16 thoughts on “Il browser Dolphin su android manda al centro tutti gli url visitati – spiegazione dell’azienda”

  1. Secondo me hai colpito nel segno.
    La sentenza europea mi pare di aver capito affermi “semplicemente” che la legislazione italiana in materia non è rispettosa dei “parametri europei” in tema di concorrenza sancendo il diritto di Europa7 a trasmettere e a vedersi assegnare le frequenze senza entrare nel merito di come queste vengano assegnate (anche perchè non potrebbe farlo).
    A fianco di questa sentenza mi pare c’e’ ne sia una recente del Consiglio di Stato che ha rigettato il ricorso di Europa7 relativo all’abilitazione di Rete4.
    Il che di fatto vuol dire che Rete4 è legittimata a trasmettere e non lo fa in violazione delle attuali norme di legge (che però violano i parametri europei).
    Dunque Europa7 ha diritto a trasmettere, ma l’assunto secondo il quale debba “essere spenta” Rete 4 mi pare infondato (è solo una semplificazione politica).
    La sentenza Europea dice che Europa7 ha diritto a trasmettere ma non “il plus” secondo la quale potrebbe farlo sulle frequenze di Rete4, inoltre boccia “in toto” l’attuale legislazione italiana in materia comminando una multa per ogni giorno di infrazione (quindi non è esatto nemmeno dire che “Fede ci costa xxx euro al giorno di multa”, sono “tutti gli operatori analogici che ci costano xxx euro di multa al giorno”).
    Vista l’impossibilità di riassegnare tutte le frequenze secondo me puntano solo al risarcimento del danno e poi, chiuso il contenzioso, ce ne dimenticheremo per sempre.

  2. Paolo Franceschini

    Liberare le frequenze di Rete 4 (che non ha la concessione, e quindi è abusiva), che ha già un network nazionale per darle ad Europa 7 non è una “semplificazione eccessiva”: nessun soggetto privato può avere più di due emittenti (cfr. sentenza della Corte Costituzionale).. basta fare 1+1 per capire come risistemare il piano frequenze. E chi ha buona dimestichezza con l’aritmetica di base lo fa, chi invece non vuole averla..
    Riguardo al rinvio al 2012 per lo switch-off.. fa solo venire da ridere a crepapelle! Il DVB-T non ha nessun plus rispetto al DVB-S: è nato morto.
    Il terrestre analogico morirà, BEN dopo il 2012, per mano di Internet.. non che io abbia cambiato idea e mi sia messo a credere alla NGN in quattro e quattr’otto.. una decente piattaforma TV c’è già oggi, figuriamoci tra qualche anno (sempre seguendo il mio ragionamento evolutivo, non rivoluzionario, già precedentemente spiegato).
    Visto che non hai aderito alla mia proposta per verificare in Lombardia la capillarità della rete Telecom Italia confrontata alla rete del gas, almeno diamoci appuntamento per il 2012 per vedere chi avrà ragione sulla morte della TV analogica.
    P.S. Per chi vuole farsi una idea più precisa sul caso Rete 4, c’è stata oggi un webcast dello stimato Marco Travaglio (cfr. Blog di Beppe Grillo).

  3. Paolo, temo che la tua premessa sia giuridcamente errata.
    Le concessioni non esistono piu’ nelle TLC e questo complica la questione. Proprio per questo Rete4 non e’ abusiva.
    Si puo’ avere il parere che si vuole sulla proporga concessa a Rete4, ma non si puo’ affermare che oggi rete4 sia illecita.
    Penso anche io che si andrà oltre il 2012 con lo switch off. In germania, invece, hanno addirittura anticipato la deadline.
    Non ho capito cosa vorresti fare con la rete del gas.. (il mio punto e’ che la rete del gas e’ costata di piu’ di quanto costerebbe posare la fibra. questa convinzione la derivo dopo avere parlato con persone che se ne occupano, in Eni e in TI)

