempesta perfetta”.

  4. @Martino: se leggi il mio post “non e’ un paese per giovani” http://is.gd/fTi7r affrontavo proprio la questione debito.
    la dipendenza dall’estero non deve spaventare. tutti dipendiamo da qualcuno per qualcosa. il commercio internazinale, per il mondo, e’ una buona cosa. Giappone germania e russia dal punto di vista dell’eta’ stanno messi assai meglio di noi. Non e’ vero che tutti i paesi OECD siano messi male per il debito; anche gli USA sono messi molto meglio di noi.

  5. Yanis Valentino Quinti

    Aggiungo che la Russia per la prima volta dal 1991 nel 2009 ha avuto un saldo nascite POSITIVO. La criticità l’abbiamo in Italia ed in Germania (anche se non capisco come i tedeschi non se ne curino, in particolare la Merkel copiando il sistema scandinavo e francese…)

  6. Stefano,
    Credo che l’unica opzione per affrontare un problema insormontabile come il gap generazionale vada trovata nella ricerca scientifica.
    Ho letto (se non sbaglio nel testo di Alberto Giusti, E-commerce in Cina) che la Cina avrà il medesimo problema con la generazione nata negli anni ’70. Tutto questo a causa delle politiche di controllo demografico che hanno avuto, da un lato il merito di controllare l’esplosione della popolazione, ma dall’altro hanno creato un gap tale per cui le precedenti generazioni libere di procreare sono molto più numerose della classe nata negli anni ’70.
    E’ un dato su cui riflettere: io penso che una possibile soluzione sia individuabile nelle teorie di Kurzweil sulla singolarità tecnologica e in particolare nella accelerazione esponenziale del pensiero scientifico. Probabilmente la nostra generazione sarà “condannata” all’avere un corpo e un cervello in piena funzione fino ai 100 anni di vita, in modo tale da potere lavorare, essere lucida e non andare in pensione (ipotesi che personalmente trovo affascinante: io non ho molta voglia di rammollirmi a 70 anni di fronte ad uno schermo televisivo:-P ).
    Cosa succederà quando la generazione nata negli anni ’70 chiederà la pensione, non oso pensarlo. Con gli strumenti di adesso non ci sarebbero soluzioni.
    Ma una fase mi ha colpito del testo di Kurzweil “la singolarità è vicina”: uno dei principali errori compiuti da chi è scienziato sociale consiste nel vedere il futuro remoto (quel futuro che accadrà tra 30 o 40 anni) come uguale a quello presente.
    Tra trenta anni ci saranno orizzonti completamente diversi: soprattutto se i ritmi di crescita della teoria di Moore saranno rispettati.
    Ciò che secondo me è indispensabile – e purtroppo non lo stiamo facendo in Italia – è costruire una idea di futuro. Se la ricerca scientifica non troverà soluzioni a questo problema, se i “nuovi media” non avranno diffusione capillare e ci saranno i soliti digital divide, sarà veramente rischioso.
    Questo secondo me non può essere ricercato solo come Italia, ma deve essere una azione di concerto con tutta l’Europa: viviamo in un mondo interconnesso e questo problema è comune: ecco perché anche internet concorre nell’affrontare il problema.
    Almeno io la penso così.
    Cordialmente,
    Enrico Giubertoni

  7. E indubbio che il progresso ci potra aiutare ma la creazione di
    ricchezza, richiesta prima della redistribuzione, non potra che venire
    da una mobilita delle persone e dal ritorno a un modus vivendi che ci
    siamo dimenticati: finche si e in salute, si lavora.

  8. Difficile scrivere qualsiasi cosa senza banalizzare o senza propinare un cahier de doleance generalizzato o un pistolotto infinito. Credo che dalle situazioni critiche si esca a piccoli passi, uno dopo l’altro, ma con in mente chiaramente dove arrivare.
    Non credo che un aiuto possa venire da kurzweil (anche se suggestivo), ma dalla consapevolezza che a 70-75 anni dovremo essere ancora attivi e non un peso per la società e che dobbiamo sceglerci, in fretta, leader in cui crediamo e fare di tutto per mandarli al potere.

