Una breve osservazione su SOPA e la scarsa riflessione della politica

Càpita che un giornale online, anche importante, violi il copyright. Càpita perchè ci sono moltissime persone coinvolte, perchè qualcuno non segue bene le regole e perchè a volte chi lo fa non sa che lo sta facendo perchè non ha gli elementi per valutarlo. (è capitato anche al Sole.com di recente)

Càpita che aziende che si fondano sulla proprietà intellettuale, non sappiano se detengono o meno certi diritti perchè loro li hanno acquistati da qualcuno che non li aveva. Qui non c'e' il notaio per dirti che il colosseo non è di chi sta tentando di vendertelo. E' come a Zanzibar dove tu puoi comprare un pezzo di terra e, non essendovi un registro, poi arriva uno che ti dice che era suo. E' successo a Getty Images molto di recente.

Càpita che qualcuno che non viola il copyright direttamente ma induce alla violazione,  persona che non è mai stato in USA, i cui server non sono in USA, i cui utenti siano perlopiù non USA, si trovi una richiesta di estradizione verso gli USA dove può essere processato per una cosa che nel suo paese sarebbe un illecito (e quindi soggetto a multa, risarcimento, ecc.) e invece negli USA sia penale. Richiesta di estradizione sulla base di un trattato non approvato da un parlamento. E' successo a un ragazzo inglese di recente.

In sintesi, l'idea di vivere in un mondo in cui non puoi essere certo di essere innocente perchè non puoi essere certo che non stai violando o meno un copyright (1), che in questo contesto tu possa essere estradato sulla base di un trattato, che tu per questo rischi conseguenze penali, beh, non mi piace.

Vi immaginate una richiesta di estradizione per il direttore di un importante quotidiano italiano perchè ha pubblicato una fotogallery di cui non aveva i diritti ? Ovviamente non accade.
Però può accadere per il ragazzino sconosciuto. … Peggio mi sento.

(1) se fai una cosa che è certamente una violazione, sei certo di essere colpevole. per tutto il resto, non puoi essere certo di essere colpevole o innocente.

ora pare che l'evoluzione di SOPA sia questa: U.S. online piracy bill headed for major makeover | Reuters.

Three key section of the existing legislation seem likely to remain, a person familiar with the matter says. They comprise provisions aimed at getting search engines to disable links to foreign infringing sites; provisions that cut off advertising services to those sites; and provisions that cut off payment processing

Secondo me, l'idea alla base di SOPA che in qualche modo i dominii .com e simili fossero  per sotto giurisdizione americana, è una forzatura… anche per questo vedo di buon occhio lo stralcio dell'interferenza con i DNS dalla legge americana, perchè altrimenti avrebbe toccato tutto il mondo, alla base.

Almeno abbiamo come base che il DNS non viene toccato (come ho già scritto, ritengo peraltro sia inefficace; impatta sugli onesti e non blocca i disonesti).

La giurisdizione chiara per i pagamenti c'è già e mi sembra (anche questo non è una novità) una strada giusta da sviluppare. Per gli intermediari della società dell'informazione ci sono già DMCA in USA e responsabilità varie in giro per il mondo e penso che l'uniformità su questo aspetto tarderà un po' a venire.

Per concludere, segnalo il pezzo di Sechi sul Tempo di ieri. Non lo condivido nei dettagli; inoltre si riferisce ad un ambito diverso (la regolamentazione finanziaria che ritiene asservita all'industria della finanza).

Ma trovo interessante che sviluppi il ragionamento nella direzione che riporto sotto e che riscontra il piegarsi di azioni della politica a interessi di specifiche categorie. Mutatis mutandi, mi pare che il ragionamento possa essere simile anche per internet e il copyright, l'altro grande fenomeno globale (abilitante, btw).

E' sempre stato così, si dirà. Ed è in parte certamente vero. Ma ci sono anche notevoli eccezioni. Sul copyright, però, è da tempo che non mi pare di vedere una riflessione alta ma solo contrapposizione di interessi, su posizioni sempre più radicalizzate.

Il Tempo – Politica – Il Medioevo tecnocratico.

