Aumenti del cinema. vedremo gli effetti imprevisti..

Milleproroghe, ecco le novità – Corriere della Sera.

[Esplora il significato del termine: CINEMA – Dal primo luglio andare
al cinema costerà un euro in più. L’incremento del costo dei film nelle
sale, ad esclusione delle sale parrocchiali, servirà per finanziare le
agevolazioni fiscali nel settore della produzione cinematografica,
previsti dal milleproroghe. I rincari avranno effetto dal primo luglio e
fino al 31 dicembre 2013. ] CINEMA – Dal primo luglio andare al cinema
costerà un euro in più. L’incremento del costo dei film nelle sale, ad
esclusione delle sale parrocchiali, servirà per finanziare le
agevolazioni fiscali nel settore della produzione cinematografica,
previsti dal milleproroghe. I rincari avranno effetto dal primo luglio e
fino al 31 dicembre 2013.

MILLEPROROGHE PROTTI (AGIS) INDIGNAZIONE PER MANCATO REINTEGRO FUS – Agenzia di stampa Asca.

…”Cio’ che e’ stato approvato – continua Protti – e’
l’opposto di quanto gia’ il 27 ottobre scorso avevano
affermato il ministro Bondi e i sottosegretari Letta e Giro
indicando il Fondo unico per lo spettacolo (Fus) a 410
milioni come cifra minima per sostenere le attivita’ di
questo settore”.

”Ma prendiamo ancora una volta atto – conclude Protti – che lo stesso ministro si impegna a continuare a battersi per il reintegro del Fus che evidentemente anche lui ritiene inaccettabile. Chiediamo pertanto fin d’ora a Bondi di porre sul piatto il suo ruolo istituzionale, nel caso dovesse ancora una volta fallire nello scopo di dotare l’Italia di una politica culturale decente”.

Federconsumatori.

Ogni
giorno assistiamo ad aumenti di tasse e tariffe che ricadranno sul già
infimo potere d’acquisto delle famiglie italiane. In coerenza con questo
atteggiamento e visto che i cittadini del nostro Paese , come atto
consolatorio della situazione di crisi in cui vivono, hanno aumentato le
presenze nei nostri cinema si è bene pensato di punirli aumentando loro
il biglietto di ingresso di 1 euro con aumenti percentuali del 15 – 25
%.

Bisognerà vedere l’elasticità della domanda per capire se non farà piu’ male che bene, perchè poi la gente le alternative se le trova.

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15 thoughts on “Aumenti del cinema. vedremo gli effetti imprevisti..”

  1. Gianmarco Carnovale

    Le moderne teorie economiche vogliono che la tassazione venga spostata dai redditi ai consumi. In questo caso, si è fatto persino di più: si è legata ai consumi di settore la tassazione finalizzata ad alimentare il fondo di finanziamento per l’industria ITALIANA di settore.
    Come dire: la visione di ogni film hollywoodiano serve a rendere più competitivo il cinema italiano.
    Io posso commentare solo con un CHAPEAU. Magari lo si facesse per tutti gli altri settori.

  2. E’ bella la giustificazione portata per questa tassa e, sempre la giustificazione, apre a tante belle considerazioni anche per altri settori. Ad esempio la tassazione sulla benzina ha permesso di avere un settore auto italiano solido e competitivo negli anni e l’incremento delle tasse universitarie ha migliorato enormemente la qualità della preparazione superiore un po’ in tutta Europa, come sa chiunque abbia occasione di leggere i CV dei neolaureati.
    Però mi chiedo quale sia la giustificazione per l’esenzione delle sale parrocchiali. Dopo tutto non olet…

  3. Gianmarco Carnovale

    Le sale parrocchiali (ma quante ne sono rimaste?) non hanno propriamente una mission commerciale nè mandano quasi mai film di primo rilascio… Difficile inserirle in questa tassazione senza dargli il colpo di grazia (e senza ricavarne molto), IMHO.

