Sarà la P4

Tra monopoli e monòpoli… la differenza non è solo un accento.

In questo articolo Barberio attacca il collaboratore del ministro attribuendogli informazioni contraddittorie e rimescolamenti di carte. (l’argomento di Sambuco ricalca pari pari anche il documento al riguardo emanato dalla Commissione Comunicazioni della Camera)

Giova anche ricordare che sulla rete fissa c’e’ un operatore che ha un significativo potere di mercato con circa 3/4 del mercato al dettaglio e la quasi totlità del mercato all’ingrosso. Dove si vede il “ritorno” al monopolio ?

NGN, società della rete e rischi di rigurgito monopolistico delle telecomunicazioni.

Una prospettiva, quella indicata da Sambuco, che pesa, ma che non nasconde alcune contraddizioni. Nell’articolo si indica infatti, con riferimento alla costruzione della rete in fibra ottica, la necessità “…di farne un tema pubblico, che riguardi l’azione diretta dei governi e che non può essere lasciato solamente all’iniziativa del mercato”. E la ragione è poche righe più avanti “…la domanda è troppo debole e lo sarà ancora per un tempo che nessuno conosce con precisione…”. L’idea di Stato come “imprenditore a tempo” trova la sua spiegazione nel fatto che “…entro massimo dieci anni lo Stato abbandoni l’investimento e rilasci al mercato l’infrastruttura costruita…”. Si fa poi esplicito riferimento al rigore dei conti pubblici:”…I soldi impegnati dallo Stato dovranno essere restituiti e ottenere un discreto ritorno sull’investimento: è possibile perché la nuova rete sarà molto redditizia…”. Insomma lo Stato deve intervenire perché non c’è la domanda e non è prevedibile la sua insorgenza, ma lo stesso Stato può fare con certezza un passo indietro entro 10 anni perché la nuova rete sarà molto redditizia.
Una contraddizione in termini, che fa emergere alcune riflessioni in due direzioni.
La prima è relativa al modello di società di rete paventato.
La seconda riguarda il contesto temporale in cui tutto ciò avviene, che indica l’avvio di un processo di rimescolamento del capitalismo italiano. Un rimescolamento delle carte in cui le telecomunicazioni sembrano rivestire un ruolo non irrilevante.

C’è da considerare che sarà abbastanza
improbabile, ma è un eufemismo, un’accettazione da parte della Unione
Europea di un siffatto modello italiano.

Purtroppo non è affatto cosi’.

E’ vero che la regolamentazione NGA europea è basata su un approccio di mercato. Questo non vuol dire che aiuti di Stato non siano possibili.

Anzi!

Gli aiuti di stato sono regolati dalla Commissione con le BroadBand Guidelines che regolano gli aiuti di Stato nel settore BB e NGN. Le guidelines indicano in che misura gli aiuti di Stato, anche nella forma di una partecipazione ad una società pubblica, possano essere erogati.

L’unico vero limite è quello delle zone laddove vi sia già una rete NGN oppure vi siano chiari progetti di investimenti in NGN nei prossimi 3 anni. Casi molto rari in Italia.

Tuttavia, se l’investimento pubblico avesse luogo a condizioni di mercato – cio’ con caratteristiche tipiche di un investitore privato – il problema neanche si pone.

L’articolo de Il Foglio cade in un momento particolare e non può essere un caso.


Qualcuno ha sottolineato come l’annuncio di qualche giorno fa sulla società della rete fatto dal Ministero dello Sviluppo Economico coincidesse con la scadenza dei termini indicati nel Memorandum of Understanding sottoscritto nello scorso mese di novembre tra gli operatori di telecomunicazioni italiani in seno al cosiddetto tavolo Romani.

Ma sarebbe una visione forse del tutto riduttiva

….
Appare invece più propria una contestualizzazione in seno al rimescolamento di carte del capitalismo italiano su partite storiche che riguardano governance e poteri reali su Generali, Rcs, Mediobanca, Pirelli, per citare alcune delle partite in corso.


Ovvero, il fatto che si parli di una società della rete a valle della scadenza di un MOU sulla società della rete, dopo anni che si parla della società della rete sarebbe riduttivo.

…deve essere legato ad un rimescolamento nei “poteri reali”.

Sarà la P4.  😉

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4 thoughts on “Sarà la P4”

  1. Caro Stefano,
    sei entrato in un ambito regolamentare. Quanto all’Europa, nel mio editoriale il riferimento non è agli aiuti di Stato, ma al modello di piattaforma unica; quanto all’intervento dello Stato “imprenditore a tempo”, va da sé che l’intervento della Cassa Depositi e Prestiti non è intervento statale. Come è noto i quattrini della Cassa sono i risparmi dei correntisti postali. Questa è la ragione per la quale il presidente della Cassa ha indicato l’unica possibilità della sua partecipazione: ritorno dell’investimento e coinvolgimento di tutti, senza nessuno escluso…Ecco perchè sottolineo che questi argomenti entrano in un ambito regolamentare nolto delicato…Quanto infine al rimescolamento delle carte, il mazziere non è Sambuco, come si evince dal mio editoriale, ma i consiglieri di amministrazione delle società (6-7) che rappresentano il core del capitalismo italiano. Ma com’è ovvio, questa non è nè una mia idea, nè un’idea originale.
    Raffaele Barberio
    Direttore responsabile
    Key4biz
    http://www.key4biz.it

  2. Tu pensa che a me è stato segnalato da un amico che abita i palazzi come feroce attacco a Sambuco…
    Mi resta la consolazione di non essere io il solo ad avere capito, leggendo larticolo, il contrario di quanto affermi nella replica.

  3. Pensa, a me Sambuco è anche simpatico. Puoi girare però il mio post al tuo amico palazzinaro, così puo convincerlo sul fatto che non sono poi così cattivo. Sono sicuro che se tu lo avessi letto non saresti caduto nell’equivoco e avresti potuto dargli le giuste dritte. La prossima volta gli scriverò qualcosa di più cloroformizzato.
    PS: …Magari sarà stato un palazzo ovattato della Curia…

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