  9. @Stefano: Permettimi un paio di riflessioni o meglio… estendere il concetto che ho sintetizzato nel mio precedente commento.
    Quando parlo di dipendenza energetica dall’estero, mi riferisco particolarmente alla questione dei combustibili fossili. Che noi, italiani, dipendiamo energeticamente (dal punto di vista elettrico) dai nostri partner europei, dal mio punto di vista non è un grosso problema (finché ovviamente loro hanno un surplus da vendere) e sostanzialmente la penso come te per quanto riguarda l’interdipendenza dei mercati.
    Però già oggi l’Europa affronta il problema della dipendenza energetica nei confronti di Paesi ‘fornitori’ che hanno politiche di mercato assai diverse dalle nostre e in regime di controllo completo, di libero in questo mercato a mio avviso c’è ben poco (se non la speculazione). Nella fattispecie Paesi OPEC (forse escludendo Arabia Saudita che però impone la sua ‘politica’ attraverso altri canali) per il petrolio e Russia e Libia per il gas.
    Tra l’altro se i combustibili fossili non fossero un problema e quindi ascrivibili come una commodity come le altre, secondo me, non ci sarebbe mai stato l’11 settembre (non sono un cospirazionista, intendo che i Paesi arabi non avrebbero avuto motivo di avercela con gli USA/occidente).
    Se a questo aggiungiamo la questione legata al fatto che i combustibili fossili sono una quantità discreta e che se anche l’EIA prevede che tra 10 anni la maggiore domanda di petrolio verrà “assorbita” (secondo loro) da fonti petrolifere non convenzionali (sabbie catramose, pozzi in aree difficilmente raggiungibili, bio-carburanti), beh la cosa dovrebbe preoccuparci non poco – se non altro farci accorgere del problema -.
    [continua]

  10. [continua…]
    Per la questione demografica: avevo letto a suo tempo il post che mi hai sottoposto, e devo dire che allora mi trovava sostanzialmente d’accordo. Il fatto è che proprio l’altro giorno stavo navigando su Google Public Data e ho scoperto una serie di informazioni che volevo sottoporti:
    Giappone, Russia e Germania per i dati che ho visto, hanno un deficit demografico:
    http://www.google.com/publicdata/explore?ds=d5bncppjof8f9_&ctype=l&strail=false&nselm=h&met_y=sp_dyn_tfrt_in&hl=en&dl=en#ctype=l&strail=false&nselm=h&met_y=sp_pop_grow&scale_y=lin&ind_y=false&rdim=country&idim=country:ITA:DEU:JPN:RUS:CHN&hl=en&dl=en
    e anche nelle nascite sono messi peggio di noi (tranne la Russia):
    http://www.google.com/publicdata/explore?ds=d5bncppjof8f9_&ctype=l&strail=false&nselm=h&met_y=sp_dyn_tfrt_in&hl=en&dl=en#ctype=l&strail=false&nselm=h&met_y=sp_dyn_tfrt_in&scale_y=lin&ind_y=false&rdim=country&idim=country:ITA:DEU:JPN:RUS:CHN&hl=en&dl=en
    quindi mi pare che nel medio-lungo periodo avranno i nostri stessi problemi, magari dopo 5-10 anni, ma siamo sulla stessa barca, imho. Tra l’altro il Giappone è il Paese attualmente più indebitato (rispetto al Pil) e soffre ormai di una crisi economica quasi ventennale, aggiungiamo che è un Paese praticamente chiuso ai flussi migratori, per cui vedo loro messi molto peggio di noi e forse i primi a soffrire della frattura sociale, certo magari loro troveranno il modo di risolvere la questione coi robot.
    Tra l’altro l’UK ha quell’andamento demografico forse anche perché ha un flusso migratorio positivo di 280.000 persone l’anno (dato 2008) contro i nostri 38.000:
    http://www.niceone.org/lab/refugees/
    [anche se parlano solo di rifugiati]
    [continua…]