Purtroppo la politica – non solo quella del nostro Paese – sembra non aver colto la minaccia e i rischi per la sopravvivenza delle democrazie. L’epilogo della Repubblica di Weimar dovrebbe essere un monito per tutti: le crisi economiche possono portare a una diminuzione della libertà e infine irrazionalmente alle dittature. L’Europa è pericolosamente inclinata. Abbiamo consentito alle agenzie di rating – espressione massima del turbocapitalismo tecnocratico – di decidere i destini di un continente. In molti Paesi – e l’Italia ne è un esempio – si sono affidate transizioni di governo più che mai necessarie a esecutivi senza legittimazione popolare, in altri la turbofinanza detta l’agenda politica (penso al Regno Unito) confondendo gli interessi di una nazione con quelli delle istituzioni finanziarie

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30 thoughts on “Una breve osservazione su SOPA e la scarsa riflessione della politica”

  1. Riflettendoci, neanche a me vengono in mente posizioni “illuminanti” dal mondo politico sul tema del copyright. Negli Stati Uniti l’influenza delle lobby sembra estremamente forte e il dibattito è aspramente ideologizzato.
    I tweet di Murdoch – ho notato che gli hai anche risposto 🙂 – non sono molto differenti dalle argomentazioni che si leggono sui più importanti portali di settore negli States.
    Credo da qualche parte dovrà pur esserci un politico con abbastanza preparazione sull’argomento per non partorire idiozie, ma a quanto pare per ora non sono riusciti a farsi sentire più di tanto.

  2. Se vuoi scrivere corretto accentando la à di càpita, accertati di aver accentato bene anche la é di perché (e non perchè). E ricorda che il plurale di dominio è domini. E che È si scrive così (e non E’). Da ultimo, cura un po’ di più la sintassi. Perché i tuoi contenuti sono molto buoni. Che la forma sia quindi alla loro altezza. Buon lavoro.

  3. grazie per il riconoscimento della qualità dei miei contenuti
    dato il tempo che ho, se mi deidicassi alla sintassi e ortografia, ne farei molto meno
    scusa se ho scriutto una cosa troppo lunga, non ho il tempo per scriverla + breve

  4. “Stiamo parlando di 4.953.000 linee (foglio Domestic Wireline Results) per le quali il prezzo dell’ULL e’ 9,3 euro/mese di cui (si dice) la parte di manutenzione dovrebbe essere 2 euro/mese pari a 118,9 milioni di euro su base annua.”
    Tu parli di ULL, ma non vedi la trave OLO, per quello che vedo, gli ULL già vengono fatti da ditte esterne a TI, (non so chi li paga, se TI o l’operatore) sugli ULL le uniche cose che facciamo noi telecom sono i Rientri e le uscite con Registri Di Rete. Mentre gli OLO vengono realizzati, e riparati esclusivamente da personale TI ( se non ci sono opere speciali). Attualmente gran parte del lavoro è quello sugli esodi in entreta-uscita che variano al variare delle offerte. Bisognerebbe vedere quante sono queste attività.
    Aspetto politico occupazionale; se la maggior parte del lavoro è sugli OLO IN-OUT, si capisce la preoccupazione dell’azienda sul fronte remunerativo, ed anche quello sindacale su quello occupazionale.
    Non mi sorprenderebbe che qualche azienda delle tue parti ( i firmatari dell’emendamento sono molto omogenei per territorio) che si sta allargando dalla manutenzione TV al mobile, stringesse accordi con gli OLO e facesse lavorare personale a bassa professionalità (subappalto) abbattendo i costi. Una nota sui guasti degli OLO su 10 guasti aperti a TI almeno 6 sono di apparato ( comprano router da due soldi e una lira). Problemi: La rete aperta procurerà scadimento della qualità per la clientela (si tenderà a riparare A, guastando B che non mi appartiene), problemi di ordine giuridico (riservatezza e gestione delle linee di interesse), problemi di banche dati ( chi gestirà le banche dati dei Registri di rete?) ed infine di investimenti in manutenzione ed ampliamento.
    Se ti sembrano questioni di lana caprina……

  5. no, non mi sembrano di lana caprina
    mi sembrano sostanziali
    al contrario degli argomenti "e' contro la norma europea" "no e' coerente" "e' contro il diritto di proprieta" che sono gli unici che ho letto finora.
    proprio questo dicevo.
    non capisco.
    sarebbe bello leggere posizioni sul merito (come la tua) e non solo su forma e metodo

  6. Ho appena scoperto che Scratch è già uno strumento didattico per la parte di computer programming nel programma del corso “Technology” a scuola di mia figlia, dalle elementari (lei ora è all’asilo). Sempre più contento della scelta 🙂