  4. Gianmarco Carnovale

    Ma a parte il problema delle sale parrocchiali, non capisco la nota ironica: non mi pare che le tasse sulla benzina avessero mai avuto lo scopo di riempire un fondo destinato all’industria italiana dell’auto. Questo sulla parte della raccolta per il riempimento del fondo.
    Sulla parte dell’erogazione dei finanziamenti, invece, è utile ricordare che il settore CINEMA non gode più del sistema di finanziamenti a pioggia che esisteva fino ad un paio di anni fa (AKA “dò i soldi ex ante, basandomi sui giudizi di una commissione politica”). Oggi vige il meccanismo Tax Credit/Tax Shelter, ovvero un finanziamento ex-post dato in forma di credito d’imposta ai soggetti PRIVATI che investono i loro utili nel Cinema.
    Questo semplice passaggio fa sì che vengano finanziati solo progetti che abbiano possibilità di successo al botteghino, è un meccanismo VIRTUOSO, già adottato in altri paesi che hanno un’industria del Cinema in salute (vedi Francia e Germania), che non può che far pulizia e nel contempo aiutare a rilanciare il Cinema Italiano.
    Sarebbe ora che smettessimo di sparare sulle azioni del Governo per principio e preconcetto.

  5. @Carnovale: sì volevo commentare in modo ironico perché la teoria della tassazione è semplice ma la realtà è complessa ed articolata. Se non sbaglio molti film finanziati e prodotti non vengono mai distribuiti nelle sale (e non vengono neppure rilasciati in Creative Commons), così come molti libri stampati vengono poi ritirati e mandati al macero senza diventare patrimonio comunue dei cittadini che li hanno finanziati.
    Sicuramente il finanziamento pubblico di prodotti culturali produce delle distorsioni non solo di mercato (e queste le raccoglie la teoria economica) ma anche nel contenuto (e queste per l’economia non hanno alcuna rilevanza). Ad esempio mi pare che alcuni film statunitensi di cassetta di recente produzione che sono critici verso talune scelte delle politica (es. Blood Diamond) siano stati finanziati direttamente da qualche benefattore perché altrimenti non sarebbero mai stati prodotti per via dei loro contenuti. Ma questo tipo di efficienza del finanziamento non ha rilevanza sul piano economico.
    Quanto all’esclusione delle sale parrocchiali ne rido perché è ridicola e ingiustificabile, ma come cittadino trovo meno simpatiche (e ancora meno giustificabili) certe scelte sull’ICI per gli edifici non dedicati al culto…
    Il milleproroghe contiene molti passaggi semplicemente vegognosi (es. 1000 euro e le affissioni elettorali abusive sono sanate o facilitazioni per i rimborsi elettorali, o passaggi che potrebbero avere un nome e cognome come titolo dell’articolo, ecc. ecc. ecc.), ma tranquillo. Altri governi hanno fatto esattamente lo stesso ma se ci si trova ad avere un grande cinema in bianco e nero e una distribuzione di spazzatura d’importazione… forse il problema è dei cittadini prima che del Governo.

  6. Gianmarco Carnovale

    @Bubbo: forse mi sono spiegato parzialmente, nel mio post precedente, quando parlavo dell’erogazione dei finanziamenti. Il sistema per il quale “molti film finanziati e prodotti non vengono mai distribuiti nelle sale” è stato debellato due anni fa.

  7. @Carnovale: me ne rallegro.
    Ora resta da risolvere il problema, estremamemente complesso per qualsiasi stato democratico e per qualunque governo, di finanziare opere che contribuiscano effettivamente alla crescita culturale della nazione. Però senza regalare soldi agli “amici” del governo di turno (anche attravero società controllate o tramite premi inventati…) e senza produrre film trascurabili al botteghino ma ideologicamente graditi ed allineati a qualche partito della coalizione (anche se di tema “storico”…).
    Ma quello che spero è che tutta questa produzione culturale sia almeno accessibile liberamente ben prima che siano trascorsi 70 dalla morte… di chi l’ha pagata! 🙂

  8. Mi “intrometto”, capsico il criterio del tax Credit spiegato da Gianmarco su cui concordo come metodo più “virtuoso2 del credito a pioggia precedente. Resta il fatto che l’aumento di 1 Euro sulla sale di Roma porterà il biglietto a un prezzo medio (serale) di €8,50, un’enormità per una famiglia di ad esempio 4 persone. Secondo: perhè io che vado al cinema automaticamente finanzio tutto il settore CULTURALE? Perchè allora non aumentare di 1 Euro anche il biglietto dei muesi statali ad esempio? Terzo e più importante per me che mi ritengo liberale: perchè accettare che il FUS debba essere per forza di €410 milioni e invece non capire che queste “sovvenzioni” di Stato debbono ridursi se vogliamo che la spesa pubblica sia ridotta? Perchè la “cultura” deve essere privilegiata rispetto a qualunque altro settore industriale? Chi lo ha detto? Ad esempio in USA il settore cinemtografico si regge sulle sue gambe e non su fondi statatli, voi direte sono gli USA. Beh bravi loro ed incapaci noi mi verrebbe da dire; i “regali” di Stato sono un danno al libero mercato (lo è anche quello della cultura). Diamo più spazio ad iniziative come quella di Della Valle che contribuirà a restaurare Il Colosseo abbinando cultura a mercato

