Risate a denti stretti

After having dug to a depth of 10 feet last year, British scientists found traces of copper wire dating back 200 years. They came to the conclusion that their ancestors already had a telephone network more than 150 years ago.

Not to be outdone by the Brits, in the weeks that followed an American archaeologist dug to a depth of 20 feet. A story was subsequently published in the Daily Journal: "American archaeologists, finding traces of copper wire 250 years old, have concluded that their ancestors already had an advanced high-tech communications network – 50 years earlier than the British."

One week later, the La Stampa, an Italian Newspaper in Turin , Italy , reported:
"After digging as deep as 30 feet in his backyard, Giuseppe Gioconni, a self-taught archaeologist, reported that he found absolutely nothing. Gioconni has concluded that 250 years ago, Italy had already gone wireless."

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8 thoughts on “Risate a denti stretti”

  1. Benche’ sia vero, e’ anche vero che l’infrastruttura ICT non e’ come quella elettrica o quella idraulica.
    Sono due livelli di complessita’ assolutamente diversi (a parte per il senatore repubblicano dell’Alaska Ted Stevens, ovviamente).
    Ci vuole tempo prima che questa consapevolezza prenda piede e ce ne vuole ancora di piu’ in Italia, dove “cultura” ha un’implicazione umanistica e non tecnico/scientifica e l’informatica viene spesso considerata al livello della stregoneria (“una volta ero vestito di giallo e la procedura della quadratura mensile non ha dato errore e da allora ogni mese quando chiudo la quadratura mi vesto di giallo”)
    Il difetto di noi informatici e’ forse quello che, in fondo, “ci teniamo” davvero al nostro lavoro, non accettiamo compromessi e siamo disposti a lavorare non retribuiti pur di far funzionare bene le cose. Qualche “commerciale” ridera’ di noi e dira’ che siamo degli stupidi. Ma meglio essere stupidi e onesti che furbi e disonesti. Siam fatti cosi’: abbiamo una nostra etica molto forte e radicata.

  2. Chiosa a quanto scritto sopra. Lettura consigliata il racconto Creative Commons di Cory Doctorow “When Sysadmins Ruled the Earth” http://craphound.com/?p=1678 (al link e’ disponibile anche la versione italiana).
    NBon e’ la storia di SysAdmin con manie di grandezza, ma di quanto i SysAdmin “ci tengano”.

  3. IMHO manca anche la consapevolezza che l’ICT non è solo un enabler, ma anche – e sempre più spesso – un elemento fondamentale della value proposition. Chiedetelo, per esempio, ad Apple o anche a Funambol, Buongiorno, Dada, e in altri settori a Fiat (nav, entertainment, …), Nike (runners’ social networks), ecc ecc
    Quello che molti iniziano a fare, e per me è un gran bene, è di scindere l’ICT “di servizio” (contabilità, amministrazione, HR, …) – gestito in logica di efficienza di processo – da quello “di valore” – che entra a pieno titolo nel “costo del venduto” e viene speso in funzione del valore aggiunto.

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