Il wikiscente

Sa sempre tutto di tutto e ciò che – temporaneamente- non sa, basta che lo vada a leggere in tempo reale su Wikipedia per diventare esperto dell’argomento.

E se si dimentica qualcosa dopo averlo letto, poco male, gli basta prendere il cellulare per guardare e ricordare. Almeno per i prossimi cinque minuti.

Non è onniscente, ma esperto istantaneo o meglio wikiscente. Se poi c’è qualcosa che nemmeno su Wikipedia riesce a capire, gli basta ricorrere a Google o, meglio ancora, a Youtube dove trova certamente un video che illustra la soluzione semplice ed elegante ad ogni questione. E poco conta se tale pillola di sapere è stata realizzata da Napalm51.

Questa è l’illusione che si è insidiata nella società e si nutre di qualunquismo ed antiscientificità, sovente nobilitata come “opinione alternativa” anche da media con il blasone ormai logoro.

E con questa illusione, di pari passo, si fa largo l’idea che gli anni di studio, l’esperienza, il lavoro di decenni non abbia un peso. O, se lo ha, al limite è negativo, perché indice di un conflitto di interessi che allontana dalla Verità appresa dal wikiscente. D’altronde, se sono 20 anni che lavori in un settore, come puoi essere sincero in ciò che affermi ? Sei certamente in cattiva fede, hai certamente un vested interest in ogni cosa che dici e la tua reputazione è certamente maturata grazie a legami d’affari, quindi ontologicamente impuri e loschi.

La wikiscenza porta a non avere più fiducia e quindi rispetto degli interlocutori.

Ogni wikiscente, esperto istantaneo, può fare qualunque lavoro al pari di chiunque altro. Che ci vuole ? Bastano Wikipedia e Youtube, gli steroidi delle chiacchiere da bar.

(pubblicato su Il Foglio del 27/3/18)

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2 thoughts on “Il wikiscente”

  1. Io normalizzerei come wikisciente per adeguarlo a sciente, onnisciente… mentre in -scente sa di putrescente marcescente adolescente… perdendo il senso di sciens ovvero colui che sa.
    Però mi piace!

  2. Con la velocita’ rimane solo la wikiscienza. I tempi a disposizione nel quotidiano sono limitati, e molti non hanno nemmeno quella disciplina minima strettamente necessaria a discutere qualcosa (e quindi verificare le fonti, le informazioni ottenute dalle fonti, e via dicendo). Quindi e’ apprezzabile anche il solo sforzo di prendere il cellulare per controllare l’attendibilita’ di informazioni messe sul tavolo della discussione. E’ meglio di niente.

    Quando 10-12 anni il grande pubblico si interesso’ per la prima volta di wikipedia, chiedendosi se quel metodo sbarazzino di redigere conoscenza (e affidare al caso la correzione) era adeguato, si limitavano a compararla alle enciclopedie. Oggi – gli stessi bacchettoni di allora – si lamentano perche’ l’enciclopedia e’, per la prima volta nella storia dell’uomo, portatile. Superata cioe’ la diffidenza (spesso dettata da interessi veniali di editori), e assodato cioe’ che la wikicorrezione d’errore nel lungo termine funziona, hanno trovato un nuovo metodo per spalare merda sulla wiki per non dover parlare dei vizi capitali dell’editoria.

    Non mi piace citare fonti religiose, ma spesso non ho in memoria espressioni idiomatiche piu’ appropriate: ‘Perchè guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio?’ (Luca 6,41)

    O detto a parole mie: tu che caratterizzi un personaggio di fantasia al solo scopo di deriderlo, non ti senti un po’ Napalm51? Non sei forse la conferma, con queste tue opere letterarie, che i non wikiscienti hanno un ‘vested interest’ e quindi e’ meglio affidare la propria mente, conoscienza, apprendimento, a una fonte dove mettono le mani migliaia di persone in modo piu’ o meno libero?

    Questa gente dovrebbe preoccuparsi di tutelare wikipedia da manipolazioni (che ci sono), anziche’ rompere le palle a chi la usa.

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