  9. @ Carnovale “Come dire: la visione di ogni film hollywoodiano serve a rendere più competitivo il cinema italiano.”
    non mi sembra che la tassa sia solo sui film holliwoodiani ma su tutti i film. Quindi, se la gente continuerà ad andare al cinema per un film holliwoodiano (che può valere 8,5 euro), ci sarà molta gente che non andrà al cinema a pagare 8,5 euro per un film italiano (tanto basta aspettare 3-4 mesi per vederlo al noleggio o poco più per vederlo in pay-tv)

  10. Gianmarco Carnovale

    @Luca: scusa, ma a me risulta che il sovrapprezzo del biglietto vada solo a finanziare il Cinema, e non tutto il settore culturale. Sulle considerazioni circa l’opportunità di sovvenzionare il settore, è facile rispondere: gli altri lo fanno. Il che significa venire spazzati via, se non si usano le stesse armi.
    Per capire perchè lo si faccia, c’è da valutare che le produzioni hollywoodiane hanno altre dinamiche, perchè si rivolgono ad un mercato anglofono che offre ritorni di altro ordine di grandezza. Un film italiano, francese o tedesco, invece, salvo rare eccezioni viene visto da molta meno gente, ma il costo di una produzione è (più o meno) il medesimo.
    Tu dirai: ma che ci frega di tenere in piedi artificiosamente un’industria non competitiva, e perchè non la lasciamo fallire facendo fare tutto agli americani che stanno in piedi da soli?
    La risposta è complessa, diciamo per un mix di motivazioni che vanno dal tenere in piedi un settore che ha decenni di tradizione e che ogni tanto sforna grandi professionalità, al fatto che il cinema è un strumento di identificazione culturale molto forte (chi racconterebbe l’Italia e gli italiani, se non una produzione italiana? Pensa se non avessimo avuto le decine di film di Alberto Sordi, solo per dirne uno), fino al fatto che – per quanto poco vada all’estero – un film è un veicolo di promozione turistica del territorio di incredibile efficacia.
    E forse c’è anche un pelo di orgoglio nazionale, che a me non dispiace mai.
    Tutto sommato, quei soldi li vedo come una “tassa sui film stranieri”, finalizzata a contribuire alla quota “Cinema” del PIL italiano. L’alternativa sarebbe mandare all’estero tutto il ricavato del settore Cinema, cosa che mi piace molto meno che pagare un euro in più al botteghino. Se si vuole risparmiare a tutti i costi c’è il cinema il mercoledì, o ci sono sale che ti vendono card prepagate con tot ingressi, molto convenienti (io vado da UGC e pago 4,50 Euro ad ingresso con la card, per esempio). Oppure basta comprarsi coca-cola e pop-corn al bar di fianco al cinema anzichè dentro, e allora altro che un euro di differenza :)))

  11. Gianmarco Carnovale

    @Hamlet: non capisco il distinguo, tutti i film vanno in pay-tv o in noleggio con le stesse tempistiche. Non credo che una tassa generalizzata sull’ingresso in sala andrà a ridurre le visioni di film nostrani in proporzione maggiore rispetto ai film stranieri. Se calo ci sarà (come da legge sull’elasticità della domanda, richiamata da Quinta), IMHO sarà omogeneo.

  12. @Carnovale “non capisco il distinguo, tutti i film vanno in pay-tv o in noleggio con le stesse tempistiche”
    fai un sondaggio e chiedi “spenderebbe 10 euro per Avatar? spenderebbe 10 euro per un film di Carlo Verdone?
    Se fai il sondaggio con molti film, vedrai che i film italiani non hanno lo stesso appeal dei film USA e quindi avranno perdite superiori in sala

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