Privatizzare i numeri del telecomando ?

Alcuni di voi mi hanno segnalato questo articolo: E se ‘privatizzassimo’ la numerazione dei canali TV? | Libertiamo.it.

Sono completamente d'accordo a metà con la proposta del sito di Della Vedova.

Credo che le posizioni del telecomando sono una risorsa scarsa che si puo' valorizzare in qualche modo, ancora per un po'. infatti la tendenza è inevitabilmente ad avere dei decoder con delle EPG navigabili e mi sembra auspicabile che, come avviene oggi, oltre alla predispozsizione di default dell'EPG, sia sancita sempre la possibilità per l'utente di riordinarsi i vari elementi come piu' gli aggrada.

Su Innovatori Jam avevo fatto una proposta simile:

in italia abbiamo i domini da uno e due lettere che non sono usabili per una vecchia idea che quelli da due lettere fossero riservati alle provincie (che comunque vada non ne faremo piu)
mettendo all'asta ad esempio b.it, potremmo guadagnare qualche milione di euro da destinare a startup. Ci sono 1200 dominii cortissimi che si potrebbero valorizzare. 

Faraci, su Libertiamo, propone una vera e propria privatizzazione, con tanto di mercato secondario delle numerazioni.

Io su questo ho qualche perplessità. (anche perche' e' un bene deperibile, come detto, sostituito dalle EPG). Il meccanismo dei nomi a dominio non prevede una cessione di un diritto di proprietà di durata indefinita, bensì una registrazione per un limitato arco temporale (penso lo stesso per le aste che proponevo).

Credo che in questo modo si massimizzi la rendita, lasciando sempre una finestra di opportunita' per tornare addietro, senza espropri, se le condizioni dovessero cambiare. IMHO.

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16 thoughts on “Privatizzare i numeri del telecomando ?”

  1. sui nomi a dominio sono d’accordo completamente con la tua visione, salvo che mi viene da ridere a pensare all’ufficio legale del Registro.it alle prese con una questione del genere. Credo infatti che per attuare una cosa del genere andrebbe cambiata la forma con cui vengono assegnati i domini .it.

  2. beh credo che la questione dei nomi a dominio a 2 lettere possa essere una fonte di rogne “infinite” a cominciare da chi sia titolato a prendere una decisione sulla loro eventuale “gestione/assegnazione” con criteri “difformi” dall’attuale modalità di gestione per continuare con il tema di chi “incasserebbe” gli importi risultati dalle gare e quale uso sarebbe legittimato a farne e soprattutto in questo nuovo contesto che fine farebbero i titolari di marchi a due lettere? 🙂 (presenti e …. magari futuri ??)
    mmhhhhh meglio non svegliare il can che dorme 🙂

  3. c’è anche l’esempio francese: sorteggio
    http://www.satnews.tv.it/ShowNews.php?ID=10912
    In Francia, la numerazione dei canali TDT è stata stabilita dall’Autorità di regolamentazione Conseil Supérieur de l’Audiovisuel (CSA) tramite consultazione pubblica svolta tra luglio e settembre 2004. Sulla base delle risultanze, CSA ha attribuito la numerazione ai canali TDT in base a due principi fondamentali, ovvero la parità di trattamento tra canali TV / editori e la necessità di garantire e soddisfare gli utenti. I canali dal numero 1 al 7 sono stati attribuiti ai canali analogici nazionali, nell’ordine TF1, France 2, France 3, Canal+, France 5, M6, Arte. Tali emittenti hanno mantenuto la loro numerazione originaria per venire incontro alle abitudini degli utenti.
    Le posizioni immediatamente successive sono stati attribuite ai canali nazionali gratuiti, per facilitare gli utenti ed evitare di penalizzare i canali Free-to-Air, la cui sopravvivenza dipende dai risultati di ascolto. Nell’ambito dei canali gratuiti, è stata data priorità ai canali pubblici. Ferma restando la precedenza ai canali Free-to-Air, i rimanenti canali gratuiti gestiti da operatori privati e i canali pay sono stati allocati alle rispettive posizioni LCN tramite un’estrazione a sorte. L’estrazione non sarebbe avvenuta nel caso in cui gli editori avessero inviato una proposta condivisa.

  4. Bisognerebbe prima liberalizzare i neuroni degl iitaliani che sono imprigionati nella stretta banda del proprio cranio… i lavoro, che la rete ci propone, come anche i nomi di dominio… ci sarebbero talmente tante possibili opportunità .. ma le stiamo perdendo tutte. Abbiamo perso il treno, dalle aziende che stavano investendo sono state allontanate dalle grandi aziende le figure professionali piu’ innovative, coloro che avevano intuito chiaramente il problema delle bolle speculative e che avevano intuito la necessità di intraprendere progetti come google o youtube anche molto prima che in America se ne parlasse (es. Kataweb , Telecom, Mediaset, etc.). Abbiamo vissuto momenti in cui grandi investitori italiani hanno gettato al vento milioni di euro , distruggendo posti di lavoro solo perche’ non si voleva accettare l’idea che la rete poteva cambiare il modo di fare impresa.

