Serious fact checking: il paese dei pirati (aka, a volte ritornano)

Il Bel Paese dei pirati siamo un popolo di hacker – Repubblica.it.

Per il 2011 si prevedono 19 miliardi di perdite per le industrie per le industrie creative europee e che a causa della pirateria andranno in fumo 250 mila posti di lavoro.

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l'anno scorso dicevano 10 miliardi in europa e 1,4 in italia
quest'anno dicono 19 miliardi in europa e 1,4 in italia

dato che non risulta che il mercato europeo sia cresciuto del 100%, ne consegue che in Italia, rispetto all'europa, siamo un paese di virtuosi. (a fronte di raddoppio in europa, da noi e' costante)

(BTW, 1,4 miliardi sono a 10 volte il mercato discografico italiano)

esagerare dando numeri alla cavolo non aiuta ad affrontare l'argomento in modo serio

vi invito domani a questo convegno alla Camera di commercio di milano: "Valorizzazione dell'innovazione nell'ICT e diritti di proprietà intellettuale in Rete: opinioni a confronto"; abbiamo fatto un incontro pre-convegno e devo dire di avere riscontrato una notevole convergenza delle vedute. Certamente sono piu' li aspetti su cui si concorda che quelli su cui ci si divide.

18 marzo 2010: Serious fact checking: Crisis ? what crisis ? La crisi vista da Bono e Cipputi

PIRATERIA: INDUSTRIE CREATIVE UE HANNO PERSO 10 MLD | Prima Comunicazione.

ANSA) – ROMA, 17 MAR – Nel 2008 a causa della pirateria digitale le industrie creative dell’Unione Europea hanno registrato perdite pari a 10 miliardi di euro ed un totale di 185.000 posti di lavoro in meno. Solo in Italia i danni sono stati di 1,4 miliardi di euro con 22.400 posti di lavoro perduti. Sono i dati forniti dalla società indipendente Tera Consultants che prevede entro il 2015 perdite fino a 240 miliardi di euro.

Chi è e cosa fa Tera Consultants ? una società di consulenza che, tra l'altro…
Tera Consultants | Lobbying.

Pour accompagner les actions de lobbying entreprises par ses clients, TERA Consultants réalise des études à caractère général ou spécifique, à diffusion large ou plus restreinte, publique ou privée. De la description des fondamentaux technico-économiques d’un secteur, à l’évaluation de l’impact économique de modifications de législation ou réglementaire, TERA Consultants propose à ses clients des documents pédagogiques en support de leurdiscours de lobbying.

Comunque, anche a dare credito ai numeri forniti…

Secondo l’indagine, nel 2008 le industrie creative dell’Ue (cinema, musica, televisione e software), hanno offerto un contributo pari al 6,9% o a circa 860 miliardi di euro al totale del Pil con una quota del 6,5% dell’occupazione totale dell’Ue, pari a circa 14 milioni di lavoratori.

…la perdita di ricavi sarebbe quindi 10Bn su 870Bn (860+10) pari all'1,1% e la perdita di occupazione di circa l'1,3%

Se penso al -21,4% di perdita di esportazione dall'Italia certificat dall'ISTAT  (e non mi pare che i consumi interni siano aumentati) o al -8,9% dei dipendenti di Telecom Italia (per non parlare del resto del settore ICT sia in buona salute…), mi viene da dire che farei cambio volentieri.

L'evidenza sarebbe dunque che le esportazioni italiane perdono 20 volte di più della crisi dell'industria creativa.

 

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7 thoughts on “Serious fact checking: il paese dei pirati (aka, a volte ritornano)”

  1. Beh, considerando che le estates (come si dice in italiano? non sono semplicemente gli eredi…) dei grandi noti artisti defunti non solo continuano a prendere i diritti d’autore, ma sono anche pronti in prima persona a preservare i diritti del fu, non vedo nulla di strano che ci siano anche i nomi dei buonanima 🙂

  2. Hai ragione! E’ una vera presa in giro dire Wimax=NGA.
    Lo sanno bene tutti gli italiani digital divisi che erano sovraccarichi di attese da WIMAX e che invece sono rimasti a bocca asciutta.
    Ciao
    Dar
    ***

  3. sono buono: forse volevano dire che la NGA è una struttura su cui appoggiare il WIMAX ed estenderla di quel tot fino a dove la NGA sarebbe antieconomica.
    Del resto sappiamo bene che il WI-MAX senza una dorsale di trasporto capace alle spalle (possibilmente in fibra) è una cattedrale nel deserto.
    Ciao
    M.

  4. sento il bisogno di un ranking dei giornalisti.
    altro esempio: qualche settimana fa il New York times ha pubblicato un articolo dove si dice che Milano è una città che vale la pena visitare. Philippe Daverio commentava per radio (radio popolare credo) dicendo che come italiani ci vantiamo del fatto che un giornalista è venuto a Milano e si è esaltato per quello che ha visto. Ma è uno. una sola persona per quanta influenza possa avere e per quanto sia importante e ben percepita la sua testata, ha comunque una importanza che viene amplificata dai beneficiari del messaggio (che si vantano che il new york times ha considerato bene la loro città, come se l’intera redazione avesse fatto un plebiscito e rappresentasse l’intera città di new york).
    ora io come lettore sento il bisogno di sapere cosa ne pensano gli altri lettori dell’articolo che magari ho appena letto. Il fatto che tu pubblichi un post dove smentisci un certo dato, per me è un grande valore, vorrei solo che questo feedback venisse registrato da qualche tipo di piattaforma tecnologica (per esempio, se sul sito di repubblica avessero qualche tipo di sistema di votazione… in poco tempo salterebbero a galla i giornalisti che hanno il vizietto di farla grossa giusto per farsi pubblicare…)

  5. Sta di fatto che non è bello che noi italiani si compaia sempre nelle posizioni di testa delle classifiche dei furti e della ricettazione.
    La gente che cracca il software e scarica song e film pirata non c’entra NULLA con l’open innovation.
    Anzi, costituisce una zavorra che impedisce il dispiegarsi di una commons-based peer production alla Benkler. (Infatti, questa cultura è, in Italia, arretrata.)

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