Circa la condanna di Google News in Belgio

PI: Google News, condanna belga.

Google
News, condanna belga
Gli editori contrari alla visibilità indesiderata dell’aggregatore di
notizie di Mountain View si aggiudicano anche il secondo round.
L’effetto immediato è quello di rinunciare a 30 per cento del loro
traffico

Secondo uno studio condotto dal Pew Research Center, per esempio, Google
sarebbe responsabile in media del 30 per cento del traffico totale dei
maggiori siti di notizie, con Google News a rappresentare il maggior
volano di utenti.

alcuni di voi mi hanno scritto chiedendomi una opinione.

Google porta traffico ai giornali con la ricerca e con google news.

la ricerca di google presenta la nota pagina iniziale senza alcun contenuto. si cerca un termine e appaiono i risultati con pezzi di testo dove appare la keyword cercata, in grassetto.

google news presenta una pagina iniziale con alcuni contenuti classificati tematicamente, con alcune righe di testo, prima che l’utente faccia qualunque ricerca.

secondo Pew, nello studio citato, Google mediamente porta il 30% del traffico di un giornale online, mettendo assieme search (che non è l’argomento conteso) e news.

un punto del contendere riguarda il fatto che con la cache di google vengono rese disponibili anche pagine che non lo sono presso l’editore (ad esempio pagine che finiscono in un archivio in vendita e sono tolte dal sito)

un altro punto è che i contenuti presentati con alcune righe (anche senza ricerca) consentono di far conoscere all’utente il contenuto dell’articolo senza che quindi l’utente vada a cliccarci.

altro punto è che il regime applicabile a google per indicizzare contenuti con tutti i diritti riservati è quello dell’opt-in e non quello dell’opt-out (ovvero di chiederne la rimozione).

secondo la corte l’attività non sarebbe di caching (ovviamente nemmeno di hosting nè di mere conduit) perchè i contenuti non sono
memorizzati da google in occasione della richiesta di un utente per poi
metterli a disposizione più efficientemente dei successivi utenti (come è
il concetto del caching) ma vengono presi a prescindere dalla richiesta
di un utente e restano sui server di google per un tempo
arbitrariamente deciso da google e non corrispondente ad una motivazione
tecnica.

come prima cosa osservo che chi fa rassegne stampa fa attività assai più censurabile (con qualche eccezione che ha stipulato accordi di retrocessione di parte dei ricavi agli editori).

come seconda cosa osservo che hanno ragione i creative commons quando prevedono che le licenze di uso vengano accompagnate da una descrizione machine-readable in modo tale che un sistema automatico sappia come trattarle.

ecco, per tagliare la testa al toro, io lo obbligherei per legge. c’e’ uno standard de facto che lo consente, adottiamolo.

resterebbe la questione della durata. mi chiedo se in CC ci abbiano mai pensato (una iconcina di orologio indicando restrizioni temporali alla licenza)    

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