  4. Sono d’accordo con Stefano.
    Travaglio e Grillo quando parlano dell’argomento traggono conclusioni politiche da sentenze giuridiche (ossia interpretano la sentenza andando oltre quello che la sentenza dice).
    La Corte di Giustizia Europea ha punito la legislazione italiana in materia perchè non permette a nuovi operatori di entrare nel mercato, ma non ci ha mai punito (CITO da Travaglio) sulle “frequenze concesse a Rete4 senza concessione”.
    La sentenza della Corte EU non parla mai di Rete4, quella è una lettura politica.
    La differenza può essere “fine” ma è sostanziale.
    Inoltre facciamo un po di controinformazione 😛
    La Corte Cost. nella sentenza del 2002 (che tutti richiamano insieme a parte di una precedente sentenza del 94) era chiamata a rispondere a 2 quesiti (ricordiamoci che la Corte Cost. non si pronuncia su casi concreti, ma sempre e solo su norme di legge). Il primo sulla costituzionalità delle proroghe (costituzionale), il secondo sul modo in cui le proroghe erano stabilite (non erano fissate per legge, ma sull’apprezzamento dell’Autorità delle Comunicazioni). Questo secondo quesito è stato dichiarato incostituzionale ed è stato fissato il termine del 31 dicembre 2003 per lo “spegnimento di rete4”.
    Prima di quella data però è intervenuto un decreto legge e poi (2004) la Gasparri che hanno novellato la materia cambiando il modo con cui si calcola la soglia del 20% imposta dall’antitrust.
    La sentenza della Corte Cost. del ’94 parlava infatti della concetrazione di reti televisive in termini percentuali fissando un tetto lasciando poi al legislatore di regolare la materia (come OVVIO).
    Cito la Corte Cost ’94:
    Ferma, quindi, la esclusione di un limite percentuale pari ad un quarto delle reti complessivamente disponibili, di per sè atto a consentire la ripartizione della emittenza privata fra una rosa ristrettissima di forti concentrazioni oligopolistiche, spetterà al legislatore – che sollecitamente dovrà intervenire – emanare una nuova disciplina della materia con forme a Costituzione, individuando i nuovi indici di concentrazione consentita e scegliendo tra le ipotesi normative possibili (come, ad esempio, riducendo il limite numerico delle reti concedibili ad uno stesso soggetto ovvero ampliando, ove l’evoluzione tecnicologica lo renda possibile, il numero delle reti complessivamente assentibili).
    Ed è quello che ha fatto la Gasparri (aumentato il numero delle reti con il DTT) e cambiando il modo di calcolare la % di concentrazione.
    Per dire quello che vanno affermando Grillo e/o Travaglio servirebbe una nuova sentenza della C.Cost. che bocci anche la Gasparri. La sentenza del 2002 era sulla legge del ’97 e non sulla Gasparri del 2004.
    In breve e alla luce della sentenza della Corte Europea: Alla luce della legislazione italiana ATTUALE Rete4 è legittimata a trasmettere (tanto che ci sono 2 gradi di giudizio amministrativo che lo affermano), ma l’attuale legislazione non è rispondente ai “vincoli europei” in tema di concorrenza.
    Dire che la colpa sia delle frequenze su cui trasmette Rete4 è un plus che non trovi in alcuna sentenza.
    Scusatemi per la lunghezza 🙂

  5. @Beniamino: forse ho capito male io alcune cose, nel caso mi scuso in anticipo , però tu stesso affermi che “la sentenza Europea boccia in toto l’attuale legislazione italiana in materia”, compresa la Gasparri del 2004 che è quella che ha permesso a rete4 di continuare a trasmettere.
    Volendo quindi adeguarsi alla sentenza, il risultato sarebbe quindi comunque quello della fine delle trasmissioni di rete4 in analogico; si verrebbe quindi a liberare una frequenza, e visto che ad Europa7 bisogna assegnarne una…

  6. Paolo Franceschini

    Beniamino, Stefano, il ragionamento di Travaglio e Grillo è fondamentalmente corretto: la Gasparri è illegittima, quindi le sentenze irrispettate relative alla legge precedente sono ancora da onorarsi.
    Credo inoltre che Grillo & C., per quanto con i loro legittimi interessi (risibili in confronto a quelli delle varie espressioni di potere.. Mediaset, coop rosse, varie fazioni “cattoliche”, club Geronzi, ..) non si sbaglino nemmeno sul fatto che siamo ormai alla resa dei conti finale.
    Pronto a scappare con i miei 4 soldi (finchè varranno qualcosa) in un nuovo Paese che volesse accogliermi, rimango in attesa di “godermi” lo spettacolo che arriverà.. prestissimo!

  7. Paolo Franceschini

    Riguardo alla rete del Gas, affermavi che era più capillare della rete TI. Io dissentivo, almeno per il territorio che conosco molto bene: la Lombardia.
    Sono sicuro di avere ragione.
    A meno che, come nel caso Rete 4, qualcuno faccia una legge che dice che quando Franceschini ha ragione, ha torto.. e allora si torna ai ragionamenti della abusività o meno di Rete 4.

