Amarcord visionario

Grazie a Marco Negri per averlo postato

Vision

Una vision funziona quando dura nel tempo, va oltre la moda ed il momento. Cosa non facile nel settore internet che corre come un disperato.

Giusto per contestualizzare questa, era del 2000. E la prima linea disegnava un futuro cui ci stiamo approssimando, dopo 14 anni…

All'epoca non c'era il DSL, si andava di modem o ISDN. Men che meno c'erano sistemi di virtualizzazione, cloud, ecc. il termine "data centre" non si usava

qui c'erano tutti i nostri valori: dalla centralità del Cliente (guai a scriverlo con la minuscola!) alla formazione continua, all'imprenditorialità di ciascuno (e quindi azienda partecipata, inclusiva e trasparente (per dire, il piano strategico era accessibile a tutti)), ai ruoli centrali nell'ecosistema italiano, alla sponsorizzazione di associazioni, iniziative culturali, ecc.

con quello che ha significato I.NET per i primi 10-15 anni dell'internet business italico, mi sembra un peccato che Wikipedia non abbia una entry al riguardo (che pero' – ironia della sorte – mi dicono esserci sull'ultima treccani cartacea…)

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9 thoughts on “Amarcord visionario”

  1. che le aziende si comprino e si vendano e’ normale. anch’esse sono dei prodotti.
    (noi non eravamo fan del modello dell’imprenditore che si porta l’azienda con sé nella tomba o la lascia a figli spesso inadeguati)
    I.NET e’ stata acquisita da BT proprio perché era un buon prodotto
    pensa che in tutto il gruppo BT, alla massima espansione, esistevano due sole aziende quotate in borsa: BT stessa ed I.NET, una anomalia totale che loro hanno voluto fare comuqne!
    certo, io, al posto di BT non avrei cancellato il marchio che, come si vede (basta farsi un giro su facebook), e’ tutt’ora un grande valore
    pero’, quando vendi non e’ piu’ tuo e chi compra, specie se multinazionali, ha logiche diverse

  2. i.net era un semplice internet provider come tanti allora. gli avvenimenti finanziari di quel periodo non erano basati su fatti reali (i.net, tiscali….. ). e’ stato solo un internet provider “piu fortunato” . ribadire, come piu volte fai, che i.net era una azienda “eccezzzzionale” , fa torto a chi ( aziende, IP, persone) in quel periodo lavoravano in quel settore con altrettanta competenza.

  3. peccato che la tua identita’ sia cosi’ recente che non ci sia un bit di traccia di te in rete.(nata apposta per questo commento ?)
    le poche cose che scrivi dimostrano una conoscenza assai superficiale di quel periodo (o forse solo l’intenzione di trollare)
    ho una mezza idea di chi tu possa essere realmente… peccato che ti nascondi dietro una identita’ fittizia, senno’ entrrei nel merito per dimostrarti le mie affermazioni.
    ma forse ti nascondi proprio per evitare il confronto ed evitare di fare una brutta figura che contrasta con il tuo ruolo pubblico…

  4. Però è vero che I.NET non c’è più.. e non solo come trademark… negli ultimi dodici mesi si sono verificati vari disservizi. Uno di circa 7 ore, poi un’altro di 4 e poi un’altro di 4 (ore approssimativa ma vicine al vero).
    Hai idea di cosa significhi avere i server offline per 7 ore con i clienti che ti chiamano? Abbiamo richiesto gli Incident Report, più volte, perchè alla prima richiesta non te li mandano, solo per avere un giustificativo da girare ai nostri clienti. Ma non sono iso 9001? Fai un buco di 7 ore e te lo devo chiedere io l’Incident Report? Non lo capisci da solo che è grave?
    Ultimamente si sono incavolati anche quelli di Repubblica, proprio il giorno che è morto Robin Williams ed uscivano con valanghe di reportage, buco di 4 ore e più.
    Guarda qua:
    http://www.repubblica.it/cronaca/2014/08/12/news/problemi_tecnici_sul_sito-93630443/
    Nemmeno ho chiesto l’Incident Report visto che era il 12 agosto, e loro nemmeno una mail. Ormai sono all’ordine del giorno anche ai primi di settembre problemi di routing a macchia di leopardo sui nostri blocchi di ip.
    Se continua così, prendiamo e ce ne andiamo, considerato anche che sono sempre più cari.

  5. Bene inteso, non è che volessi rovinare l’Amarcord… Ho parlato della situazione di oggi. Diciamo che non è più come quella pubblicità in b/n che avevate fatto con te e Marco con le mani puntate sulla scrivania piena di scartoffie e con sotto scritto “Abbiamo tutto sotto controllo..”

  6. sento puzza di rosicamento stellare..
    I.NET è stato un caso unico, sono orgoglioso di avervi partecipato, mi è rimasta tatuata sul cuore.
    Sicuramente SQ avrà dati più precisi, ma credo che nessun altro provider dell’epoca abbia fatto un’operazione come l’aumento di listino della connessione di punta, la ISDN 64kbps, che è passata da 3.500.000 di vecchie lire annue alla bellezza di 4 milioncini annui scenza perdere praticamente un cliente. Mentre gli altri si scannavano al ribasso.. iol, tiscali.. ricordate?
    Sul professionale semplicemente non c’era concorrenza. Era però difficile farlo capire, in quegli anni più che vendere connessioni si faceva formazione presso ogni CED, c’era uno scontro generazionale..
    La fortuna di I.NET è stata quella di avere una guida (il Presidente) che ha saputo far crescere un gruppo di geniacci, il quinta, marco, groppi.. la gente giusta, al posto giusto, nella città giusta.
    Se vogliamo chiamarla fortuna.. 😉

  7. Non esageriamo però.. il mio quoziente di intelligenza logico è 125. Non sarò mensa level ma non sono certo il più cretino sulla terra.. Ciò nonostante questo non mi ha dispensato ai quei tempi da una valanga di stampe report e lavori a dir poco noiosi, poco formativi e che certo non ha alcun senso oggi accennare come referenza.
    La questione I.NET a mio avviso è un’altra. A quei tempi c’era molto idealismo, non si trattava solo di fare un provider, c’erano principi come quello di fornire la posta elettronica a tutti, fornire la connettività a tutti, fare educazione informatica e telematica, come sulla sicurezza e poi si affermava che I.NET era quella cosa che avrebbe dato lavoro infinito a tutti. Non mi pare che oggi sia così. I.NET non era una famiglia. I.NET era solo un prodotto? Evidentemente si. Ma a quei tempi, per molti, non era solo tale.

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