Fare logout da facebook non basta

Interessantissimo post e soprattutto la discussione che si è sviluppata nei commenti, circa il fatto che anche se fai logout da facebook, i cookies continuano ad essere inviati.

Nik Cubrilovic Blog – Logging out of Facebook is not enough.

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26 thoughts on “Fare logout da facebook non basta”

  1. In se il fatto che alcuni cookies non vengano cancellati quando uno fa logout non mi sembra un problema. Penso sia piuttosto frequente che il logout non cancelli i cookies, o per lo meno che non li cancelli tutti.
    L’importante è che l’uso di quei cookie non faciliti l’accesso al mio profilo da parte di terzi.
    Il pulsante si chiama “logout”, non “dimenticati di me e non lasciare tracce nel mio browser”. Per la seconda opzione l’unico modo è usare browsers che abbiano funzionalità di browsing anonimo ed è bene che gli utenti imparino ad usare questi strumenti piuttosto che i pensare che il pulsante “logout” faccia di più che terminare l’autenticazione.
    Piuttosto mi sembra più preoccupante quello che riporta l’articolo citato nella prima riga: http://scripting.com/stories/2011/09/24/facebookIsScaringMe.html (Alcuni passaggi dell’articolo mi sembrano esageratamente faziosi: quando dice che facebook non ha un browser e invece google ce l’ha ipotizza uno scenario che è tutt’altro che vicino: chrome è stato il primo browser a fornire un meccanismo semplice di navigazione “in incognito”).

  2. Come possano essere utilizzati i cookies è oscuro alla quasi totalità dei navigatori e sapere che quando vai su di un sito che “coopera” con Facebook allora Facebook lo potrebbe sapere, ma siccome sono onesti non lo fanno 🙂 rende tutti veramente molto più tranquilli 🙂

  3. Non so se ti è mai capitato…. dopo aver prenotato su expedia, per esempio, vai su libero e le immagini pubblicitarie ti propongono altre possibilità su altri siti di viaggi per la sessa destinazione…
    ecco, questo sono i cookies….

  4. Per rimanere in tema. Sito di postacertificata.gov.it.
    Quando sei nel sistema hai sia un pulsante “Esci” che un pulsante “Logout”, uno a fianco dell’altro.
    “Logout” effettivamente rimuove l’autenticazione.
    “Esci” è solo un redirect alla homepage istituzionale!!!!!! GENIALATA!
    Ditemi voi se questo farà capire bene agli utenti quando e come possano assicurarsi che quelli che useranno il PC dopo di loro non potranno mandare PEC alla PA a loro nome.

  5. in genere mi sembra che abbia un po’ di confusione su chi fà “pirateria”.
    Sulle tre frasi che hai sottolineato dico:
    – “In una sorta di mea culpa – ha precisato – ha detto che far adottare la legge era necessario, ma che adesso bisogna rivedere un certo numero di cose.”
    – “è un successo ma bisogna estendere la lotta anti-pirateria allo streaming on-line.”
    – “Ma se la tecnologia ci permette una nuova evoluzione, adattaremo le leggi”
    Se la legge ha avuto buoni successi perchè cambiarla? Forse perchè ci si è resi conto di aver fatto un buco nell’acqua? Sull’ultimo punto sono d’accordo in generale, ma prima và capita la tecnologia e poi fatte le leggi per gestirla altrimenti la si gambizza…
    Mi sembra chiaro che la “repressione” non ha funzionato e non funziona, forse tenterà di approcciarsi alla pirateria “bonificandola” con delle tasse, molto più redditizia … e meno faticosa.

  6. L’idea che mi sono fatto è che la padronanza concomitante di tecnologie computeristiche e di lingua francese sia merce rara ed infrequente tra chi ribatte queste notizie.
    Quindi che la reale posizione di Sarko (che ignoro) sia da qualche nascosta dans la nuage de l’internet.

  7. A parte il triste fatto contingente, lezione imparata anni fa: all’estero viaggiare sempre solamente con il passaporto. Tra l’altro da quest’autunno gli aeroporti londinesi (di sicuro LHR e GTW) hanno delle fast lane all’immigration per chi ha il passaporto con lettura ottica.

  8. Domanda: ma vengono emesse ora le carte di identità elettroniche? Io ero rimasto che, per problemi di varia natura che non voglio enumerare qui, l’emissione delle stesse era stata di fatto sospesa anni fa.
    @Luigi Rosa: il passaporto ha l’odiosissima tassa sul macinato di 49 EUR/anno, quasi unica nel mondo civile (solo regimi dittatariali hanno tasse equivalenti). Se posso, uso la carta di identità per andare all’estero ;-).

  9. LOL,
    comunque io userei la carta elettronica per uscire dall’italia ed il passaporto anche senza marca da bollo per entrare in UK

  10. Fatti il passaporto: vale quanto la carta di identita’ (dpr 445/2000, art 35 comma 2) e in piu’ certifica la nazionalita’ …

  11. Mio padre la scorsa settimana mi aveva raccontato una cosa simile dopo averla vista a chissa’-quale-trasmissione televisiva.
    Notare che “l’erogazione della postalizzazione dei tagliandi” significa “l’invio degli adesivi via posta” (un accidente al burocratese e un doppio accidente a chi lo usa); in pratica fino a poco tempo fa ti “costringevano” a rifare la patente ex novo cosi’ pagavi tu e loro non dovevano inviare (pardon erogare la postalizzazione) il tagliando.