  7. Quando parli di prestazioni LTE analoghe o superiori al DSL, ci riferiamo alle pubblicita’ con le cifre Mb/s sparate a vanvera, giusto? Perche’ io per prestazioni intendo qualcosa che duri un pochino di piu’ di 10 minuti a velocita’ di punta, per poi tornare a dial-up speeds.
    Perche’ vedendo l’offerta LTE nel resto d’Europa e tarandola piu’ o meno su possibili scenari Italiani, vedo un possibile LTE “fino a 100 Mb/s” (leggi, 10 se va alla granda. Guardati un po’ di test LTE tedeschi o svedesi su Youtube) ad un cinquantello di carte, ma con un caveat grosso come una casa: piu’ di 30-50 GB al mese nessuno te li dara’. Quindi non puo’ essere un’alternativa al DSL, e non vedo la Telecom cannibalizzare il suo core business offrendo LTE unlimited.
    Personalmente il taboo del prezzo fermo non lo vedo. Vogliono vendermi la 7 mega a 35 al mese + canone invece che 20? Benissimo. Pero’ mi firmate sul contratto che nel giro di 8 anni che sia Wimax o FTTC mi portate la 30 Mb/s unlimited come l’Europa comanda. Quid pro quo. Non pago sussidi per portare 100 Mb/s a Milano e poi starmene con la 7 mega per sempre.

  8. certamente, ma quando provo a spiegare a mia sorella che “deve stare attenta con la chiavetta perche’ 10 GB sono meno di quanto pensi” si arrabbia e la risposta di solito e’ “ma che Internet e’ questa?”
    Per adesso la suocera usera’ solo Gmail e Facebook, ma se comincia a scoprire che si puo’ guardare Centovetrine sul PC dovunque e pero’ la chiavetta le va’ in ibernazione da “uso consapevole della banda larga,” non so quale reazione ci possa essere…
    Come la Kroes ha detto, bisognerebbe distinguere tra full Internet e specchietti da allodola. E l’LTE mi sembra semplicemente come vendere una fairy tale che dura fino a mezzanotte, poi son problemi. Gia’ in alcune zone c’e’ HSPA+ a 42 Mb/s teorici, ma comunque si rimane ai 10 GB mensili. Che con 42 Mb/s si possono sforare in cosa, mezzora? Meno?
    Problema magari e’ che la Kroes non si rende (o non vuole rendersi) conto che di solito i cartelli piu’ o meno invisibili fanno si’ che di alternative non ce ne siano…

  9. lo so. Ma comunque ci vuole un momento a scoprire che si puo’ fare di piu’ su Internet. E poi quando quel salto di qualita’ culturale lo fai, ma l’infrastruttura ti lascia al palo? E stiamo andiamo verso modelli di sviluppo che portano all’LTE nel rurale per “colmare il digital divide,” quando in realta’ semplicemente ne creano un altro spinto nel futuro. Un digital divide meschino che praticamente forzera’ tanti ad usare solo Facebook. Quindi si va da 20 Mb/s nelle citta’ e 7 Mb/s nel rurale a 100 Mb/s FTTH/FTTC nelle citta’ e nel rurale la stessa 7 Mb/s che via via si satura, piu’ favolette LTE da 100 Mb/s per 10 minuti e poi 64 Kb/s il resto del mese? Almeno si attestino a valori di broadband dopo il taglio – 2 Mb/s garantiti 24/7.
    Rimango sull’idea che solo Fibra/Ponti Radio IP o una combinazione di WiMax siano broadband vero. Che LTE rimanga alla mobilita’ e non venga trattato come DSL alternative, e il satellite venga usato per emergenze (terremoto Emilia, per esempio) e situazioni da “in culo ai lupi.” Perche’ “broad”band non lo sono. Maybe selective broadband…

  10. il problema e' che nel frattempo la rete fissa ne soffrirebbe tantissimo ed i margini dell'incumbent di piu'. per questo un management che guarda al trimestre/anno non ha incentivi a fare la NGA, ma uno che guardi ai 5 anni, invece si.. (imho)