  11. Per la questione “debito pubblico”, a parte che mi pare di capire che c’è sempre il rischio di un effetto domino sistemico (per cui se uno dei paesi G20 cade…), per quanto riguarda il debito degli USA:
    “nel debito federale ufficiale non rientra, per norme contabili USA, il debito di 8,1 triliardi a fine 09 relativo a Freddie Mae e Fannie Mac integralmente pubblici, né i 4,1 triliardi relativi al debito sanitario e previdenziale pubblico. In parole povere, il debito pubblico “vero” USA batte tutti gli altri, con oltre 20mila miliardi di dollari ed è già dunque al 115% del GDP USA”
    http://www.chicago-blog.it/2010/07/15/il-mercato-dice-probabilita-di-default-italia-a-5-anni-155/
    Certo, magari loro crescendo di più possono offrire maggiore sicurezza sul debito e ‘possedendo’ il dollaro hanno magari maggiore controllo sulla finanza, ma di certo con l’attuale gettito (basso rispetto al Pil) ci saranno parecchi scossoni. Gli altri Paesi OECD non stanno certo meglio – tranne eccezioni come Svezia e pochi altri – anche perché molti ancora non hanno affrontato la questione delle pensioni (noi siamo costretti a farlo con il Governo Dini).

  12. Grazie per il denso commento.
    Un mio amico e il past president della http://www.spe.org e abbiamo parlato a
    profusione del tema, che loro considerano dal punto di vista di tutte le
    fonti energetiche, non solo fossili.
    Tra le altre cose lui ha girato tutti i bacini di estrazione del mondo
    (tutti) ed ha avuto a ch fare con molti governi, da alcuni venendo anche
    espulso. Da quanto lui mi racconta, principalmente le persone dovrebber
    avercela con i loro governanti, prima che con loccidente (ci sono delle
    storie veramente incredibili).
    Ce certamente un tema geopolitico, data la concentrazione del gas, ma
    io non sono molto preoccupato. basta mangiare meno carne e fare piu
    alcool e biodiesel; penso che si possa stare tranquillo che a un certo
    punto al coltivatore converra fare biodiesel che non mais per mangimi.
    Si, certo, negli ultimi 5 anni la germania e il giappone si stanno un
    po suicidando.
    Il debito USA e molto lungo e loro hanno il dollaro, cosa che trasforma
    la loro debolezza in forza mentre il giappone e sicuramente nella peste
    ma i giapponesi sono tosti, con coesione sociale forte: faranno i
    sacrifici del caso e ne usciranno in fretta. Poi non si puo negare che
    ci sia un rischio sistemico.
    Tutto cio non ci deve portare a dire mal comune, mezzo gaudio ne a
    pessimismo non ce nulla da fare. potremmo importare ingegneri
    polacchi e cristiani egiziani, per avere piu facile integrazione.
    Ma se non partiamo da avere le quote verdi, non guarderemo al futuro in
    modo sufficiente e non mitigheremo i rischi.

  13. Mi piace questa tua visione ottimistica, o meglio non catastrofica,
    della situazione e del futuro. A volte mi lascio molto
    rattristare da ciò che vado scoprendo e dalle misure (inesistenti)
    che vedo prendere dai Governi (e non solo italiano) quindi un po’
    di sano e realistico ottimismo non può che farmi bene.
    Convengo che le risposte ci siano, in teoria, resta da vedere se e quando chi
    di dovere vedrà il problema prima che siano difficili e dolorosi
    da risolvere (tipo l’attuale crisi finanziaria). Qui rientriamo
    nel campo delle prerogative umane che sono più reattive che
    proattive.
    Mi domando cosa possiamo fare come singoli cittadini per
    ‘mitigare i rischi’.
    Ah… cosa intendi per “quote verdi”?

  14. Sarebbe interessante quantificare l’ ammontare del welfare.
    Dico questo partendo da alcune considerazioni: dal 68 in poi, da quando cioè l’ Università ha incominciato a diventare Università di massa, il numero dei laureati è andato progressivamente aumentando.
    Se consideriamo che questa gente sta incominciando ad andare in pensione proprio in questi anni, dobbiamo aspettarci che man mano che passeranno gli anni il numero di persone che andrà in pensione con una laurea sarà sempre maggiore.
    Ovviamente la pensione di un laureato e maggiore, spesso si parla di funzionari.
    Mi viene lo sconforto solo a pensarlo, penso abbiate capito a cosa mi riferisco…

  15. In questo interessante post su zerohedge è riportato uno studio Credit Suisse sulla distribuzione della ricchezza nel mondo (intitolato forse un po’ leziosamente come il capolavoro di Adam Smith).
    Nel pdf allegato l’Italia viene etichettata con un confortante “high wealth, low debt”, con più di 200.000 USD di “ricchezza” pro capite, al pari degli Stati Uniti, un po’ più del Giappone, un po’ meno della Francia.
    La Cina è a 16.000 USD pro capite.
    Definita “impressive” la crescita della ricchezza degli italiani nell’ultimo decennio (quasi raddoppiata), principalmente per l’aumento dei prezzi delle case.
    Guardando il grafico demografico “a fiasco” dell’italia, mi viene da ipotizzare che la generazione 0-10 anni sarà probabilmente più ricca di quella dei 25-35 anni, perché la ricchezza (in gran parte poco volatile perché costituita da immobili e cash) dovrà essere divisa fra meno persone.

