Data importante: Parte il primo cliente che realizza una rete (piccola) con tecnologia “white spaces”

La FCC ha approvato la prima piattaforma commerciale che implementa la gestione degli "white spaces"

In pratica trattasi di dispositivi che sfruttano le frequenze libere (nel range delle frequenze TV) allocate ma non utilizzate (tipo le bande di guardia che sono vuote tra due canali adiacenti per evitare reciproche interferenze)

FCC Approves Spectrum Bridge as First White Spaces Platform – FierceMobileContent.

"We have taken a major step forward in advancing technology solutions that manage wireless frequencies," said Rod Dir, CEO of Spectrum Bridge. "Now that the solution is approved by the FCC, TV White Space will be the proving ground for showing the market how our solutions can be used for other spectrum bands in the US and globally."

il primo luogo dove verrà commercialmente installata la tecnologia è il parco cittadino Hugh Mac Rae di Wilmington, NC. (che è stata la prima città USA a passare alla TV digitale terrestre)

Hugh_MacRae_Park-Wilmington-NC

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30 thoughts on “Data importante: Parte il primo cliente che realizza una rete (piccola) con tecnologia “white spaces””

  1. Appena entri nel sito un team di SWAT irrompe dalla finestra?
    Mi immagino la scena, entrano dandoti del bastardo e menando pugni al coro di: “questo è per Lady Gaga e questo è per Beyonce, volevi approfittarti di loro pezz di beeppp… la festa è finita”.
    Ho decisamente visto troppi film d’azione da bambino 🙂

  2. non mi e’ chiaro cosa c’entrino i “vini esclusivi” con libri e periodici… in ogni caso quando clicchi su un vino il sistema dice “Errore. Il prodotto richiesto non esiste”.

  3. Non credo che vogliano spiare solo chi usa safari. Semplicemente usano un metodo che funziona solo su safari (e non è un caso) e quindi collezionano solo da quel browser.
    Si sa che i tool Apple sono solitamente meno “attenti” a proteggere la privacy dei propri utenti rispetto ad altri (o meglio si preoccupano più delle apparenze che della sostanza) e quindi mi sembra abbastanza normale quello che è successo.
    In pratica la Apple ha messo una sorta di “backdoor” alla gestione della privacy in modo da poterla ignorare e poter tracciare i propri utenti, e ora che viene fuori che Google la usa, dice “We are working to put a stop to the circumvention of Safari privacy settings.”. Mah…

  4. Leggo questo intervento tecnico dei tecnici di IE che spiega bene in dettaglio la questione:
    http://blogs.msdn.com/b/ie/archive/2012/02/20/google-bypassing-user-privacy-settings.aspx
    Anche Facebook e Amazon sembrano fare (o aver fatto) lo stesso giochetto:
    http://security.stackexchange.com/questions/8489/should-anyone-support-implement-p3p-policies-do-they-matter-are-they-legally
    E l’argomento sembra essere “noto” da qualche mese…
    Interessante il report del 2010 nel quale era evidente che i siti con un record “invalido” erano parecchi (e stranamente google non era tra quelli !?): http://www.cylab.cmu.edu/research/techreports/2010/tr_cylab10014.html

  5. Eugenio Prosperetti

    Ben detto. Io mi associo e aggiungo che e’ ora di piantarla di parlare di “nuove tecnologie” e “nuovi mezzi di comunicazione”. Sono quasi vent’anni che ho una connessione ad Internet in casa e ormai circa una decina che e’ a banda larga.

  6. a pensarci forse c’è un’altra ipotesi: che capendo di non riuscire a confrontarsi con le persone usando internet abbiano escogitato di tentare di convincerle che c’è un grande vecchio dietro internet, un padrone di internet facendo l’analogia con la televisione, così magari pensano che qualcuno si spaventi e il fenomeno rallenti…

  7. tutti lo hanno preso come una critica a grillo, ma grillo mica va direttamente nel luogo delle decisioni!! ci va con i voti!!
    mi e’ chiarissimo che si riferiva a te.
    aveva detto anche Se le porte e le finestre le trovate chiuse, cercate di spalancarle, anche con qualche spintone.
    lui aveva capito cosa stava succedendo ma pierferdi e bersani no.

  8. Dire che la rete non va assolutamente usata per prendere decisioni politiche è comunque un segno di aver capito che la rete potrebbe tranquillamente essere usata per prendere decisioni politiche, scrivere leggi decenti, mettere in discussione bilanci e tagli, ecc. ecc.
    La lezione degli indignados spagnoli sembra essere incredibilmente arrivata a destinazione.
    Dopotutto quello di stabilire le sanzioni per i peccati è sempre stato un modo pratico per sapere quali peccati vengono effettivamente commessi.
    Ora sarebbe interessante vedere se la rete continua con il sostegno ai candidati a questo o quello, se serve per accurati sondaggi e invio di utilissime proposte oppure se diventerà un luogo alternativo alla gerontocrazia e ai suoi protocolli comunicativi verso i sudditi.

  9. La butto lì, non tiratemi i pomodori per favore. Ma questa classe di vecchi (mentalmente) politici non piace più a nessuno o almeno a pochi. Men che meno a me.
    Perchè non rilanciare #quinta4president, ma questa volta del Consiglio? Per quale partito? Uno da inventare di sana pianta, niente destra, sinistra, centro, ma sano buon senso, trasparenza e onestà (fatto non scontato).