  11. Capisco, ma mentre i tuo argomenti sono “tragedy of the commons” tecnici perfettamente accettabili, l’argomento principale dei vari sbandieratori ETNO sembra piu’ basato su una mendace scarsita’ artificiale/scaremongering per rompere il downward trend dei profitti delle telco che su preoccupazioni sincere. Della serie “Vi facciamo paura con scenari grotteschi che non avverrebbero comunque da un giorno all’altro, cosi’ il legislatore si impaurisce e ci lascia un po’ piu’ liberi.” Come dire, un bailout legislativo indiretto.
    Perche’ la favoletta dell’exaflood nasconde il fatto che per oltre un decennio le telco hanno lucrato sull’overbooking, e adesso che la gente comincia ad usare la potenziale capacita’ per cui “pagano” (e mi rendo conto che se non ci fosse overbooking pagheremmo cifre ben piu’ alte), rischiano lo sputtanamento totale (del tipo “sorci nel latte” 🙂 ) anche con i meno tech-savvy. Ho una 7 mega, non e’ che posso scaricare a piu’ di 7 Mb/s…. Non e’ colpa mia se anche il mio vicino se ne accorge. :-p
    Io se tutti gli stakeholders (proprio tutti) si sedessero ad un tavolo e onestamente arrivassero ad’una conclusione che beneficia tutti, sarei anche disposto a muovermi nella direzione che ETNO vuole. Ma deve essere qualcosa del genere:
    1) connettivita’ trattata come le altre utilities. Quindi pago un tot al gigabyte, ma ci devono essere pari opportunita’ dovunque tu sia. Non mi interessa se mi porti quel gigabyte via FTTH, FTTC. DSL, Wimax, LTE o satellite. Ma tolte le limitazioni tecniche (ping del satellite, velocita’ di punta del DSL, etc), il prezzo deve essere uguale per tutti. Chi usa di piu’ paga di piu’. Niente throttling e traffic shaping meschino che nasconde overbooking selvaggio o sottodimensionamenti da “il CEO ha bisogno del second yacht.” Semplice QoS per limitare i danni nell’immediato e’ ovviamente accettabile.
    2) un “tot” significa un prezzo veramente fair per tutti, non solo per le telco. Non vedo l’Enel lucrare sui prezzi con markup del 2-3000%. Se trasportare 1GB di data costa Euro 0.02, lo pago al massimo 0.05 (sparo cifre, ovviamente). Non 0.5.
    3) se vogliono darmi migliore qualita’ per un prezzo piu’ alto, ben venga. Ma best effort deve essere best effort vero.
    Tutto il resto mi sembrano propoganda e specchietti per le allodole fatte di misinformazione. Vogliono comportarsi come utilities, con tutti i diritti che comporta? Che rispettino anche i doveri. Non siamo polli da spennare e i vari Gambardella e Co. non fregano nessuno.

  12. tanta roba..
    i) si, il problema dei ricavi e dei margini esiste e viene usato per paventare scenari apocalittici. ma se ci immaginiamo che non sia tutto immutabile, dobbiamo realizzare che la rete fissa e’ un monopolio naturale e lasciare che i fatti si svolgano di conseguenza (ed ammettere (col senno di poi) che le privatizzazioni in questi termini furono sbagliate)
    ii) penso che con l’overbooking si va avanti ancora tanto. la maggioranza delle persone non e’ bandwidth hungry
    1) non e’ possibile. la regolamentazione con ULL e backhauling da Altnet fa si che nelle aree urbane piu’ interessanti la struttura dei costi sia flat e quindi per un OTA e’ piu’ conveniente fare offerte retail flat. l’incumbent deve seguire per non perdere mercato interessante. ma allora la sua offerta deve essere replicabile con ladder of investment e quindi bitstream e quindi tutti gli OTA seguono e il mercato e’ nazionale per cui la cosa si propaga in tutta italia.
    1.1) in quelle zone il QoS e’ solo questione del local loop di accesso. li’ ha senso. sul resto degli exchange con backhauling in fibra la scarsita’ e’ artificiale e la regolamentazione ben applicata lo eliminerebbe. (per replicabilita). negli exchange con backhauling non in fibra c’e’ scarsita’. li’ e’ l’unico posto dove ha senso traffic management, ma come policy dovrebbe essere accompagnato da sussidi per rimuoverla. peccato che siano aiuti di stato, Ergo solo se monopolio puo’ esserci rete neutrale ovunque.
    2) c’e’ una differenza sostanziale tra tlc ed elettricità: la seconda consuma una risorsa, la prima no. il frame esiste a prescindere che tu ci stia mettendo dentro bit o meno. l’energia la devi immettere in rete sull abase dei consumi. certo, c’e’ loverbooking, che per il punto sopra ha senso negli exchange non in fibra. li’ puo’ avere senso prezzo a volume.
    3) 100% agree
    iii) tieni presente che anche gli analisti finanziari sono un target di comunicazione e che il lifespan di un top management e’ 3-5 anni…