  8. Paolo Franceschini

    Hai visto che buggone ha typepad su capcha e sulla gestione delle sessioni?
    Stefano, meglio farsele da cose le cose.. un po’ come il demone SMTP di I.net dei vecchi tempi!

  9. @massimo
    Non c’e’ nulla da scusarsi, la materia non è semplicissima e d’altro canto tutti (a torto o a ragione) ne hanno fatto una bandiera. Io per quel poco che so cerco di limitarmi al giudicato senza andare oltre. Ovvio che mi sono fatto un’ “idea politica” della questione, ma delle opinioni c’e’ ne facciamo poco e me le tengo per me (in fin dei conti le opinioni in quanto tali sono tutte valide) :):P
    @Paolo
    Temo non sia corretto il tuo ragionamento (ne quello che fanno Grillo e Travaglio che, a pensar male, volutamente mischiano i principi che riguardano regolamenti eu, direttive eu, e sentenze corte).
    Chiariamo una cosa importante: la Corte EU in quanto tale NON può abrogare alcuna norma nazionale di uno stato membro. Non ne ha il potere e non è nemmeno previsto dal suo statuto (nessuno stato ha mai accettato una tale limitazione di sovranità).
    C’e’ una direttiva eu in materia di concorrenza (a meno di mie clamorose sviste) e la Corte ha accertato che la nostra normativa (la Gasparri) non segue le linee guida previste dalla stessa. A questo punto lo stato ha 2 alternative: porre rimedio o prepararsi ad un nuovo deferimento (per infrazione) di fronte alla Corte EU, al termine del quale la Corte infligge un’ammenda allo Stato.
    Per assurdo potremmo “fare spallucce” e pagare per 20 anni, senza che la Corte possa mai “decidere direttamente di cose di casa nostra”.
    Volendo adeguarsi alla sentenza europea dovremmo modificare la Gasparri in modo da permettere l’entrata EFFETTIVA di nuovi operatori nel mercato.Punto.
    La Corte Eu Rete4 non sa nemmeno cosa sia 😛 e non si è mai pronunciata sul numero di televisioni che un privato può detenere.
    A mio avviso c’e’ volutamente molta confusione in materia e volutamente si confondono poteri e prerogative dei diversi tribunali che hanno affrontato la materia (l’ho letto anche io il commento di Travaglio e posso dire con sicurezza che la Corte di Giustizia EU non è una specie di Corte Costituzionale aggiuntiva, non è nemmeno un tribunale del nostro ordinamento e tutto il discorso che fa sul diritto comunitario “self-executing” è molto molto criticabile – l’effetto sostitutivo vale solo per i regolamenti- ).
    Dato che non penso sia “un novizio” ritengo lo faccia a posta per ragioni evidentemente personali.
    ciao 🙂

  10. Purtroppo la situazione giuridica sulle frequenze è molto complessa, quindi qualunque ricostruzione non sarà in grado di descriverla completamente. Questo non dipende dal livello di conoscenza (anche giuridica) di chi scrive, ma piuttosto dall’inveterata tendenza italica a rendere complesso ciò che è potenzialmente semplice, una tendenza che è particolarmente acuta in settori nevralgici e in cui vi è la presenza di interessi “forti”.
    Nel settore dei media, al di là delle polemiche e delle politicizzazioni di parte, chiaramente vi sono interessi considerevoli in gioco. La complessità giuridica ha a mio avviso spesso obiettivi molto chiari: creare un livello di stratificazione regolamentare che rasenta l’indecifrabilità, allo scopo di consentire la creazione di “facts on the ground” che poi solo difficilmente possono essere modificati.
    Detto questo, c’è un punto fondamentale che non è a mio avviso stato messo in risalto adeguatamente: il procedimento della Commissione Europea contro la legge Gasparri, così come la sentenza della Corte di Giustizia Europea, non toccano tanto il punto delle frequenze analogiche, ma guardano molto più correttamente alle frequenze digitali. Il nodo cruciale che viene criticato è che nella legislazione italiana chi ha accesso alle frequenze analogiche è automaticamente titolato ad avere accesso alle frequenze digitali. Questa priorità acquisita è non solo completamente contraria alla ratio del passaggio al digitale (ovvero aumentare l’offerta e la varietà dei programmi facendo leva sull’evoluzione tecnologica), ma è anche contraria al quadro di regolamentazione europeo.
    Questo è il vero punto. Tutto il resto, e in particolare Rete 4 e Europa 7 in analogico, sono specchietti per allodole.

