Quali regole per i beni digitali ?

Eugenio Prosperetti scrive in un commento a questo post (Vendite libri fisici vs. ebook) un passaggio che mi apre valga la pena di sottolineare:

riconosco alcune mie considerazioni che ti ho inviato a proposito dell’opera digitale su cui ho scritto e sto scrivendo. Le approndisco anche in una relazione/slides che e’ sul mio blog http://miniurl.org/Cdh

Il punto e’ che non possiamo ragionare di circolazione digitale con le categorie delle norme di dettaglio nate per le opere tradizionale e nemmeno solamente sulla base dei termini di servizio di questo o quel portale.

La regola della circolazione (salvo il nucleo di principi centrale dell’opera dell’ingegno) cambia completamente.

Il sistema della L. 633/41 nasce per regolare una circolazione in cui l’opera + supporto viene fisicamente traslata e il supporto definisce l’opera.

Nel digitale questo non e’ vero e i parametri sono la licenza/DRM (se c’e’) e il modo di fruizione. Inoltre l’opera fisica ha una interoperabilita’ naturale (il libro e’ compatibile con tutte le librerie e leggibile da tutti i lettori) mentre nel digitale l’interoperabilita’ e’ un fatto eventuale, da costruire.

Per questo motivo ritengo che ormai nei fatti si stia delineando (anche in giurisprudenza) una regola di circolazione dell’opera digitale diversa ed autonoma che pero’ deve essere definita.

Se non si riflette in questi termini ci si accapiglia cercando di imbrigliare il contenuto in digitale in definizioni che gli stanno strette: opera tradizionale (ma non c’e’ il supporto), servizio (ma il contenuto autoriale ha specifiche prerogative), ecc. e non se ne esce

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9 thoughts on “Quali regole per i beni digitali ?”

  1. Io in genere sono contro la bulimia legislativa, anche perché spesso accompagnata da un pèrofondo grado di ignoranza dell’argomento.
    Però devo dire che quanto sopra è convincente.
    Solo, appunto, mancano gli interlocutori per poter legiferare seriamente su una materia del genere…

  2. uno dei problemi più spinosi che il legislatore deve risolvere è il periodo di coesistenza tra il mondo fisico e quello digitale. non che sarebbe semplice affrontare la questione digitale anche presa isolatamente, ma la coesistenza di fisico e digitale comporta complicazioni difficilmente risolvibili. Innanzitutto perché la vecchia industria è viva e ha in mano il pallino del gioco (anche se non sembra molto consapevole del da farsi), e poi perché svincolarsi da un modo di ragionare fisico – che ci portiamo appresso da qualche decina di migliaia di anni – in presenza di duplicati fisici di opere digitali (a pensarci bene è proprio così: il master, l’idea platonica è il file; carta, cd e pellicola ormai vengono dopo) è arduo.
    aspetto con ansia il libro di Prosperetti per approfondire…

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