  13. A parte la propaganda da caccia alle streghe (burn heavy users at the stake! :-P), la cosa che mi fa’ un po imbestialire delle data caps e dei modelli di business del mobile/satellite (e alcuni wireline ISP in US/Commonwealth) e’ che non risolvono la congestione per niente. Anzi, nel limitare chi di solito “spalma” i download sulle 24 ore puo’ anche peggiorare le cose. Dimmi tu se uno che si mette a scaricare 15 GB da Steam alle 3 di mattina con una chiavetta possa dare piu’ noia di uno che si guarda un flimato di 30 minuti in SD alle 7:30 di sera. Lo so che sono piu’ che altro modelli di ROI fatti monetizzando il traffico, spaventando la gente e condizionandola all’auto-controllo, ma io preferirei traffic management onesto. Mi dai 2 Mb/s di base always on (quello che l’Europa considera broadband di base), poi tutto il resto dipende dalla congestione e dal livello di banda garantita che mi spetta. Si smette di sparare fandonie tipo “Mobile 42Mb/s” and semplicemente si dice la verita’. Pago di piu’, mi dai piu’ garanzie (un po’ come funziona il QoS di EOLO, se non mi sbaglio) e velocita’. Pago poco, mi arrangio un po’. Magari mi faccio un po’ furbo. Mi metto a scaricare alle 3 di notte e non c’e’ nessuno sulla cella? Mi becco i miei 2 piu’ tutto il resto che il QoS fa passare, che siano 10, 20 o tutti i 42 Mb/s che l’HSPA+ permette. Perche’ bandwidth come dici non e’ come l’elettricita’, e non e’ che a “risparmiare” bandwidth alle ore 3:00 ne rimanga di piu’ per il giorno dopo alle 7:30 (questo stranamente i guru delle data caps non lo dicono mai. Chissa’ perche’…). Sono il bimbominkia che si guarda i LOLcats su Youtube alle 7:30? 2 mega piu’… poco e niente, probabilmente. Fai overbooking decente (hai 200 Mb/s a disposizione sulla cella — ancora cifre che sparo — non “programmi” piu’ di 100 persone per cella, tra load balancing, strategie di backhauling flessibili e quant’altro). Questo funzionerebbe anche sul fisso e si aggancia al mio argomento su ISP come utility provider (che piu’ che tecnico era semplicemente impostato sui semplici modelli di business).
    Poi se fai traffic management come Telecom, che praticamente adesso va da semaforo giallo -> attivazione QoS -> aggiornamento centrale a DSLAM GBE –> fine congestione con trasparenza encomiabile, mi va perfettamente bene (anche se alcuni paesini da 3 mila anime si beccano un “ampiamento no previsto per assenza di banda,” e poi cosa succede a loro?)

  14. Hai scritto un’equazione tendenzialmente senza soluzione, perlomeno su ampia scala.
    Se, come probabile, il prezzo retail non può discostarsi troppo da quello attuale dobbiamo mettere in palio l’intero canone attuale per gli investimenti (ipotizzando stessa marginalità a regime).
    Anche trascurando una scontata azione di contrasto da parte di TI non è banale remunerare gli investimenti, se non in poche aree e con l’ipotesi di poter creare una sorta di monopolio naturale sulla rete (ambizione ribaltata di Metroweb F2i e relative evoluzioni).
    I quesiti sono allora due:
    1) TI potrebbe comportarsi in modo diverso rispetto a quanto sta facendo?
    2) Dove troviamo miliardi su miliardi per coprire il Bel Paese?