  11. Vorrei intervenire circa l’ultimo post, dove luca rileva che solo la titolarita’ della concessione analogica fornisce l’accesso alle frequenze digitali. Questo e’ (era) vero finche’ c’erano le concessioni, attualmente sostituite dalle autorizzazioni.
    Mi pare ci fosse anche una possibilita’ poco nota di accedere alle frequenze digitali.
    I soggetti che avevano un titolo legittimo diverso dalla concessione potevano richiedere autorizzazione alla sperimentazione digitale.
    Effettuata, con successo la sperimentazione digitale, si aveva titolo a richiedere la licenza da operatore di rete. In questa maniera hanno potuto accedere alle frequenze digitali i concessionari il cui titolo era stato sospeso e lo avrebbe potuto richiedere Centro Europa 7 se avesse fatto trading di frequenze.
    La differenza era che i concessionari avevano il titolo da operatore di rete “in automatico”, gli altri dovevano prima sperimentare.
    Ma era una strada assolutamente percorribile e il rifiuto a percorrerla andrebbe valutato a mio avviso.

  12. Io non sono un giurista, quindi valuto la volontà politica: e mi sembra che ci sia stata in questi anni, da parte dei vari governi di entrambi i colori che si sono succeduti, la chiara e forte volontà politica di disattendere l’assegnazione del 1999, la sentenza del 2002, le indicazioni dell’UE (qualsiasi esse fossero nel dettaglio, certamente non le abbiamo applicate) e qualsiasi cosa possa indebolire il duopolio Rai-Mediaset.
    Insomma, quello che è intollerabile è di avere un cartello televisivo imposto dal potere politico. Credo che l’equazione “Rete4 per Italia7” sia quindi un modo (iper)semplificato di riassumere il senso della questione sul piano politico, al di là dei dettagli legali.

  13. Ottimo post, complimenti per la chiarezza. Tra l’altro, mi è servito per trovare, finalmente, risposta a una domanda che mi facevo da tempo: visto che a Europa 7 sono state assegnate le frequenze di Rete4, mi chiedevo [erroneamente, ora lo so], e visto che le frequenze non sono un bene fisicamente occupabile, perché Europa7 non si mette a trasmettere sulle “sue” frequenze, fregandosene – almeno inizialmente – di ciò che fa Rete4? Le due trasmissioni si accavallano sulle stesse frequenze, si crea un po’ di casino, a quel punto le forze dell’ordine sono costrette a intervenire e oscurano l’emittente che non ha diritto di trasmettere.
    Grazie per la spiegazione.
    Leo

  14. Thx… sei l’unico, credo, che abbia cercato un’analisi e un riassunto della vicenda “neutro”. Volevo aggiungere, che mi sembra di aver capito che 2 dei rilievi (http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna&currentArticle=I7ZMG), che come correttemente dici tu, infrangono le direttive eu in materia di concorrenza, e per le quali la corte ha invitato l’italia all’adeguamento, non riguardino solo la Gasparri (7 sono stati fatti nei confronti della Gasparri), ma la Legge 66/2001 (http://www.parlamento.it/parlam/leggi/01066l.htm) approvata dal Governo Amato. Dato che non ne parla quasi nessuno penso sia utile ricordarlo.
    Non siamo affatto in presenza di una bocciatura in toto dell’attuale legislazione italiana in materia, anche se forse una nuova legge di riordino complessivo potrebbe essere la soluzione migliore (imho)
    I due rilievi sono stati:
    1) il fatto che solo i concessionari analogici siano stati autorizzati al trading di frequenze e alla sperimentazione digitale.
    2) la mancanza di un tetto numerico alle frequenze che gli operatori analogici hanno potuto acquisire per il digitale. E sono appunto il cuore della Legge 66/2001 (http://www.parlamento.it/parlam/leggi/01066l.htm) approvata dal Governo Amato.
    Ed erano mi sembra parte degli emendamenti, noti come “salva rete4″, in discussione alla camera, che bisogna ricordare, perché credo che pochi lo sappiano, erano parte della conversione in legge di un decreto legge emanato da governo precedente a marzo, proprio per evitare in extremis un numero imprecisato di sanzioni (che non riguardavano solo la tv).
    Ovvio che tutti ci facciamo un'”idea politica” della questione, ma, condivido in pieno che in fin dei conti le opinioni in quanto tali sono tutte valide :P, almeno dovrebbero.

  15. Ringrazio l’autore del post e i commentatori per avermi chiarito diversi aspetti della vicenda.
    Non conoscevo per nulla la competenza e il potere di questi organismi, e trovo scandaloso che i giornali invece di far capire come stanno le cose pensino sempre prima a buttarla sulla politica.

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