  10. Francesco Pasqualini

    Forse alludono a Casaleggio.
    Se non sbaglio il Blog di Beppe Grillo ha appoggiato la tua candidatura e i partiti non devono aver gradito.
    Se fosse questo il riferimento a mio modesto avviso qualche fondamento lo avrebbe.
    Mi sono sempre chiesto se Grillo interagisca davvero in rete o la usi solo come fosse un surrogato della TV, dalla quale e’ stato cacciato.
    Ha mai risposto ad un commento del suo seguitissimo Blog ? Se non ha mai risposto, i suoi non sono post, ma comunicati stampa old-media (seppur diffusi via web) e nella migliore tradizione della comunicazione old-media nasce il sospetto che siano scritti a piu’ mani con il supporto di uffici stampa e studi di comunicazione.
    Niente di particolarmente grave, ma verrebbe meno il sillogismo secondo il quale dalla rete viene la politica migliore, Grillo e’ nella rete, Grillo e’ la politica migliore.

  11. TypePad HTML Email
    il blog di Beppe Grillo ha commentato una volta sola la mia vicenda, dopo che c'era stato il voto in Parlamento e non lo ha fatto per sostenere me ma per criticare i partiti (come tutti i giornali, peraltro)

  12. Francesco Pasqualini

    OK pero’ agli occhi dei partiti (e non solo) potrebbe risultare che Grillo abbia egemonizzato il popolo della rete e quindi che tutto cio’ che proviene o e’ sostenuto dalla rete sia in qualche modo riconducibile a lui.
    Quello che voglio dire e’:
    1) forse l’equazione Grillo=rete non e’ cosi’ vera (vedi mio commento precedente)
    2) l’equazione Grillo=rete rischia in alcuni casi di penalizzare altre iniziative che nascono in rete (perche’ vengono identificate come grillismo, antipolitica ecc)
    Grillo e’ in rete o usa la rete ?

  13. Che i partiti pensano PER ORA di poter lasciare i voti del “popolo della rete” a qualcun altro lo abbiamo già visto.
    I sondaggi del lunedì del TG di LA7 danno al 20% il movimento cinque stelle.
    Considerando che hanno combattutto la rete in tutti i modi evitando di finanziarla ed agevolarla è legittimo che non si siano mai accorti (o non si sappiano spiegare) che il “popolo della rete” è composto dal 60% degli italiani.
    Se ci fosse veramente un “popolo della rete” e ci fosse un partito a rappresentarlo allora avrebbe maggioranza assoluta, senza nemmeno bisogno di stringere accordi.
    Credo anche che sia troppo aspettarsi che chi passa la maggior parte del tempo a contare poltrone possa accorgersi di queste dinamiche. Lo capirà solamente quando gli si toglierà l’hobby della poltrona. Fortunatamente noi (popolo della rete) stiamo lavorando per questo, e forse nel giro di qualche anno ce la faremo. Purtroppo non credo che ci si riuscirà per le prossime elezioni, ma quelle dopo…
    Continuo a pensare che se avessero fatto un bel “partito dei pirati” anche in Italia ne avremmo viste delle belle.

  14. mah, io sono molto d’accordo sull’importanza della crescita soft, della formazione, dell’innovaxione ecc.,
    messo in questi termini il ragionamento non mi convince. daveri elude infatti il primo problema delle politiche di rilancio della crescita, quello dei tempi. l’innovazione e la formazione piacviono a tutti ma quando serve un sostegno immediato alla domanda (e la crisi attuale e’ una crisi da carenza di consumi, con abbondanza di capacita’ inutilizzata) la crescita hard e’ una scelta obnligata. non che la crescita soft debba per questo essere trascurata, tutt’altro, ma non stiamo parlando di scelte alternative e il fatto che la spesa in infrastrutture si trascini spesso localismi e corruzione c’entra come i cavoli a metenda (non accade forse lobstesso per la spesa in formazione? o per i contributi all’innovazione?). e in ultimo: siamo dicuri che crescita soft e crescita hard siano scindibili in modo semplice e netto come l’articolo di daveri ladcia credere?
    es. un investimento in una nuova rete a banda ultralarga (oltre due terzi della spesa in lavori civili) sarebbe hard o soft?

  15. mi e’ scappato un “ma” nel primo paragrafo del commento: “ma messo in questi termini il ragionamento non mi convince”

  16. stefano, puo’ essere benissimo che la crisi attuale sottenda una trasformazione strutturale (lo scopriremo solo vivendo, direbbe battisti) ma che siamo nel mezzo di una pesante crisi economica caratterizzata da carenza di domanda e capacita’ produttiva fortemente sottoutilizzata e’ un fatto difficilmente (molto difficilmente) contestabile. detto questo, io condivido la necessita’ di stimoli “soft” alla crescita: quello che non condivido e’ la lettura della crescita soft come alternativa a quella hard, perche’ mi sembra che l’alternativa sia fittizia. daveri cade in un difetto molto comune tra gli opinionisti dei nostri giornali: non gli basta propugnate una buona idea, vuole anche farla appatire dirompente, da far sembrare idiozie le idee di tutti gli altri. purtroppo (o per fortuna) questo e’ sostenibile in rarissimi casi, e la crescita soft non mi sembra proprio tra quelli

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