  12. Mia moglie ha fatto il rinnovo inizio anno ed ancora non è arrivato l’adesivo. Ci chiedevamo il motivo, eccolo.

  13. Io ho fatto il rinnovo a fine dicembre scorso e ancora aspetto il tagliando adesivo; ho visto il servizio di Striscia e ho visto che un funzionario del Min Interni diceva che con un comma aggiuntivo del DL Semplificazioni era stato asseganto un budget per i francobolli che non avevano. Per chi dovesse guidare all’estero sappiate che il solo certificato medio rilasciato all’atto della richiesta di rinnovo non è valido, per cui enormi svntaggi per chi usa spesso l’auto all’estero

  14. Non mi tornano alcune cose… google sostiene di essere ISP in quanto non esercita controllo sui contenuti del servizio suggest: ma ricordo chiaramente che tempo fa uscirono diverse notize nelle quali Google ?dichiarava? di eliminare da suggest parole tipo [nomeFilm] torrent oppure termini riferiti al sesso/pornografia.
    Infatti cercando [nomeFilm] torren (senza la t finale) 0 risultati suggeriti;
    cercando [nomeFilm] torrent magicamente appaiono un sacco di altri risultati (es: j edgar torrent ita/dvdrip etc).
    Segno che una sorta di “blacklist” ci deve essere..
    La sentenza poi argomentava tante altre cose, alcune delle quali ammetto non mi sono molto chiare ma questa mi è parsa una strana contraddizione.

  15. http://support.google.com/websearch/bin/answer.py?hl=it&answer=106230
    ….
    Se per una parola o un argomento specifico non vengono visualizzate ricerche previste, il motivo potrebbe essere uno di quelli spiegati di seguito.
    ….
    3. Il termine di ricerca vìola le norme della funzione di completamento automatico. Cerchiamo di fornirti query di ricerca pertinenti, ma escludiamo un gruppo limitato di query di ricerca relative a contenuti pornografici, di violenza, di incitamento all’odio e relative alla violazione del copyright.
    ….
    Ho notato che quelle pornografiche non danno risultati nemmeno se finisci di scriverle, mentre quelle di violazione del copyright se le scrivi per intero poi propongono eventuali parole aggiuntive: sembra che nel caso della pornografia non salvino proprio il dato in archivio mentre per la violazione copyright effettuino un filtro in lettura. Interessante.
    Comunque i suggerimenti non si basano sui contenuti delle pagine web, ma sulle frasi di ricerca utilizzate dalla gente: è una ricerca sulle frasi di ricerca.
    Detto questo mi sembra differente avere questo tipo di blacklist dall’impedire la visualizzazione di certe associazioni.
    La cosa “bella” è che per le condizioni di servizio google può usare e pubblica e fare quello che vuole con quello che tu scrivi sui suoi siti, quindi se tu mentre sei loggato scrivi una ricerca “diffamante” e lui poi la usa nell’autocompletamento di un altro utente alla fine il responsabile potresti essere tu che hai fatto la ricerca, inconsapevole che *cercare* su google non è una cosa “privata”. E magari domani comincierà ad utilizzare anche i contenuti dei vari Google Drive per autocompletare le ricerche…

  16. una cosa e' inserire una blacklist con alcuni nomi ben specificati perche' imposto da un giudice, altra e' fare una blacklist di termini che potrebbero irritare qualcuno, non specificati, perchè richiesto da individui. IMHO

  17. E’ una sentenza che devia dall’orientamento finora prevalente di cui si era parlato in questo post:
    http://blog.quintarelli.it/blog/2011/04/google-completamento-automatico-implica-responsabilit%C3%A0.html
    Personalmente dubito che Google possa ritenersi esente da responsabilità civile per le funzionalità di AUTOCOMPLETE per le ragioni che avevo espresso qui:
    http://blog.quintarelli.it/blog/2010/09/lerba-del-vicino-google-ricondannata-in-francia-per-suggest.html
    A mio avviso tale attività rientra tra quelle pericolose ex art.2050 c.c. che pone l’onere della prova a suo carico; dice la norma:
    “Chiunque cagiona danno ad altri nello svolgimento di un’attività pericolosa, per sua natura o per natura dei mezzi adoperati, è tenuto al risarcimento, se non prova di avere adottato tutte le misure idonee a evitare il danno”.
    L’attività di trattamento dei dati personali è qualificata dalla Magistratura ordinaria di merito come attività pericolosa, per cui in caso di richiesta di risarcimento da parte del soggetto che si ritiene leso dalle modalità del trattamento dei propri dati, il titolare del trattamento è lui tenuto a provare di avere adottato tutte le misure idonee ad evitare il danno.

  18. Ritengo che il Giudice di Pinerolo sia giunto a quelle conclusioni perchè ha ritenuto che la domanda promossa fosse a cautela dell’evocato e UNICO (il giudice non a caso usa l’aggettivo tra parentesi a pag.7 del PDF) reato di diffamazione e non del trattamento illecito e pericoloso dei dati personali. Anche il resto della motivazione si sofferma sulla fattispecie penalistica del reato all’onore ed alla reputazione non affrontando in alcun passaggio il diverso tema della protezione dei dati personali. Questo dimostra che la diversa qualificazione giuridica del fatto e della domanda proposta può portare a risultati differenti. E’ in definitiva una questione “sdrucciolevole” anche per gli addetti ai lavori.

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