  15. mmmhh…
    1) IMHO il problema di TI e’ quello dell’italia.. eccessivo indebitamento (suo e degli azionisti, che hanno richiesto dividendi generosi) Quando era il momento di iniziare nelle aree ricche a fare FTTx aveva la finanza impegnata in altro. C’e’ un problema di disallineamento strutturale, IMHO, tra gli obiettivi del management time (un management team difficile che arrivi a 3 anni) e quelli dell’azienda (a lungo termine). Oramai, nell’attuale situazione, difficile che si comporti diversamente, ma attenzione.. con l’arrivo dell’LTE la remunerabilita’ dell afissa prendera’ una ulteriore botta e quindi IMHO sara’ interesse di TI cercare di risolvere il problema di equilibrio tra garanzia dei bondholder e pooling dell’investimento con gli altri operatori (aka One Network..)
    2) questo secondo me non e’ un problema una volta che hai messo in sicurezza la redditivita’ e la reddivita’ dell’investimento la metti in sicurezza eliminando l’incentivo al cherry picking da parte dei concorrenti (favorito dalla regolamentazione con ladder of investments). Ovvero.. One Network. Abbiamo fatto la rete del gas e il fotovoltaico senza grossi problemi (e a differenza della rete gas, il fotovoltaico finanziariamente addirittura non e’ sound, come sappiamo bene!). Una volta messo in sicurezza la redditivita’, non e’ un problema trovare soldi a 15 anni e la leva finanziaria può essere importante.

  16. Qualcuno può spiegare esattamente su cosa si basa la denuncia?
    Quando acquisto un qualunque software (es. Microsoft Windows), c’è una licenza d’uso che devo accettare (aka EULA), che mi vincola nel come e dove posso usare quel software. Qual è la differenza con iTunes? Quando acquisto il DVD di un film, ci sono scritte le condizioni, per esempio c’è scritto che non posso copiarlo né digitalizzarlo. Qual è la differenza con iTunes?
    Che cosa si vuole sostenere esattamente? Che qualunque tipo di condizione post-vendita fa configurare un noleggio e non una vendita?
    L’articolo linkato sul giornale è inutile, il giornalista sembra pensare che iTunes vende musica fruibile solo via rete, quando tutti sanno benissimo che iTunes vende musica che deve essere scaricata sul computer.

  17. > c’è scritto che non posso copiarlo né digitalizzarlo.
    […]
    però pagarlo si? (il diritto distorto dalle multinazionali)
    ti sembra una *bella* cosa?
    non ho grandi competenze legali, ma se non erro esistono le *clausole vessatorie* che invalidano i contratti che le contengono (chi può chiarire chiarisca)
    tardi si sveglia la gente, ma quando si sveglia…
    le stesse condizioni vessatorie e la non-vendita riguardano anche gli ebook a pagamento richiusi all’interno di un sistema poliziesco di concessione a tempo determinato e sotto condizioni che privano chi spende per essi soldi, dei diritti fondamentali del compratore
    sono felice di vedere che la fine degli ebook a pagamento è ancora più vicina di quanto sperassi

  18. ci sono sentenze che invalidano alcune clausole della eula di windows. ad es. quella che ne vieta la rivendita.
    @quinta: fai un layout responsive?

  19. TypePad HTML Email
    Io ho capito che si denuncia che Apple chiama "vendita" un contratto che vendita non è e ciò è ingannevole.Btw, da qui a dire che la fine degli e-book a pagamento si avvicina…  alla fine cambieranno il testo (che peraltro le persone non leggono..

  20. Giuro che a volte mi fai pensare che tu sia un troll! LOL
    Sotto c’e’ qualcosa in piu’ di una battaglia per la gratuita’ (ma tu al supermercato quando prendi il vasetto dello yogurt vorresti fosse gratuito???) ma l’inizio di una moral suasion (e qualche volta come in questo caso non solo moral…) per far si’ che un mercato con regole mutuate a singhiozzo da quello fisico ne abbia finalmente di proprie; e con le regole anche di pari passo l’instaurazione di protocolli comuni per facilitare l’interoperabilita’ in ogni suo aspetto.

  21. Ok, lista delle “ultima parole famose” ufficilamente aggiornata:
    “Che bisogno ha una persona di tenersi un computer in casa?” (Kenneth Olsen, fondatore della DEC, 1977)
    “La televisione non potra’ reggere il mercato per piu’ di sei mesi. La gente si stanchera’ subito di passare le serate a guardare dentro a una scatola di legno”. (Darryl F. Zanuck, Presidente della 20th Century Fox, 1946)
    “Chi diavolo vuole sentir parlare degli attori ?”. (H.M.Warner, Warner Bros, 1927)
    “Sono felice di vedere che la fine degli ebook a pagamento è ancora più vicina di quanto sperassi” (Nunpetrus, luddista, 2012)