  5. Io la numerazione LCN non la uso.
    Ho un ricevitore satellitare+terrestre che mi permette di aggiornare la lista dei canali via USB. Esiste un editor di canali ‘ufficiale’ che non è gran che ed uno fato da appassionati che ha l’opzione di collegarsi ai siti con le liste di canali satellitari aggiornate.
    Posso farmi liste di preferiti con canali terrestri e satellitari, magari di diversi satelliti mischiati assieme.
    L’altro decoder solo satellitare più vecchio permette di scaricare via porta seriale un file in simil CSV che si può modificare con un editor di testo.
    Un decoder terrestre zapper che ho non ha l’lcn quindi i canli li ho riordinati a mano.
    Ho un altro decoder per il terrestre a cui ho disabilitato l’LCN, perchè il decoder è mio ed i canali livoglio nell’ordine che voglio io, è scomodo ma lo fai una volta e basta. Tanto TeleMagheTettone non ti interessa se sta al 154 od al 92…

  6. Sarebbe ora, però, di smettere di fare un fascio unico tra immagini pedopornografiche e materiale distribuito in violazione del diritto d’autore.
    Benvenga la regola generale, ma ho molta paura che trattarle come cosa unica non porterà bene (anche quando condivido quello che viene detto)!
    Altrimenti diventa normale che “lotta alla pedofilia” venga usato come termine alternativo per la “lotta alla pirateria”. E’ vero che “conquistare pozzi di petrolio” lo chiamiamo “esportare la democrazia”, ma se continuiamo così tra qualche anno il mio vecchio Zingarelli sarà un libro di aforismi!

  7. esattamente. Ciò che il mercato vuole è una FLAT all-you-can-eat, e megavideo non doveva “mettere daccordo nessuno”, aveva così materiali di ogni produzione, comprese quelle indipendenti. Perchè nessuno riesce a costruire una via d’accesso unica al cinema che sia anche legale? Forse perchè legge e mecato sono due bestie molto diverse tra loro.

  8. Scusate ma Netflix, iTunes, Hulu che sono?
    Lo spazio per attività legali c’è e si sa.
    Che Megaupload prima o poi sarebbe stato colpito era nell’aria. Il suo CEO è una personalità nota e in parte controversa. Subito sono scattate le proteste di vario tipo online ma credo che siano in gran parte superficiali.
    Megaupload non è Youtube, il suo business non può essere definito “pulito”. Nessuno ha mai pensato di buttare giù Dropbox nonostante ci si possa fare più o meno lo stesso tipo di attività di Megaupload.
    Quello che mi preoccupa è l’eccessive e assurde punizioni che i manager rischiano a livello legale e le solite stime gonfiate riguardo ai danni della pirateria. Come diceva qualche giorno fa Stefano, sul diritto d’autore è difficile trovare gente onesta intellettualmente, specie nel mondo politico.
    Però non bisogna cadere nel far diventare Megaupload un martire. Per me quello non è un business model che merita di essere difeso. I copyright vanno rivisti ma la violazione gratuita e i guadagni su di essa non vanno protetti.

  9. megaupload non e' certo un martire, anzi..
    in italia le offerte legali sono pochine…
    il fatto che ce ne siano in usa non vuol dire che ci siano nel resto del mondo. non ci sono..
    (BTW, io ho un abbonamento a mediaset premium che mi da calcio ed un po' di film, on demand, e mi va bene. la mia attivita' di noleggio-il-sabato-ripping-e-rigurdo-durante-la-settimana è semplicemente **svanita**)

  10. Beh iTunes noleggia e vende film anche da noi, sebbene non a prezzi concorrenziali. Per la musica non ci sono difficoltà a comprarla su diverse piattaforme.
    Purtroppo Netflix e Hulu sono tagliati fuori. Spero arrivino presto. In ogni caso l’escamotage legale sarebbe fare un contratto di pochi euro con un proxy americano e godersi la trasmissione. Ma è una modalità che può attrarre solo pochi nerd e comunque devi sapere l’inglese 🙂

  11. Il grafico di internettrafficreport mi sembra sballato. Se han chiuso MU dovrebbe esserci uno scalino, non un buco di un ora e poi una risalita, no?
    E poi nel grafico a 30 giorni si vede invece un netto scalino il 29/30 di dicembre: che cosa avrebbero chiuso?
    http://www.internettrafficreport.com/30day.htm
    E poi, ancora, il sito dice “Higher values indicate faster and more reliable connections.”. Quindi valori più alti non dovrebbero indicare un traffico maggiore ma solamente una connettività “migliore” (non mi è chiaro in quali termini).
    Stranamente sul sito del mix italiano non si notano particolari variazioni. C’è da dire che ultimamente i servizi alla megaupload sono diventati dozzine e che vengono usati come mirror e quindi il “cliente” che non trova più il link su megaupload si sposta su fileserve, filesonic, hotfile, wupload, depositfile e chi più ne ha più ne metta.

  12. ricordo le regole di casa: niente commenti su partiti, turpiloquio ne’ commenti anonimi. (francamente “v@v.com” non e’ molto credibile come indirizzo email…)
    peccato, mi sarebbe piaciuto rispondere

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