Circa la mitigazione degli effetti di fake news e troll nei social (mitigating effects of fake news and trolls)

(english at the bottom)

c’e’ uno studio, di cui scriverò separatamente, che dimostra senza alcun dubbio che non si può pensare ad una autoregolamentazione o solo all’educazione. dimostra che l’obiettivo della società e l’obiettivo delle aziende diverge strutturalmente.

quindi servirà una regolamentazione

serve una regolamentazione semplice, rispettosa della libertà di espressione e che non alteri i modelli di business e non butti il bambino delle nuove possibilità con l’acqua sporca del loro uso distorto (*).

secondo  me, il nocciolo del problema sono le diverse proprieta’ tra la dimensione materiale e quella immateriale (autocit. di “Capitalismo Immateriale – Bollati e Boringhieri”): quando la comunicazione  si svolge (solo) nella dimensione immateriale, ne consegue una elevatissima scala di propagazione e velocità, proprio una cosa diversa, una categoria a sè rispetto a quanto era possibile prima e disciplinato dalle norme che abbiamo sviluppato e collaudato in decenni e secoli

ergo, la domanda è: (edit: oltre a tutto ciò che già è possibile fare e viene fatto, ad esempio per identificare i gruppi organizzati) “come introdurre delle frizioni per queste scale, nei casi ‘perniciosi’, rispettoso dei punti di cui sopra (*) ?”

io farei così (a grandi linee, da smussare nel corso del dibattito)

  • fino ad un numero x di “amici” (tipo scala chiacchera da bar) possibilità di completo anonimato
  • sopra tale soglia x, e fino a soglia y, un meccanismo di anonimato protetto che dia possibilità di identificabilità in caso di reati. (es. un bonifico da 1 euro, codice via SMS, anche mediante fiduciari (cfr mia Proposta di legge sull’anonimato protetto))
  • oltre la soglia y, scatta equiparazione di chi gestisce la pagina a editoria

questo un primo meccanismo per introdurre una frizione.

secondo meccanismo:

  • fino a soglia w di diffusione, propagazione in realtime
  • sopra soglia w, propagazione con latenza (6 ore ?)

in questo modo, secondo me, si mima su un mezzo che ha proprietà dell’immateriale alcune frizioni tipiche della materialità, solo per chi ha interessi e comportamenti malintenzionati, senza imporre responsabilità editoriali agli intermediari, senza limitare  chiunque faccia un uso normale, senza alterare i modelli di business.

penso possa essere una linea di azione alternativa rispetto alle ipotesi attuali, su cui poossa valere la pena di riflettere…

there is a study, of which I will write separately, which shows without any doubt that one cannot think of self-regulation or just education. it shows that the objective function of society and the objective function of companies diverge structurally.

so regulation will be needed

Simple regulation is needed, respectful of freedom of expression and which does not alter business models and does not curb new possibilities while avoiding distorted uses (*).

In my opinion, the core of the problem are the different properties between the material and the immaterial dimension (autocit. of “Intangible Capitalism – Bollati and Boringhieri”): when the communication takes place (only) in the immaterial dimension, it is characterized by a very high scale of propagation and speed, something different than what we are used to, a category of its own compared to what was possible before and governed by the rules that we have developed and tested over decades and centuries in the material dimension.

therefore, the question is, in addition to everything that can already be done and is being done, “how to introduce frictions for these scales, in ‘pernicious’ cases, respectful of the points above (*) ?”

this is, in a nuthsell, what I would do  (in general terms, subject to refining during the debate)

  • up to a number x of “friends” (an order of magnitude like the number of persons that can be reached in a party/pub chat) possibility of complete anonymity
  • above this threshold x, and up to threshold y, a protected anonymity mechanism giving the possibility of identifiability in the case of offences. (e.g. a 1 euro transfer, SMS code, also via trustees (see my proposal for a law on protected anonymity))
  • beyond this threshold y, the person who manages the account/page is treated under the same rules that govern press.

this is an initial mechanism for introducing a friction.

second mechanism:

  • up to threshold w of diffusion, propagation in realtime
  • above threshold w, propagation with some latency (6 hours?)

in this way, in my opinion, we mimic in a medium that has property of the immaterial some frictions that are typical of materiality (only for those persons who have malicious interests and behaviors) without imposing editorial responsibilities on intermediaries, without limiting anyone who makes normal use, without altering business models.

I think it could be an alternative line of action to the current hypotheses, which may be worth considering…

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1 thought on “Circa la mitigazione degli effetti di fake news e troll nei social (mitigating effects of fake news and trolls)”

  1. Nella descrizione del sistema cinese della regulazione delle reti sociale (e de l’Internet in generale), Margaret E. Roberts parla dei 3F: fear, friction, flooding (“Censored: Distraction and Diversion Inside China’s Great Firewall”). La possibilità di ritrovare una identità quando si commette un reato (anche a traverso l’anonimato protetto) introduce un elemento di ‘fear’. La friction descritta (molto più limitita che nel caso cinese!) potrebbe essere un elemento importante per domitare le onde communcative impassite: ma serve anche mantenere per certi tipi di comuncazioni la possibilità di diffusione veloce… E forse si deve anche considerare un ‘flooding’ positivo (p.e. per rispondere, in caso di necessità, a delle “fake news” dannosi).
    Ma comunque, non si puo non notare che la Cina sembra avere capito quale sono i strumenti efficaci : l’uso di questi strumenti non è necessariamente legato alla censura o un controllo sociale pesante – come sempre è una question di dose. 🙂

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