Dati al sicuro solo con piu’ concorrenza

AGI, giovedì 22 marzo 2018
Facebook: Quintarelli, dati al sicuro solo con piu’ concorrenza =

(AGI) – Roma, 22 mar. – L’autoregolamentazione delle grandi
piattaforme “e’ una cura omeopatica”. E l’idea che gli utenti
rinuncino alla gratuita’ “un’utopia”. La soluzione per una
migliore gestione dei dati e’ “introdurre norme che rendano
possibile una maggiore concorrenza”. Lo afferma all’Agi Stefano
Quintarelli, informatico e deputato uscente.
“Oggi sono esposto a informazioni decise da un algoritmo.
Se avessi due operatori avrei almeno due algoritmi. Come posso
farlo? Aprendo la competizione sulle applicazioni”.
Quintarelli fa il paragone con quanto successo in Italia nei
primi anni ’90 nel settore delle telecomunicazioni. Prima c’era
un monopolista, si e’ aperto il mercato. Ma non bastava,
perche’ nessuno avrebbe cambiato operatore se il passaggio
costringeva a cambiare numero. E’ stata quindi introdotta la
sua “portabilita'” (rimaneva uguale anche cambiando compagnia).
Lo stesso principio si potrebbe applicare al web: “Oggi e’
normale inviare sms da Wind a Tim e Vodafone. Perche’ non fare
lo stesso, ad esempio, con WhatsApp e Telegram?”.
Da anni si parla di “ridecentralizzazione di internet”. E
ci sono progetti, come Solid dell’inventore del web Tim
Berners-Lee, che puntano a rimettere nelle mani degli utenti i
propri dati. Cioe’ rendere “portabile” un profilo come lo e’
diventato il numero di telefono negli anni ’90.
“L’operatore dominante – afferma Quintarelli – deve mettere
a disposizione connessioni ai nuovi entranti. Aumenterebbe la
biodiversita’ del sistema, si ridurrebbe la concentrazione di
dati e si limiterebbero le fake news. Non e’ vero che non ci
sono regole. Ma mancano quelle che stabiliscono norme a favore
della concorrenza perche’ si riteneva che la competizione fosse
a un clic di distanza. E’ chiaro che non e’ cosi’, perche’
raggiunto il dominio mondiale, non c’e’ nessuno che ha la forza
di scalzarti”.
A decidere, quindi, deve essere prima di tutto chi fa le
norme: la politica. Non le piattaforme:
“L’autoregolamentazione, spiega Quintarelli, potrebbe
funzionare solo se c’e’ concorrenza”. Ne’ gli utenti, perche’
“guardano l’interesse locale e non possono avere una visione.
Henry Ford disse che se avesse chiesto agli americani cosa
volessero, avrebbero risposto ‘cavalli piu’ veloci'”. E’ chiaro
che le resistenze non mancano, anche perche’ attorno a Facebook
c’e’ un business che va oltre il bilancio di Menlo Park. Da
parte sua “il monopolista vede l’apertura e’ come fumo negli
occhi. Ma sa che arrivera’ il momento e sta cercando di
allontanarlo il piu’ possibile. Ma – conclude Quintarelli – la
concentrazione di dati e’ un disastro in attesa di avvenire”.
(AGI)
Di2/Gav
221606 MAR 18
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2 thoughts on “Dati al sicuro solo con piu’ concorrenza”

  1. Come ben dici i grandi monopolisti di servizi ed applicazioni immateriali hanno fatto la loro fortuna garantendo all’utenza una nuova esperienza d’uso della loro stessa dimensione materiale (interazioni familiari e/o lavorative); ed offrendo tutto ció, apparentemente, senza chiedere nulla in cambio. In fondo si sono messi ad “ascoltare” infiniti ed inesauribili streams of data generati da instancabili data producers. Puro information flow.

    E se invece di ricentralizzare si optasse per una differente decentralizzazione? Sto seguendo https://dock.io/ perché mi é piaciuta la loro proposta (leggete il White Paper) di riportare il controllo dei dati professionali in mano ai professionisti. Certo, é un caso d’uso limitato, ma l’idea é replicabile, probabilmente con maggior sforzo, anche alla pura dimensione sociale. Io per esempio, non ho nessun account social per motivi ad oggi ben immaginabili ma che 10 anni fa parevano folli ai piú, MA concettualmente sarei anche interessato all’uso di tali piattaforme a condizione che mettano ME e soltanto me al centro della data ownership.

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