  22. naturalmente, come osserva con giusta equità Stefano Quintarelli, la denuncia non impatta direttamente sugli ebook a pagamento (che però vengono ceduti in licenza a condizioni similari nei negozi virtuali della stessa apple, no? Tanto per rimanere in tema), ma è interessante notare le reazioni:
    la fine degli ebook a pagamento è una manna per i lettori/acquirenti
    – non essendovi più possibilità di dragare danari dalle tasche della gente, pretendendo soldi per file il cui accesso è soggetto a restrizioni offensive, immorali e *illegali* (se si estende il senso della denuncia corrente – e credo si possa benissimo farlo), se ne avranno ancor più di prima
    – realizzati dai LETTORI (uno compra un libro vero, vuole condividerne il testo, e lo passa all’OCR, o effettua scansioni, il testo circola e guadagna in pubblicità = risultato: ci guadagnano l’editore che ottiene promozione a costo zero e il lettore che può saggiare i libri)
    infatti non spariranno mica i SURROGATI DIGITALI (o ebook se volete chiamarli così), solo diverranno la controparte GRATUITA e promozionale del libro vero
    si può immaginare che anche la legge cambi a quel punto e non sia più punita la condivisione delle scansioni dei LIBRI VERi (perché mancherebbe l’interesse economico degli ebookisti a pagamento, i quali non ne realizzerebbero più, ma o produrrebbero solo il libro vero – e la pubblicità derivante dalla condivisione gli gioverebbe soltanto – oppure diffonderebbero essi stessi il surrogato digitale gratuito del LIBRO VERO, che ad essi costa POCO O NULLA, dato che la base è il file digitale che poi andrà ins tampa, con poche o in certi casi, nessunamodifica)
    quindi, con la fine degli ebook a pagamento:
    – più surrogati digitali (o ebook)
    – più guadagni per gli editori (più un libro circola e se ne parla, più si vende)
    – più informazioni per i lettori
    – più diritti per gli acquirenti
    – ritorno ad una internet più libera e giusta, senza il costante incremento di censura per mantenere i monopoli, senza più catilinarie contro il file sharing cui verrebbe finalmente riconosciuto il ruolo di volano economico
    chi mai potrebbe essere contrario ad un simile scenario?
    – gli ebookisti a pagamento
    – i *volenterosi carnefici della condivisione* influenzati dai copyrightisti come i tedeschi dal nazionalsocialismo durante la guerra
    – i *facoltosi* che vedrebbero venir meno il loro potere disciminatorio nei confronti di chi guadagna meno, esibendo il numero di licenze di accesso pagate, come uno status symbol che verrebbe meno con la fine degli ebook a pagamento

  23. Siccome mi sono affezionato alla tua cieca follia, ti voglio porre un ultimo quesito: ma sei proprio sicuro che un eBook sia soltanto l’output di uno scan del corrispettivo fisico???
    E poi, l’assioma: “Libera circolazione dell’opera digitale perche’ tanto si vende di piu'” lo accetti solo perche’ lo ha detto la Wu Ming Foundation?!
    Che dici, non sara’ forse che la loro customer base e’ solidale ad un certo tipo di “comportamento” che puo’ in qualche modo drogare l’analisi???
    E poi… il tema non necessita affatto di assiomi per essere studiato, e’ un classico caso di evidenze numeriche, ma il campione dev’essere rappresentativo!!
    Bada che se poi un autore vuole fare a tuo modo non saro’ certo io a dargli dello stolto, ma lui avra’ avuto libera scelta uno tra uno degli N modi a lui concessi…
    P.S. Prima di dar degli “affiliati al pensiero dominante” agli altri cerca per lo meno di capire l’ambito di analisi a 360 gradi, specialmente in un Blog dove generalmente i cervelli sono fini…(esclusi i nostri due ovviamente! :))

  24. Fin ad ora ti considavo un simpatico mattacchione dalle idee un po’ radicali, ma se mi dici che ebook testo scannerizzato con un OCR, inizio a pensare che tu abbia capito poco del’argomento.

  25. L’acquisto e l’uso o la licenza di contenuti digitali è da sempre un’arma a doppio taglio, se è uno dei giganti a comportarsi così i piccoli cosa potranno fare? La cultura della cassetta (audio) è pian piano svanita e dovremmo capire quali sono le, reali, alternative.

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