  16. Riccardo, se la popolazione diminuisce, il mercato immobiliare ne risentirà, perché ci sarà richiesta di meno abitazioni. Dall’altro lato, le abitazioni non sono denaro contante, ma un bene che non sempre è possibile trasformare in contanti alla quaotazione ufficiale. Le abitazioni servono per essere abitate non come surrogato del conto in banca.

  17. @Mirco,
    hai ragione, intendo ricchi nel senso in cui lo intende il Credit Suisse ccon il termine “wealth”, includendovi il valore del patrimonio immobiliare.
    In effetti tale valore potrebbe risentirne se non ci fossero utilizzatori. Come scrivevo in privato a Stefano, per mantenere questa ricchezza dovremo aprire di più agli immigrati 😉
    In ogni caso, visti i tempi, è più probabile che si conservi il valore delle case piuttosto che quello del cash o degli asset finanziari.

  18. ..quindici anni fà un assessore del mio paese descrisse l’operato delle amministrazioni in questo modo: “Negli anni 50 costruirono i campi da calcio, perché erano giovani e molti, poi vennero i campi da tennis, poi la piscina ed ora la bocciofila…” la frase mi sembro significativa soprattutto perché mi suggeriva come la classe dirigente fosse rimasta la stessa nel corso degli anni. Non ho dati a sostegno, ma credo che i giovani politici e dirigenti del dopoguerra siano gli anziani politici e dirigenti di oggi. La causa della “secchezza politica” mondiale credo sia dovuta anche a fattori psicologici. Nessun anziano leone lascerebbe volontariamente il potere.. ma, a differenza della competizione animale dove la freschezza e forza fisica sono la chiave di volta, oggi il capitalismo ha reso più forti i più anziani. E purtroppo non per l’esperienza! Esemplificativo il mondo di internet. Non importa quanto sia potente una tua idea. Se non hai i capitali per imporla velocemente sarai escluso. ( Quanti servizi giornalistici nei Tg nazionali sono stati dedicati a skebby? 🙂 Ma anche, considerando la tesi di Debord veritiera, cioè considerando l’ “immagine” una forma di capitalismo: quanti giovani ricercatori meritevoli avranno il capitale spettacolare di un anziano? Ecco spiegata la preferenza data a Veronesi come presidente dell’Agenzia per la sicurezza nucleare.
    La soluzione data dai governi attuali è la precarietà. Se sei precario, se non puoi versare regolarmente i contributi non potrai richiedere la pensione. Non hai potuto versare? Peccato. Niente pensione.
    Il problema dell’economia attuale è un problema di logica. Si continua a pensare che in un sistema di risorse finito possa funzionare un sistema consumistico basato sull’ipotesi di una crescita infinita.. Ad esempio, se il secchiello del petrolio mondiale è arrivato a metà, e se non è rigenerabile, e se i consumi restano nell’attuale trend di crescita.. Allora tutta l’agricoltura forzata, da fosfati e gli altri concimi petrolchimici, non sarà proponibile per generare la quantità di bio-carburanti necessari. Allora chi dovrà programmare la decrescita? E soprattutto quale decrescita? Dei consumi o della popolazione? Forse dispiacerà che ne parli in questo blog, ma saranno chiamati a decidere quale tipo di decrescita quegli stessi amministratori, politici e militari che hanno molte cose da chiarire sull’11 settembre. Vorrei un suo parere, un giorno o l’altro, riguardo il crescente movimento di opinione coagulatosi all’indirizzo http://www.911truth.org/. Ma per concisione basterebbe che leggesse le tesi di http://www.ae911truth.org/.
    La domanda implicita è “Lei si fiderebbe a lasciar decidere quale tipo di decrescita scegliere a queste persone?”

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